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Guida Android: come Aumentare Autonomia su Smartphone e Tablet

Gli smartphone e i tablet Android sono strumenti duttili e utili. Oltre alle chiamate e ai messaggi consentono di svolgere una miriade di operazioni, come per esempio navigare su internet, controllare la posta, usare il navigatore attraverso la connessione dati e il GPS, pubblicare foto e video sui social network, controllare da remoto il computer e molto, molto altro ancora.

E’ indiscutibile che chi sappia usarlo a fondo riesca a semplificarsi la vita. Tuttavia bisogna fare i conti con l’altra faccia della medaglia. Il loro punto debole è la durata della batteria, che è sempre troppo breve. Una possibile soluzione consiste nell’acquisto di una batteria di riserva; ma prima di spendere altri soldi, vediamo se qualche aggiustamento a livello software può portare qualche miglioramento.

In questa guida andiamo a scoprire tutti i sistemi per abbassare i consumi energetici e quindi per allungare l’autonomia degli smartphone e tablet. Procederemo per livelli crescenti di difficoltà. Non è necessario applicare tutte le impostazioni che saranno proposte: basta scegliere solo quelle che si ritengono più opportune.

LIVELLO: FACILE

1. SCHERMO: LUMINOSITA’
Andando su impostazioni => Batteria si nota che ‘display’ occupa la fetta più consistente, con una percentuale che si aggira attorno al 50%. Il primo scopo dunque consiste di diminuire la dimensione della fetta. Si può agire sulla luminosità, sul tempo di spegnimento, sullo sfondo, sui widget e sulle animazioni. Il primo passo consiste nell’abbassare la luminosità. Andare su Impostazioni => Schermo => Luminosità. Disabilitare la luminosità automatica e abbassare il livello al minimo. Uno schermo luminoso emette luce consumando energia; abbassando il livello i risultati sono subito visibili.

2. SCHERMO: SFONDO
Uno sfondo animato causa un consistente consumo di batteria. La soluzione consiste nel sostituirlo con uno sfondo (wallpaper) statico. Andare su Impostazioni => Schermo e sceglierne uno a patto che non sia nella cartella degli sfondi animati. Questi infatti mettono costantemente il processore al lavoro. CPU e GPU elaborano di continuo l’immagine, consumando energia.

3. SCHERMO: TEMPO DI SPEGNIMENTO (TIMEOUT)
Per far si che lo schermo si spenda quando non viene usato, basta impostare il ‘timeout’, un tempo di spegnimento. Per farlo, andare su Impostazioni => Schermo => Sospensione e scegliere un valore non superiore al minuto. Se si opta per 2 o più minuti, in caso di cessato uso ricordarsi di spegnerlo manualmente. Poi lo schermo è acceso, maggiore è il consumo della batteria. Nota bene: in caso di uso dello spegnimento intelligente, per esempio sui dispositivi Samsung (che spegne lo schermo solo quando l’utente non lo sta guardando), è consigliabile impostare uno spegnimento di almeno 1 minuto, per abbassare la frequenza di attivazione della videocamera frontale.

4. SCHERMO: WIDGET
Per quanto utili siano, i widget sono tra i principali banchettatori di energia. Ecco il motivo: si aggiornano costantemente, risvegliando il telefono. Dunque una soluzione è di rimuoverli totalmente, tenendo eventualmente quelli che si possono aggiornare manualmente. Si noti che il consumo dei widget finisce sotto la voce generale ‘Schermo’, nel grafico presente su impostazioni => Batteria.

5. ANIMAZIONI DEL FRAMEWORK
Anche dettagli apparentemente insignificanti come le transizioni e le animazioni, per esempio nel passaggio da una schermata all’altra o quando si preme il tasto Home, mettono (inutilmente) sotto stress il processore. Pertanto è bene disabilitare le animazioni del framework, alleggerendo il carico di lavoro di CPU e GPU. Per farlo, bisogna attivare le impostazioni dello sviluppatore.

In certi telefoni la voce è già attiva. Se così non fosse, andare su Impostazioni => Info sul Telefono e premere otto volte la voce Numero build (o Build number). Un messaggio confermerà l’avvenuta attivazione; dalla modalità sviluppatore, scorrere il menu fino alle voci ‘Scala animazioni finestra’, ‘Scala animazioni transizione’ e ‘Scala durata animatore’. Ognuna è impostata nativamente su 1x; le dobbiamo invece impostare su Animazione disattivata.

6. SERVIZI GOOGLE
A partire dalle versioni successive di Android 4.2.2 i servizi google vogliono l’accesso alla posizione del terminale. L’accesso può essere vietato, con conseguente aumento dell’autonomia. Gmail, Ricerca Google, Now, Maps, Google+ e altri vogliono l’accesso costante alla posizione attraverso il WiFi (se la connessione è accesa) o la rete cellulare. E a ogni richiesta viene consumata energia.

Andando su Impostazioni => Posizione (o Geolocalizzazione), con la geolocalizzazione attiva si può scegliere tra le modalità: alta precisione (usa reti GPS, WiFi e cellulari), Basso consumo (usa reti WiFi e cellulari) e Solo dispositivo (solo GPS). Scegliere l’ultima. Come mai? I servizi Google bypassano il GPS per ottenere la posizione e così questo rimane inattivo per buona parte del tempo. Rendendo disponibile esclusivamente il GPS si fa in modo che solo le app che abbiano chiesto esplicitamente il permesso traccino la posizione.

In alternativa, per risparmiare ancor più batteria, è possibile disabilitare in toto la geolocalizzazione.

7. SCHERMI LCD E AMOLED
Gli schermi AMOLED usano una tecnologia diversa da quelli retroilluminati. Per ottenere risparmi a livello energetico, la soluzione è scegliere le impostazioni di colore più appropriate (per un approfondimento, consigliamo la lettura di "Schermi AMOLED: un’interfaccia scura Diminuisce il Consumo della Batteria"). La tecnologia LCD usa la retroilluminazione. Tutti i pixel sono illuminati; quelli neri hanno la caratteristica di non far passare la luce, mentre quelli bianchi la fanno passare interamente. In questo caso è consigliato usare una combinazione di colori chiara (per esempio testo nero su campo bianco), in maniera da tenere la luminosità al minimo senza compromettere la leggibilità.

L’AMOLED (o Super AMOLED) invece illumina ogni pixel singolarmente. Ogni pixel è formato da tre sub-pixel (rosso, verde e blu), che combinandosi restituiscono un colore. Il bianco richiede il consumo massimo di energia, mentre il nero il minimo: in questo caso il pixel è spento. Per questo motivo il contrasto raggiunge livelli più elevati. È consigliabile usare una combinazione opposta rispetto a quella per gli LCD, con tonalità scure.

È bene quindi scoprire che tipo di schermo abbia lo smartphone o il tablet in uso per scegliere le impostazioni più appropriate. Dal Google Play si lossono scaricare temi già pronti per l’uso. Per esempio per dispositivi CyanogenMod la scelta è vastissima. Gli occhi e la batteria ringrazieranno.

8. SINCRONIZZAZIONE AUTOMATICA
La sincronizzazione di norma è attiva sugli smartphone e tablet. I vari account (Gmail, Dropbox, Twitter, eccetera) sono aggiornati pertanto con cadenza fissa, in automatico. Ciò richiede un elevato dispendio energetico e di rete dati: il telefono continua a ‘svegliarsi’ per controllare se sono in arrivo aggiornamenti. Se non c’è la necessità di conoscere le novità in tempo reale si può scegliere di disattivare la sincronizzazione in maniera da controllare gli account manualmente.

Per spegnere la sincronizzazione, andare su Impostazioni => Account. Da li si può scegliere se disattivare la sincronizzazione di tutti gli account, selezionando il tasto menù e ‘disattiva sincronizzazione’. Altrimenti si può scegliere l’impostazione migliore per ciascuno. Si risparmierà quindi energia e traffico dati.

9. NFC
Un altro servizio che di norma è attivo senza che l’utente lo sappia è il Near Field Communication. NFC serve per trasferire dati in modalità wireless, per esempio attraverso Android Beam, o per eseguire micro-pagamenti (biglietti dell’autobus, eccetera). Il più delle volte non viene usato. Il consiglio migliore è attivarlo solo quando serve. Per spegnerlo, andare su Impostazioni => (Wireless e dati) Altro e togliere la spunta da NFC.

10. BLUETOOTH
Un discorso analogo a quello che abbiamo appena fatto può essere fatto anche per il Bluetooth. Se non si usa questo tipo di connessione senza fili, è bene disabilitarla andando su Impostazioni => Bluetooth e togliendo la spunta.

11. RETE DATI
La storia si ripete. Una connessione costante alla rete dati fa si che il fabbisogno energetico rimanga alto. La connessione dati può quindi essere spenta. La si può scendere solo quando serve. Esiste inoltre una distinzione tra 3G e 4G. Quest’ultima è più veloce, perché si basa su onde con una frequenza maggiore. Se si ha un telefono compatibile con il 4G (LTE) e non si hanno esigenze particolari in termini di velocità, andando su Impostazioni => (Wireless e dati) Reti cellulari, selezionare il ‘tipo di rete predefinito ‘ e impostare 3G.

12. MODALITA’ AEREO
Quando la connessione alla rete cellulare non serve, la si può disattivare. Questa impostazione può essere usata nei luoghi dove il segnale di rete prende veramente male. Infatti il nostro dispositivo vuole rimanere connesso a una rete cellulare il più possibile e, se non la trova, continua a cercarla. La ricerca consuma un quantitativo notevole di batteria, soprattutto in situazioni come questa. La modalità aereo, o modalità offline, consente di metterlo a riposo, almeno fino a quando non si giunge in un’area con una copertura migliore.

13. ROTAZIONE AUTOMATICA
Nel caso in cui si stia leggendo un testo o comunque quando non c’è bisogno di passare dalla modalità di visualizzazione verticale a quella orizzontale, disattivando la rotazione automatica dello schermo di mette a riposo l’accelerometro, che altrimenti continuerebbe a funzionare anche quando non necessario.

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14. TASK KILLER E IBERNAZIONE

Può sembrare strano, ma l’abuso di programmi task manager e di ibernazione può provocare un effetto contrario al risparmio di batteria. Pertanto, un consiglio è smettere di usarli piuttosto che usarli indiscriminatamente. Applicazioni simili devono essere usate solo quando servono realmente. Ma primadi dire altro, è necessario capire come funziona il sistema operativo. Android acquisisce informazioni su come l’utente lo utilizza. Sa quali applicazioni sono le preferite, redige un registro per sapere quanto tempo le si usa e le mette nella RAM in maniera da avviarle più velocemente.

Se si usa un task killer (spftware che interrompe i processi in esecuzione), si elimina il registro e si impedisce ad Android di apprendere quali sono le preferenze dell’utente. Il risultato è che il sistema operativo dovrà aprire da zero ogni applicazione. Così facendo diventerà più lento, chiederà un maggior lavoro del processore e come risultato consumerà più batteria. Pertanto, piuttosto di abusare di task killer, è meglio non usarli affatto.

Un uso intelligente dei programmi di ibernazione invece può dare risultati positivi. Certe applicazioni una volta aperte rimangono in esecuzione in background anche se non vengono più usate e continuano a consumare rete dati e risorse prezione. Degli esempi? Si vedano i vari Twitter, Facebook, Youtube, oppure Whatsapp, la tastiera (Android AOSP o quella che sia), eccetera. Tra tutte queste, ibernare per esempio la tastiera Android non avrebbe senso, dato che viene usata piuttosto spesso (ogni volta che dobbiamo digitare un testo). Può aver senso, invece, ibernare applicazioni che vengono usate di rado. Bisogna fare, in altre parole, un’analisi applicazione per applicazione.

15. ANDROID RUNTIME (ART)
Da tempo ormai Lollipop è stato annunciato ufficialmente e se si ha un dispositivo con Android 5.0 e versioni successive ART è già in funzione. Ci sono tuttavia tanti telefoni e tablet ancora con Android Kitkat (4.4), sui quali è in uso nativamente il runtime Dalvik. La buona notizia è che su questi si può scegliere di rimpiazzare Dalvik con ART. ART infatti è il rimpiazzo naturale di Dalvik. I due usano le applicazioni in modo diverso. Dalvik installa velocemente le app, riesce a conservare un pò di spazio, le compila non appena le si aprono e le esegue su una macchina virtuale (Virtual Machine), che non è un’applicazione nativa del sistema operativo.

ART invece precompila le app durante l’installazione, facendo si che occupino un pò più di spazio, tuttavia le apre più velocemente e, in definitiva, appesantisce meno il lavoro del processore migliorando le prestazioni e riducendo il consumo di batteria. Di volta in volta consuma meno CPU per elaborare i dati. Per-compila le app solo una volta, così quando le si apre la CPU lavorerà meno rispetto alla compilazione just-in-time (JIT).

Da quanto si evince, potendo scegliere è meglio optare per Android RunTime. Per farlo, andare su Impostazioni => Opzioni Sviluppatore => Runtime. Da qui, se possibile (i dispositivi con Android 4.3 e versioni precedenti non lo possono fare), scegliere manualmente ART al posto di Dalvik. Procedere infine al riavvio. Il primo riavvio richiederà un pò di pazienza, ma considerati i vantaggi che si avranno in seguito, non sarà tempo perso.

16. CARICABATTERIE (QUELLO GIUSTO)
Può sembrare strano, ma usare un caricabatterie appropriato contribuisce a migliorare l’autonomia dello smartphone o del tablet. Si stanno diffondendo sempre di più prodotti compatibili con la ricarica veloce (o ‘ricarica turbo’), che hanno il vantaggio di ripristinare tanta energia in poco tempo. Tuttavia anche i caricabatteria tradizionali, o ‘lenti’, hanno i loro vantaggi. Non è necessario usare prodotti originali; infatti per risparmiare qualcosa si può optare per caricabatterie di buona qualità che non siano firmati Samsung, Motorola, LG, eccetera.

Una ricarica lenta ‘rilassa’ la batteria e fa si che si scarichi meno in fretta nell’arco della giornata. Dunque per avere un’autonomia migliore, se si ha la possibilità e non si è di fretta è bene optare per questa soluzione. Con ricarica lenta si intendono quei prodotti con un output di 1 Ampere. E’ (molto) difficile trovarli con un’intensità di corrente in uscita minore. Se invece si è di corsa, il telefono è quasi scarico e si hanno solo 15 minuti per dare una botta di vita alla batteria, il discorso cambia. In una situazione del genere è preferibile usare un dispositivo di ricarica veloce il quale, nonostante stressi la batteria, sul breve termine garantisce risultati migliori. L’output è generalmente superiore ai 2 Ampere.

LIVELLO: INTERMEDIO

1. SCHERMO: ABBASSARE LA LUMINOSITA’ MINIMA

Nella sezione precedente abbiamo parlato di come abbassare la luminosità dello schermo aiuti a risparmiare energia. Ora andiamo oltre: scopriamo come abbassare la luminosità minima dello schermo. Questo sistema funziona su certe ROM, per esempio su CyanogenMod 12.1 basata su Android 5.1 Lollipop, attraverso il Live Display. Con un software originale, con interfaccia utente del produttore, probabilmente non si sarà in grado di applicare questo trucchetto.

Dopo essere andati nelle impostazioni del dispositivo, fare tap su Display e Luci, poi scegliere la voce LiveDisplay e successivamente su Calibrazione colore. Abbassare alle stesse percentuali i valori dei tre canali rosso, verde e blu. Così si avrà diminuito non solo la luminosità minima dello schermo, ma anche quella massima. Per il procedimento completo e per altre informazioni consigliamo di dare una letta a: "Guida Android: come Abbassare la Luminosita’ minima dello Schermo". La meno semplice di questo metodo consiste nell’ottenere uno smartphone o un tablet con root e ROM personalizzata.

2. ABBASSARE IL VOLTAGGIO DELLA CPU

Il processore è l’elemento che consuma più batteria in assoluto, poichè lavora a un certo voltaggio. Diminuendolo, si possono ottenere dei benefici in termini di autonomia. Abbassando il voltaggio della CPU la temperatura tende a diminuire e quindi si abbassa anche il fabbisogno energetico nel complesso. Si consiglia comunque di non scendere sotto i -50 mV, poichè abbassare troppo il voltaggio può diventare controproducente.

Per abbassare il voltaggio bisogna avere un dispositivo con i permessi di amministratore. Sul Google Play ci sono numerose app che consentono di mettere le mani sul voltaggio del processore. Che si abbia TricksterMOD oppure Kernel Adiutor, tanto per fare due esempi, può andar bene comunque. Eventualmente consigliamo di cercare su internet quale sia l’app più adatta per lo smartphone che si ha tra le mani. Una volta aperta l’app, andare sulla sezione del voltaggio della CPU e impostare manualmente il parametro. Salvare poi il nuovo profilo o selezionare ‘applica al riavvio’. Per sicurezza, prima di applicare la modifica fare un backup nandroid del dispositivo.

Giostrare sul voltaggio è comunque oggetto di discussione; in caso si voglia leggere un approfondimento, consigliamo di dare uno sguardo a questa pagina.

3. READ AHEAD DELLA MEMORIA
E’ possibile aumentare il valore read/ahead della memoria del dispositivo. Maggiore è il buffer read/ahead, con più facilità la memoria SD può prevedere quale sarà il prossimo comando. Dunque si prepara meglio al lavoro che deve compiere, ancor prima che questo venga richiesto. Così si migliorano le prestazioni e potenzialmente si lavora anche sulla batteria.

Da TricksterMOD o da Kernel Adiutor, per fare due esempi, andare nella sezione I/O Control (o Scheduler I/O) e cercare le voci Read Ahead Buffer Size. Impostare il valore predefinito, che normalmente è 512, a 3072. Il dato è espresso in kB dunque 3072 kB corrispondono a 3 MB. Il parametro può essere impostato anche se lo smartphone o tablet non ha la memoria microSD esterna.

maurix

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