Il Digital Markets Act (DMA), il regolamento voluto dai legislatori europei per regolare il comportamento delle più grandi aziende che operano sui mercati digitali per contrastare le pratiche sleali e l’abuso di posizione dominante, non consentirà più ad una grande azienda che gestisce i dati di un gran numero di utenti di operare come ‘custode’ esclusivo dei dati.
Il testo, al momento approvato in via provvisoria dai negoziatori del Consiglio e del Parlamento UE, si rivolge alle grandi imprese che forniscono i cosiddetti “core platform services” più soggette a pratiche commerciali scorrette, come i social network o i motori di ricerca, con una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro o un fatturato annuo di 7,5 miliardi di euro. Per essere designate come "gatekeeper", queste società devono anche fornire determinati servizi come browser, messaggistica o social media, che hanno almeno 45 milioni di utenti finali mensili nell’UE e 10.000 utenti aziendali annuali.
Durante un trilogo (colloquio a tre tra Parlamento, Consiglio e Commissione) durato quasi 8 ore che si è tenuto lo scorso giovedì, i legislatori dell’UE hanno concordato che, con lo scopo di favorire una concorrenza leale nei mercati digitali, i più grandi servizi di messaggistica – come Whatsapp, Facebook Messenger, iMessage – dovranno aprirsi ed essere in grado di interagire con altre piattaforme di messaggistica più piccole, se richiesto. In questo modo, "gli utenti di piattaforme piccole o grandi sarebbero quindi in grado di scambiare messaggi, inviare file o effettuare videochiamate attraverso app di messaggistica" si legge nel comunicato stampa diffuso dal Parlamento Europeo.
Per quanto concerne l’obbligo di interoperabilità per i social network, tali disposizioni saranno valutate in futuro.
Il Parlamento ha inoltre assicurato che la combinazione di dati personali per la pubblicità mirata sarà consentita solo con il consenso esplicito degli utenti.
Il testo prevede la possibilità per la Commissione di condurre indagini e sanzionare i comportamenti non conformi alle regole. Se un’azienda non rispetterà le regole, la Commissione potrà infliggere ammende fino al 10% del suo fatturato mondiale totale nell’esercizio precedente e fino a al 20% in caso di infrazioni ripetute.
Il relatore del Parlamento Andreas Schwab ha dichiarato: "L’accordo inaugura una nuova era di regolamentazione tecnologica in tutto il mondo. Il Digital Markets Act pone fine al predominio sempre crescente delle aziende Big Tech. D’ora in poi, dovranno dimostrare che consentono anche una concorrenza leale su Internet. Le nuove regole contribuiranno a far rispettare questo principio di base. L’Europa garantisce così più concorrenza, più innovazione e più scelta per gli utenti. Con il Digital Markets Act (DMA), l’Europa stabilisce gli standard per il funzionamento dell’economia digitale del futuro. Spetterà ora alla Commissione Europea attuare rapidamente le nuove regole".
Dopo che il testo giuridico sarà finalizzato a livello tecnico e verificato da giuristi-linguisti, dovrà essere approvato sia dal Parlamento che dal Consiglio. Una volta completato questo processo, entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE e le regole si applicheranno da sei mesi dopo.