Il timore dell’appropriazione dei dati degli utenti e i rischi per la salute mentale degli under 18, potrebbero indurre l’Ue ad abolire l’uso di Tiktok
La querelle sulla possibile messa al bando di TikTok è sempre viva, non solo negli Stati Uniti ma anche nel Vecchio Continente. Una tematica molto dibattuta in cui il sottile confine fra la censura e il rispetto della privacy rimane la pietra della discordia. Su questa complessa questione, proprio alcuni giorni fa, è intervenuta anche la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che nel corso di un dibattito a Maastricht non ha escluso che in futuro la Commissione Ue possa decidere di vietare definiivamente TikTok in Europa.
Non è un caso che proprio la Commissione sia stata in passato la prima istituzione in assoluto a mettere al bando TikTok dai propri telefoni aziendali, al fine di tutelare la sicurezza dei dati. Una decisione che ha suscitato un vespaio di polemiche per il timore che possa configurare un vulnus alla libertà di manifestazione del pensiero che rimane un caposaldo delle democrazie liberali.
Proprio per fugare ogni dubbio e per non alimentare ulteriori polemiche, TikTok ha ribadito la propria volontà di attivarsi concretamente al fine di tutelare la sicurezza dei dati, evidenziando i recenti investimenti effettuati per sostenere il progetto Clover che coinvolge molti esperti in cybersecurity. Negli Usa ormai sembra arrivata al capolinea la procedura che metterà al bando la società cinese. Il motivo di questa dura presa di posizione riguarda soprattutto il timore che il governo cinese, che è proprietario della piattaforma, possa strumentalizzare TikTok per poter raccogliere i dati degli utenti americani.
Gli esperti hanno stigmatizzato anche gli effetti negativi che questa piattaforma può avere sulla salute mentale soprattutto dei più giovani, che trascorrono molte ore attratti dai contenuti che possono causare notevoli disturbi alimentari, depressione, violenza, oltre che fomentare tesi o opinioni estremiste. L’abolizione di TikTok negli Usa ha suscitato la veemente reazione di ByteDance che ha manifestato la propria volontà di adire le vie legali contro questa legge, invocando la violazione del primo emendamento che tutela la libertà di espressione.
Il rischio paventato dagli analisti è che questa querelle possa ancora prolungarsi per diversi anni, dando modo quindi a TikTok di poter continuare ad operare negli Usa in maniera incontrastata continuando a raccogliere e archiviare i dati sensibili degli utenti americani. Mentre il governo cinese si è sempre dichiarato contro una possibile vendita della piattaforma, negli Usa l’ipotesi di una vendita di TikTok rimane una delle più gettonate, anche se permangono molti ostacoli non indifferenti, tra i quali anche l’elevato costo della piattaforma.
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