L’estate renderà i cassonetti della spazzatura ancora più maleodoranti: cosa prevede la legge sul posizionamenti dei rifiuti a ridosso delle abitazioni civili
Le temperature che si alzano e il sole che picchierà sempre di più con l’arrivo dell’estate, riporteranno in auge l’annosa questione degli odori sgradevoli che emanano i cassonetti della spazzatura nelle strade e non solo. Spesso gli olezzi rendono l’aria addirittura irrespirabile condizionando in negativo anche la qualità di vita delle persone che vivono nei paraggi.
Questa situazione, oltre a creare dei disagi e dei fastidi ai passanti, può rappresentare anche un problema dal punto di vista igienico-sanitario. Ecco perchè la legge disciplina anche questi casi attribuendo anche il diritto ad essere risarciti a tutte quelle persone che subiscono quotidianamente l’effetto di questi cattivi odori che si levano dai cassonetti.
Fra l’altro questa situazione, alla lunga, finisce anche per arrecare pregiudizi nei confronti di coloro che posseggono l’immobile, il cui valore rischia di deprezzarsi nel tempo. Ma in quale caso la legge prevede un risarcimento a chi viene danneggiato dai cattivi odori che si sprigionano dai cassonetti? E qual è la distanza minima fissata dalla legge per la collocazione di suddetti cassonetti?
L’attuale normativa in materia è molto chiara e prevede una normale soglia di tollerabilità oltre la quale, la legge stabilisce un opportuno risarcimento. Questa fattispecie è regolata dall’articolo 844 del Codice civile che parla proprio di immissione di rumori, odori e fumi. In ogni caso è sempre il giudice che dovrà discernere caso per caso, in base alla concreta situazione e alle prove da esaminare, stabilendo quando quella soglia consentita viene rispettata o superata.
La legge stabilisce anche che non si può posizionare un bidone della spazzatura sotto la finestra di casa costringendo gli inquilini a dover chiudere tutto ermeticamente per evitare le terribili immissioni di odori nauseabondi. La legge prevede infatti una distanza minima che deve essere in ogni caso superiore ai cinque metri tra la collocazione dei cassonetti o dei bidoni e l’ingresso o le aperture degli immobili. I cassonetti devono essere collocati a debita distanza da ingressi, finestre al pianterreno, primo piano, seminterrati e dagli accessi a esercizi commerciali.
Se questa distanza non dovesse essere rispettata, chi vive nell’immobile può richiedere al comune di appartenenza che vengano spostati i cassonetti rivolgendosi direttamente al proprio amministratore di condominio o alla società che gestisce la raccolta differenziata dei rifiuti. Se nonostante le rimostranze, il comune o l’azienda di riferimento dovesse risultare inadempiente, ci sarà sempre modo di appellarsi al giudice per far allontanare la fonte dei cattivi odori. Le persone danneggiate possono anche richiedere un risarcimento dei danni morali derivanti dal fatto che questi cattivi odori hanno peggiorato la qualità di vita delle persone che vivono all’interno dell’abitazione dove gli olezzi si sono diffusi.
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