Tra 50 anni, entro il 2070, gli utenti morti potrebbero superare quelli vivi su Facebook, secondo una nuova ricerca dell’Oxford Internet Institute, che basandosi su dati forniti dalle Nazioni Unite (per il numero previsto di morti e la popolazione totale di ciascun paese nel mondo distribuito per età) e sui dati di Facebook forniti dallo strumento di analisi Audience Insights della società ha previsto che almeno 1,4 miliardi di utenti di Facebook moriranno prima del 2100, se il tasso di crescita degli utenti non aumenterà nei prossimi anni. Il 2070 sarebbe quindi l’anno di "non ritorno" in cui gli utenti morti su Facebook saranno in numero maggiore di quelli vivi. Nello studio viene descritto anche lo scenario in cui Facebook continuerà a crescere annualmente del 13% a livello globale fino a raggiungere 4,9 miliardi di utenti morti entro il 2100.
Va ricordato che ‘utenti iscritti’ è un concetto diverso di ‘utenti attivi’, poichè nel primo gruppo rientra anche un utente che si è registrato a Facebook, lo ha usato anche solo per una settimana, poi è rimasto registrato senza cancellarsi; lo stesso utente non rientra invece nel secondo gruppo, che comprende gli utenti che continuano ad accedere al social network e ad interagire con esso. Oggi, quando un utente muore Facebook non elimina il suo profilo sociale, il solo modo per eliminare l’account di una persona venuta a mancare è che un parente o un amico del deceduto abbia la password per entrare nel profilo e quindi chiudere manualmente il profilo. Facebook non ha modo di sapere quando una persona muore così da eliminarne il profilo in automatico, a meno che non venga associato ad ogni profilo il codice fiscale della persona così da tenere aggiornati i dati anagrafici di un soggetto, ma a questo punto Facebook avrebbe ancora piu’ dati sensibili dei suoi utenti.
L’Oxford Internet Institute ha fatto ipotesi, nessuno di questi scenari potrebbe realizzarsi, ma danno comunque un’idea di come potrebbe cambiare il mercato dei social media negli anni a venire. "Queste statistiche danno origine a domande nuove e difficili che riguardano come il social network dovrebbe gestire i dati degli utenti defunti nel migliore interesse delle famiglie e degli amici e il loro uso in futuro per capire il passato" ha commentato l’autore principale dello studio, Carl Ohman, in un comunicato stampa, come riportato da Fox News.
Tre anni fa circa, nel 2016, quando Facebook aveva 1.6 miliardi di utenti in tutto il mondo, uno studio simile ha riportato che il social network per eccellenza si trasformerà nel più grande cimitero virtuale del mondo entro il 2098.
David Watson, coautore dello studio e studente presso l’Internet Institute di Oxford, ha dichiarato: "Mai prima d’ora nella storia un vasto archivio di comportamenti e cultura umani è stato riunito in un unico luogo. (…) E’ quindi importante che garantiamo che l’accesso a questi dati storici non sia limitato ad una singola impresa for-profit. È anche importante assicurarsi che le generazioni future possano utilizzare il nostro patrimonio digitale per capire la loro storia."
Facebook ha attualmente 2,3 miliardi di utenti attivi mensilmente e recentemente ha registrato un rallentamento nella crescita in alcune parti del mondo, anche per via dei crescenti dubbi circa la privacy dei dati degli utenti. Non a caso, nei mesi scorsi, il CEO Mark Zuckerberg ha anticipato che la società Facebook si concentrerà di rendere piu’ privati e interoperabili Messenger, Instagram e Whatsapp, cosi’, ad esempio, gli utenti potrebbero inviare un messaggio crittografato al numero di telefono di qualcuno in WhatsApp da Messenger. Per garantire la privacy, questa interoperabilità sarà resa opzionale per gli utenti, che potranno tenere separati gli account, se lo desiderano. Ad esempio, chi ha Whatsapp potrà comunicare con chi ha Messenger, non sarà obbligato.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Big Data & Society.
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