Facebook è sempre stata a favore della lotta al terrorismo, ma come è possibile fare questo e allo stesso tempo rispettare la privacy degli utenti all’interno del social network, questione che si fa sempre piu’ importante? Insomma, come potrebbe Facebook scovare un gruppo di terroristi che usa il social network per tenersi in contatto senza poter tracciare cio’ che gli utenti condividono? Sul tema è intervenuto Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, in seguito alle critiche ricevute dalla sua società dopo le rivelazioni del Guardian sulle regole di rimozione dei post ‘indesiderati’. E in un post sul blog aziendale dal titolo "Questioni Difficili" scritto da Elliot Schrage, Vice President for Public Policy and Communications di Facebook, si discutono apertamente i grandi problemi che per la società vengono sollevati dai social media. "Il nostro obiettivo è quello di creare più discussioni e sentire i commenti degli utenti su come possiamo avere un impatto più positivo nel mondo" ha detto Zuckerberg.
Alcune delle domande che Facebook si pone includono: "Quanto dobbiamo monitorare e rimuovere gli argomenti controversi? Chi decide cosa è controverso? Che cosa dovrebbe succedere all’identità online di una persona dopo la morte? Come assicurare che i social media siano corretti nei confronti della democrazia? Come possiamo utilizzare i dati per il bene pubblico senza rompere la fiducia delle persone?".
Per quanto riguarda il terrorismo, la posizione di Facebook su questo argomento è abbastanza chiara: "non pensiamo che dovrebbe esistere un posto per il terrorismo su Facebook o altrove in Internet" spiega Zuckerberg. "È qualcosa che prendiamo molto sul serio".
Una domanda difficile a cui trovare una risposta è come combattere efficacemente il terrorismo, proteggendo la privacy della gente allo stesso tempo. Per raggiungere questo scopo, il social network ha deciso di attivarsi in un paio di modi diversi: in primo luogo, ci sono team che si redigono rapporti sui terroristi e i post che sostengono il terrorismo vengono rimossi il più velocemente possibile. "In rari casi quando scopriamo una minaccia imminente facciamo intervenire le autorità". Questo sistema si basa anche sui feedback delle persone che informano Facebook della presenza di contenuti pro-terrorismo che vedono all’interno della piattaforma. Presto ci sarà anche l’intelligenza artificiale a scovare contenuti legati al terrorismo che Facebook potrà rimuovere: "stiamo costruendo intelligenze artificiali che ci permettono di trovare potenziali contenuti terroristici e account più velocemente di quanto le persone possano farlo" ha aggiutno Zuckerberg.
Zuckerberg ha inoltre comunicato che la sua società sta usando la comprensione del linguaggio naturale per analizzare il testo che è simile a quello che già è stato rimosso in precedenza – se un post contiene frasi che in precedenza erano gia’ state legate al terrorismo e quindi sono state rimosse, esso sarà prontamente rimosso o non pubblicato. Facebook utilizza l’intelligenza artificiale anche nelle immagini, in modo che quando qualcuno cerca di caricare una foto o un video legati al terrorismo va a cercare se l’immagine corrisponde ad una foto o un video di terrorismo gia’ rimosso in precedenza. E quando Facebook identifica pagine, gruppi, post o profili che supportano il terrorismo, utilizza algoritmi per trovare materiale correlato in tutta la sua piattaforma sociale.
Secondo Zuckerberg c’è un’area di dibattito su quanto i messaggi devono essere filtrati all’interno della piattaforma: "È un dibattito che abbiamo da sempre e non sarà chiuso negli anni a venire. Ma nel caso del terrorismo, penso che esista una forte possibilità che l’IA possa aiutare a mantenere la nostra comunità al sicuro e quindi abbiamo la responsabilità di perseguire questo". "Mantenere al sicuro la nostra comunità globale è una parte importante della nostra missione" spiega Zuckerberg.
Il sito che è stato aperto come un modo per gli studenti universitari negli Stati Uniti di rimanere in contatto è ora utilizzato da quasi 2 miliardi di persone in tutto il mondo per pubblicare immagini con i propri amici, rimanere aggiornati con le notizie, formare gruppi di supporto e seguire i profili dei politici. "Le decisioni prese a Facebook influenzano il modo in cui le persone conoscono il mondo e comunicano con i loro cari" ha commentato Elliot Schrage. "Va ben oltre di noi. Dato che sempre più delle nostre vite si estendono online e le tecnologie digitali trasformano il nostro modo di vivere, dobbiamo affrontare nuove questioni impegnative, partendo dal trovare il modo migliore per salvaguardare la privacy personale online al significato della libera espressione verso il futuro del giornalismo in tutto il mondo".
Facebook invita gli utenti a contribuire su quali altri argomenti dovrebbero essere affrontati dalla società e su come poter fare meglio – è possibile inviare suggerimenti all’indirizzo mail hardquestions[at]fb.com (sostituire [at] con la chiocciola).