Grazie ai social network, servizi di streaming e piu’ in generale a cio’ che la tecnologia mobile moderna è in grado di offrire, chiunque puo’ condividere con amici, parenti o persone sconosciute nel mondo quello che fa quotidianamente. Viviamo in un’epoca in cui le persone attaccate ai loro dispositivi mobili e alla notorietà sono disposti a tutto per mostrarsi superiori agli altri e condividere ogni cosa fanno durante la vita quotidiana, dalla mania dei selfie a quella recente di condividere in diretta flussi video. Mentre lo streaming di video puo’ essere utile ad esempio per imparare a fare cose nuove grazie ai tutorial disponibili su Youtube, oppure tramite Facebook o Twitter si possono condividere eventi che hanno luogo in una città in tutto il resto del mondo, ci sono app come Periscope che stanno facendo piu’ danni che altro. Qualche settimana fa vi abbiamo riportato la notizia di una ragazza dell’Ohio che ha utilizzato Periscope per trasmettere in diretta livestream lo stupro di una sua amica, e oggi abbiamo purtroppo un’altra triste notiizia che coinvolge l’app di Twitter che permette di trasmettere in diretta video cio’ che si vuole: una ragazza ha trasmesso in diretta il proprio suicidio. Non vogliamo riportare questi casi di cronaca per fare polemiche o altro, ma solo far riflettere sul fatto che i social network non sempre fanno del bene. Se aziende come Facebook, Twitter o altre non intervengono con sistemi di controllo di cio’ che gli utenti trasmettono, il rischio è che situazioni come quelle che stiamo per raccontare dilagheranno.
Il New York Times riporta di una ragazza di 19 anni ad Arpajon, in Francia, che nel mese di maggio ha inviato un messaggio di testo ai suoi amici invitandoli a vedere quello che stava per fare, ossia commettere un atto di suicidio gettandosi trai binari di un treno di pendolari, dove è morta.
La ragazza, il cui nome non è stato rivelato dalle autorità, ha detto poco prima di commettere il suicidio che "Il video che sto facendo in questo momento non è fatto per creare buzz, ma piuttosto per far reagire le persone, per aprire le menti" e mentre queste parole venivano pronunciare in diretta su Periscope, gli spettatori pensavano che si trattasse di uno scherzo e sono arrivati a commentare con frasi come "Stiamo aspettando" e "penso che sia divertente". Poi la schermata è diventata nera e il video muto, almeno fino a quando, pochi minuti dopo, l’immagine è tornata con un treno sullo sfondo e la voce di un soccorritore che diceva "Io sono sotto il treno con la vittima… ho bisogno di spostare la vittima".
Non è stato il primo suicidio trasmesso in streaming sui social media. Nel 2010, un ragazzo di 21 anni svedese si è impiccato davanti alla sua webcam.
La storia di una ragazza dell’Ohio che ha utilizzato Periscope per trasmettere in diretta livestream lo stupro di una sua amica è poi solo un’altra storia che deve far riflettere.
Secondo un rapporto del sito KXAN, del gruppo NBC (via Engadget), nello scorso mese di febbraio, nella città di Columbus, in Ohio, una ragazza di 18 anni di nome Marina e il suo amico di 29 anni di nome Raymond si sono ritrovati per andare a bere qualcosa assieme, assieme anche ad una amica di Marina di soli 17 anni. Ad un certo punto, alla fine della bevuta, Gates, scrive il sito, ha iniziato ad aggredire sessualmente la vittima 17enne. Mentre questo accadeva, la sua ragazza Marina ha pensato che sarebbe stato bello trasmettere via streaming quello che succedeva tramite Periscope (la app di Twitter).
Un avvenimento terribile, specie perchè da come viene scritto nel sito si capisce che Marina e Raymond sono stati complici dello stupro. Per fortuna un amico della vittima è riuscito ad intercettare lo streaming (in diretta) e quindi ha prontamente avvertito le autorità, che hanno catturato i due amici complici.
Sia Marina che Raymond si trovano ora ad affrontare fino a 40 anni di carcere per stupro, sequestro di persona, e scambio di materiale sessuale di minore: è stato infatti scoperto che Marina ha condiviso alcune foto pornografiche con minori la notte prima del fatto. La difesa dei due sostiene che la vittima era consenziente, e che si trattava solo di una serata tra amici in cui tutti avevano bevuto un po’ troppo.
E siamo solo all’inizio della rapida diffusione delle app che permettono di trasmette in diretta qualunque cosa, senza filtri. Episodi come quelli raccontati sopra potrebbero essere solo l’inizio.
A voi ogni altro commento.
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