LA SFIDA. Zuckerberg spiega nel post da lui scritto che questa sfida è stata più facile di quanto si aspettasse: "Infatti, la mia sfida di corsa (ho anche deciso di correre 365 miglia nel 2016) mi ha impegnato più tempo complessivamente". Ma un aspetto che era molto più complicato di quanto si aspettasse era collegare e far comunicare il prototipo di Jarvis con tutti i diversi sistemi in casa sua.
IL CODICE PRIMA DI TUTTO. Prima di poter costruire qualsiasi intelligenza artificiale, Zuckerberg ha dovuto in primo luogo scrivere codice per collegare a tutti i diversi sistemi presenti in casa sua, che tutti parlano linguaggi e protocolli diversi – un sistema Crestron con le luci, termostato e porte, un sistema Sonos con Spotify per la musica, un Samsung TV, una camera Nest per sorvegliare il figlio Max, e, naturalmente, il suo lavoro è collegato ai sistemi di Facebook. Zuckerberg ha dunque dovuto prendere mano alle API di questi sistemi per riuscire a scrivere del suo codice in grado di far ‘dialogare’ ogni dispositivo. A questa difficoltà si è aggiunto il fatto che la maggior parte degli apparecchi in casa non sono collegati a Internet ancora, anche se è possibile controllarne alcuni utilizzando dispositivi di alimentazione connessi a Internet che consentono di attivare l’accensione e lo spegnimento da remoto. Ma spesso questo non è sufficiente. Per esempio, una cosa che Zuckerberg ha detto di aver imparato è che è difficile trovare un tostapane che permetta di tirare dentro il pane mentre è spento in modo da poter avviare automaticamente la tostatura.
Secondo Zuckerberg, gli assistenti come Jarvis devono essere in grado di controllare tutto nelle case e non solo per una persona ma per più persone. Per fare questo c’è bisogno di più dispositivi collegati e l’industria ha bisogno di sviluppare API e standard comuni perchè i dispositivi possano comunicare tra essi.
L’INTERAZIONE NATURALE. Dopo aver scritto il codice in modo che il suo computer fosse in grado di controllare la sua casa, il passo successivo è stato rendere il computer capace di interagire "nel modo in cui mi piacerebbe parlare con chiunque altro" ha scritto Zuckerberg. Per ottenere questo è stato seguito un processo in due fasi: prima Zuckerberg ha fatto in modo di poter comunicare con il computer utilizzando messaggi di testo, e poi ha aggiunto la capacità di parlare e tradurre quello che diceva alla macchina in testo che il computer poteva ‘leggere’. Zuckerberg ha iniziato con far comprendere alla macchina parole semplici come "camera da letto", "luci", e "on" per determinare se stava chiedendo di accendere le luci in camera da letto. "E’ diventato subito chiaro che aveva bisogno di imparare sinonimi, e ciò ha significato la costruzione di un modo per insegnare nuove parole e concetti".
La comprensione del contesto è importante per qualsiasi Intelligenza Artificiale. Per esempio, quando Zuckerberg dice di accendere la luce nel "mio ufficio" ha un significato diverso di quando le stesse parole vengono pronunciate da Priscilla, la moglie di Zuckerberg. E questo non è stato semplice. "Non ci sono prodotti commerciali che conosco che possono fare questo oggi, e questa mi sembra una grande opportunità" ha spiegato.
Altra cosa a cui Zuckerberg ha lavorato è rendere Jarvis capace di comprendere ciò che sta accadendo in immagini e video. Questo per capire, per esempio, se un bambino è sveglio e si muove nella sua culla, se ci sono animali in movimento per la stanza e il riconoscimento dei volti. Per iniziare facendo riconoscere al computer chi suonava alla porta, Zuckerberg ha installato un paio di telecamere sulla sua porta in grado di catturare le immagini da tutte le angolazioni. I sistemi di IA oggi non possono identificare le persone dalla parte posteriore della testa.
BOT PER MESSENGER. Zuckerberg ha programmato Jarvis sul suo computer, ma per essere utile deve essere in grado di comunicare con esso da qualsiasi luogo in cui si trovi. Ciò significava che la comunicazione doveva avvenire attraverso il telefono, non un dispositivo posto in casa. Zuckerberg ha quindi iniziato a sviluppare un bot per Messenger per comunicare con Jarvis, perché era molto più facile che costruire una applicazione separata. Messenger dispone di un quadro semplice per la costruzione di bot, e gestisce automaticamente molte cose – lavora su iOS e Android, supporta di testo, immagini e contenuti audio, offrendo in modo affidabile le notifiche push, sistemi di sicurezza per la gestione di persone diverse, e altro ancora. Ora Zuckerberg puo’ comunicare con Jarvis tramite il suo cellulare quando si trova fuori casa.
"Sono sempre stato ottimista circa i bot con ma la mia esperienza con Jarvis mi ha reso ancora più ottimista su tutto quello che comunicheremo con i bot come Jarvis in futuro" ha scritto Zuckerberg.
PARLARE A JARVIS. Anche se pensa che il testo sarà più importante per comunicare con i sistemi di intelligenza artificiale, Zuckerberg continua a pensare che la voce avrà un ruolo molto importante. L’aspetto più utile della voce è che consente di comunicare velocemente – non è necessario prendere il telefono, aprire un app, e iniziare a digitare, basta parlare. Per poter parlare con Jarvis, Zuckerberg aveva bisogno di costruire un’app dedicata. Il bot per Messenger è ideale per molte cose, ma non basta. Ecco che Zuckerberg ha quindi realizzato una app standalone per Jarvis, per iOS, che gli permette di mettere il suo telefono su una scrivania in ascolto (ha in programma di costruire una versione per Android presto).
"A livello psicologico, una volta che si può parlare ad un sistema, attribuisci una profondità più emotiva ad esso rispetto ad un computer con che comprende solo testo o tramite una interfaccia grafica".
NEXT STEP. Anche se con il 2016 la sfida sta per finire, Zuckerberg si è detto sicuro che continuerà a migliorare Jarvis perchè ora lo usa tutti i giorni ed è sempre alla ricerca di cose nuove che vuole aggiungere. Nel breve termine, i prossimi passi comprendono realizzare un’app per Android, creare terminali da posizionare in più stanze nella casa, e collegare più apparecchi (immagina qualosa come gli speaker Amazon Echo, cosi’ Jarvis puo’ ascoltare comandi in ogni stanza). A più lungo termine, a Zuckerberg piacerebbe insegnare a Jarvis come imparare nuove abilità per sé piuttosto che dover insegnare come eseguire compiti specifici. "Se passerò un altro anno in questa sfida, mi concentrerò di più su come funziona l’apprendimento automatico" si è promesso Zuckerberg.
In conclusione, Zuckerberg trova interessante poter trovare il modo di rendere Jarvis disponibile nel mondo. Zuckerberg ha considerato di rendere accessibile il codice che ha scritto, ma è attualmente troppo strettamente legato alla sua casa, elettrodomestici e configurazione di rete.
Il capo del più grande social network del mondo all’inizio di ogni nuovo anno scrive almeno un proposito che intende rispettare nel corso dell’anno, e il 2 gennaio 2016 sulla sua pagina Facebook ha condiviso l’idea di voler costruire una semplice intelligenza artificiale che possa aiutarlo a gestire casa sua e aiutarlo con il lavoro come capo di Facebook.
"Ogni anno, prendo una sfida personale per imparare cose nuove e crescere al di fuori del mio lavoro in Facebook" ha scritto Zuckerberg a inizio anno. "Le mie sfide negli ultimi anni sono state leggere due libri ogni mese, imparare il mandarino e incontrare una persona nuova ogni giorno. La mia sfida personale per il 2016 è quella di costruire una semplice intelligenza artificiale per aiutarmi a gestire la mia casa e con il mio lavoro. Si può pensare a qualcosa come Jarvis in Iron Man."
Si può pensare ad una intelligenza artificiale un po’ come Jarvis in Iron Man, ha scritto Zuckerberg, ricordando l’eroe Marvel Comics dietro la cui maschera si trova il miliardario immaginario Stark, interpretato da Robert Downey Jr. nei film di Iron Man e The Avengers.
Il CEO dice che la creazione di una Intelligenza Artificiale per gestire la sua vita personale e professionale è una logica conseguenza della filosofia presa per il 2016: inventare. Zuckerberg dice che vuole un assistente a cui poter insegnare a capire la sua voce e seguire i comandi di base come controllare in casa la musica, luci e aprire la porta agli amici. Allo stesso tempo, vuole insegnare al sistema a monitorare la figlia appena nata, Max, quando lui non si trova al suo fianco:
"Ho intenzione di iniziare ad esplorare ciò che la tecnologia è già là fuori. Poi inizierò ad insegnare a capire la mia voce e controllare tutto in casa nostra – la musica, le luci, la temperatura e così via. Insegnerò a lasciare entrare gli amici in casa leggendo le loro facce quando suonano il campanello. Insegnerò a farmi sapere se qualcosa sta succedendo nella stanza di Max che ho bisogno di controllare quando non sono con lei. Sul fronte professionale, mi aiuterà a visualizzare i dati in VR [Realta’ Virtuale] per aiutarmi a costruire servizi migliori e gestire le mie aziende in modo più efficace."
Ogni sfida ha un tema, e il tema del 2016 è "inventare" per Zuckerberg.
"In Facebook ho passato un sacco di tempo a lavorare con gli ingegneri per costruire cose nuove. Alcuni dei lavori più gratificanti coinvolgono l’entrare in profondità nei dettagli dei progetti tecnici. Lo faccio con Internet.org quando discutiamo la fisica della costruzione di aerei e satelliti a energia solare per l’accesso a internet a terra. Lo faccio con Oculus quando arriviamo a gestire i dettagli dei controller o il software che stiamo progettando. Lo faccio con Messenger quando discutiamo la nostra intelligenza artificiale per rispondere a qualsiasi domanda che avete. Ma è una gratifica diversa costruire qualcosa da soli, quindi quest’anno la mia sfida personale è questa."
Costruire Jarvis
Negli anni scorsi, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha studiato il mandarino, ha letto due libri al mese e ha incontrato ogni giorno una persona diversa. Per il 2016, Zuckerberg ha avuto come nuovo proposito essere come Tony Stark, o meglio Iron Man, aiutato da una macchina per gestire meglio la sua vita.
Questo proposito ve lo abbiamo segnalato al’inizio di quest’anno, ma il 2016 sta per finire, e ci sono aggiornamenti interessanti su questo argomento, in quanto Zuckerberg ha scritto un post il 19 dicembre in cui spiega gli sviluppi di Jarvis, il prototipo di intelligenza artificiale che sta realizzando personalmente per la gestione della sua casa. Questo segue il precedente aggiornamento del 13 ottobre in cui ha scritto che "È giunto il momento di dare una voce al mio IA Jarvis. A chi dovrei chiedere di farlo?" a cui ha risposto niente di meno che Robert Downey Jr, l’attore che presta il volto ad Iron Man: "lo faccio io in un batter d’occhio" ha detto Tony Stark.
“La mia sfida personale per il 2016 è stata quella di costruire un semplice prototipo di intelligenza artificiale per gestire la mia casa – come Jarvis in Iron Man" spiega Zuckerberg, il cui obiettivo era quello di imparare di più sullo stato dell’intelligenza artificiale – quali sono gli aspetti di questa disciplina in cui siamo più avanti rispetto a quanto si creda, quali sono quelli in cui abbiamo invece ancora molta strada da fare, e così via. Inoltre, queste sfide hanno portato il co-fondatore di Facebook ad imparare di più di quanto si aspettasse e la sfida di quest’anno gli ha permesso di rendersi conto maggiormente di tutta la tecnologia interna che gli ingegneri di Facebook utilizzano, oltre a dargli una visione completa della domotica.
Finora, nel 2016, Zuckerberg ha costruito un semplice prototipo di intelligenza artificiale con cui ha potuto parlare al telefono o tramite computer, che è in grado di controllare vari aspetti della sua casa, tra cui le luci, la temperatura, gli elettrodomestici, la musica e i dispositivi di sicurezza, che impara i suoi gusti e le sue abitudini, che può imparare nuove parole e concetti. Il prototipo utilizza diverse tecniche di intelligenza artificiale, tra cui l’elaborazione del linguaggio naturale, il riconoscimento vocale, il riconoscimento facciale, e apprendimento per rinforzo, [scritto in Python, PHP e Objective C].
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