Il Department of Corrections del South Carolina ha punito quasi 400 detenuti per aver utilizzato i social media nel corso degli ultimi tre anni, e in alcuni dei casi la punizione è stato un lungo isolamento. Le statistiche, raccolte dalla Electronic Frontier Foundation e rilasciate Giovedi, evidenziano la rigorosa politica applicata quando si trattano casi legati ai social media nel sistema carcerario dello Stato e il coinvolgimento di Facebook con la rimozione dei profili dei detenuti.
Già nel 2012, il Dipartimento del Sud Carolina of Corrections (SCDC) ha fatto della "creazione e/o gestione di un sito di social networking" un reato di Livello 1, una categoria riservata alle violazioni più violente delle politiche di condotta del carcere. Livello 1 è una delle accuse di reato più comuni proposte contro i detenuti, molti dei quali, come la maggior parte degli utenti di social network, vogliono rimanere in contatto con gli amici e la famiglia nel mondo esterno e tenersi aggiornati sugli eventi che accadono. Alcuni detenuti chiedono alle loro famiglie di accedere ai propri profili on-line per loro, mentre molti hanno accesso Internet lo stessi attraverso un telefono cellulare a cui hanno accesso in contrabbando.
Attraverso una richiesta ai sensi del Freedom South Carolina of Information Act, EFF, un gruppo sostenitore dei diritti civili su Internet, a a rilevato che, nel corso degli ultimi tre anni, i funzionari della prigione hanno registrato più di 400 cento casi disciplinari per "social networking" – quasi sempre per l’utilizzo di Facebook. Il reato ha avuto pesanti sanzioni, come anni di isolamento e la privazione di quasi tutti i privilegi, tra cui la visita e l’accesso ad un telefono.
EFF, apprese le informazioni, tramite un portavoce ha dichiarato: "Facebook non dovrebbe agire come censore del governo", ha dichiarato Dave Maas, coordinatore delle relazioni con i media e ricercatore investigativo del gruppo EFF. "C’è un sacco di motivi legittimi per cui un prigioniero dovrebbe desiderare di contattare il mondo esterno, come portare all’attenzione le condizioni o informazioni sul suo stato in prigione, o comunicare con la propria famiglia."
Facebook non ha risposto alle dichiarazioni di EFF.
Il sistema carcerario del Sud Carolina ha chiesto a Facebook di rimuovere centinaia di account dei detenuti. Il più grande social network del mondo è stato obbligato, secondo l’EFF, in rispetto di un accordo che c’è tra le parti: i sistemi carcerari possono chiedere a Facebook di rimuovere i profili dei detenuti previa richiesta ufficiale "Inmate Account Takedown Request". EFF chiede, tuttavia, che ci sia una maggiore trasparenza quando si tratta di queste richieste.
L’uso dei social media è una grave violazione per i detenuti in South Carolina. La politica di limitare al massimo la comunicazione con il mondo esterno è volta a non permettere ai detenuti di condurre attività criminali dall’interno.
Il sistema carcerario pone l’uso dei social media allo stesso livello di crimini come l’omicidio, lo stupro, disordini, fuga e presa di ostaggi, secondo Maas. In 16 casi, i detenuti hanno affrontato più di un decennio in detenzione disciplinare, una punizione che comprende isolamento e la perdita del privilegio di ricevere visite. Un detenuto ha ricevuto più di 37 anni in isolamento, secondo il FEP.
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