Il numero uno di Facebook, Mark Zuckerberg, in un post sul social network che al momento ha raccolto oltre 201mila like 17mila condivisioni, esprime il suo dispiacere per quanto è accaduto in Francia, dove due terroristi, "nel nome di Allah", hanno aperto il fuoco e ucciso dodici persone facendo irruzione lo scorso 8 gennaio nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo, a qualche centinaio di metri dalla Bastiglia.
"Alcuni anni fa, un estremista in Pakistan ha combattuto per farmi condannare a morte perché Facebook ha rifiutato di vietare i contenuti su Maometto che lo hanno offeso" scrive Zuckerberg.
"Ci alzammo per questo, perché diverse voci – anche se sono a volte offensive – possono rendere il mondo un posto migliore e più interessante" prosegue il co-fondatore del social network. "Facebook è sempre stato un luogo dove le persone di tutto il mondo condividono le loro opinioni e idee. Seguiamo le leggi in ogni paese, ma non abbiamo mai lasciato che un paese o un gruppo di persone possano decidere quello che le persone possono condividere in tutto il mondo".
E il posto prosegue così: "Eppure, mentre rifletto sull’attacco di ieri e sulla mia esperienza con l’estremismo, questo è quello che tutti noi abbiamo bisogno di respingere – un gruppo di estremisti che cercano di mettere a tacere le voci e le opinioni di tutti gli altri in tutto il mondo".
Zuckerberg non vuole limitazioni alla libertà di parola e di condivisione delle idee su Facebook: "Non lascerò che accada su Facebook. Io sono impegnato a costruire un servizio in cui è possibile parlare liberamente senza timore di violenze".
Infine, Zuckerberg dice "I miei pensieri vanno alle vittime, alle loro famiglie, ai cittadini francesi e alle persone di tutto il mondo che scelgono di condividere le loro opinioni e idee, anche quando questo richiede coraggio" chiudendo con l’hashtag #JeSuisCharlie.
I dati sulla popolazione web americana, evidenziano una elevatissima penetrazione della rete tra la popolazione adulta e soprattutto di Facebook.
Il 58% degli americani dispone di un account Facebook, quota che sale di molto, 81%, se consideriamo solo gli adulti che utlizzano la rete.
Un numero davvero elevato che blinda in maniera assoluta i numeri di Facebook in terra americana
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