Meta lavora per identificare e rendere riconoscibili sulle sue piattaforme social i contenuti generati dall’IA. L’azienda sta anche collaborando con partner del settore per allinearsi a standard tecnici comuni ma arriverà a riconoscere immagini generate dall’IA anche non contenenti identificatori standard.
In seguito alla diffusione di strumenti che permettono di modificare e creare foto e video utilizzando l’intelligenza artificiale generativa è necessario che le persone che vedono questo tipo di contenuti sappiano che non sono il frutto del lavoro di una persona umana ma, piuttosto, di una macchina. Questo è in sostanza il pensiero di Meta, che sta lavorando nell’ottica della trasparenza per rendere facilmente riconoscibili le immagini generate dall’IA condivise dagli utenti delle sue piattaforme social Instagram, Facebook e Threads.
Nelle scorse settimane, Meta ha annunciato una serie di nuove funzionalità per MetaAI, il suo assistente conversazionale disponibile a cui è possibile anche chiedere di creare immagini partendo da una istruzione di testo.
Queste immagini, quando condivise sui social di Meta, presentano un tag che rende chiaro a chi le vede che provengono da una intelligenza artificiale. In queste immagini, inoltre, Meta integra una filigrana invisibile all’occhio umano e metadati rilevabili dagli strumenti predisposti per il riconoscimento di contenuti generati dall’IA, anche di altre aziende.
Meta lavora per identificare e rendere riconoscibili agli utenti delle sue piattaforme social i contenuti generati dall’IA
In un post sul blog di Meta, il Presidente degli Affari globali dell’azienda Nick Clegg ha anticipato nei giorni scorsi che prossimamente si vedranno etichette sui post di Instagram, Facebook e Threads non solo per le immagini condivise dagli utenti generate da MetaAI ma anche per quelle generate da un’IA di terze parti. Questo sarà possibile grazie all’integrazione sulle sue piattaforme di un nuovo sistema capace di rilevare gli indicatori standard del settore che servono proprio a identificare i contenuti generati dall’IA.
Ecco cosa ha detto Clegg a tal proposito:
“Man mano che la differenza tra contenuto umano e artificiale diventa sempre più sfumata, le persone vogliono sapere dove si trova il confine. Le persone spesso si imbattono per la prima volta in contenuti generati dall’intelligenza artificiale e i nostri utenti ci hanno detto che apprezzano la trasparenza su questa nuova tecnologia. Quindi è importante aiutare le persone a sapere quando i contenuti fotorealistici che stanno vedendo sono stati creati utilizzando l’intelligenza artificiale. Lo facciamo applicando le etichette ‘Imagined with AI’ a immagini fotorealistiche create utilizzando la nostra funzionalità Meta AI, ma vogliamo poterlo fare anche con contenuti creati con strumenti di altre aziende.”
Nelle immagini qui sotto è possibile vedere degli esempi di tag a cui Meta sta lavorando per segnalare le immagini generate da IA condivise su Instagram e Facebook. Vale la pena sottolineare che Meta ha specificato che i tag che vediamo non sono definitivi.
Meta collabora con partner del settore per allinearsi a standard tecnici comuni
Attualmente, Meta sta collaborando con partner del settore per allinearsi a standard tecnici comuni utili a segnalare contenuti condivisi online creati dall’IA.
Anche se Meta non ha specificato con quali altri partner del settore sta lavorando, recentemente OpenAI ha annunciato che le immagini prodotte all’interno del suo ChatGPT conterranno un identificatore utile ad indicare la generazione del contenuto utilizzando ChatGPT. Inoltre, le immagini prodotte tramite l’API di DALL-E 3 conterranno metadati utili ad indicare che sono state generate da questo modello d’IA generativa.
Meta potrà riconoscere contenuti generati dall’IA anche non contenenti identificatori standard
Ancora meglio, Meta sta lavorando per riuscire a identificare immagini generate dall’IA anche se queste non contengono identificatori standard. Questo potrebbe capitare quando un servizio generazione di immagini con IA non applica identificatori quali filigrane e/o metadati. Oppure, se presenti identificatori, lo stesso potrebbe capitare nel momento in cui un utente va a condividere un contenuto generato dall’IA dopo averli rimossi.
E per i video e audio generati dall’IA?
L’IA non può però generare solo immagini. Questa tecnologia in rapida crescita è arrivata anche poter creare contenuti di tipo video e audio.
In attesa di identificatori anche per questi contenuti, Meta ha previsto di dare la possibilità agli utenti di segnalare manualmente quando stanno per condividere video o audio generati dall’IA, in modo da pubblicarli con l’etichetta ad essi dedicata.