La funzione ‘contapassi’ oggi si può trovare su tantissimi dispositivi indossabili smart, praticamente tutti. Persino gli smartphone si possono usare per stimare i passi giornalieri. Ma quanto sono affidabili le informazioni che rilevano questi algoritmi? Facciamo delle considerazioni.
Sono sempre più popolari i dispositivi indossabili per monitorare lo stato della propria salute e della propria attività fisica. Canalys anche prevede una crescita a doppia cifra solo del mercato degli smartwatch nel 2024, dopo un 2023 già in crescita. Dai wearable più semplici per il conteggio dei passi a quelli più avanzati con la capacità anche di stimare i livelli di ossigeno nel sangue o la pressione sanguigna. Dai semplici braccialetti smart agli smartwatch con display. Ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le tasche. Ma quanto si possono considerare affidabili per tracciare ciò che dovrebbe essere il dato più semplice, ossia il numero di passi effettuati?
Nel corso degli ultimi anni è diventato popolare il mito (forse falso?) secondo cui compiere 10.000 passi al giorno faccia bene alla salute. Ci sono studi secondo cui è sufficiente compiere molti meno passi al giorno per stare in salute, anche 6.000. Una cosa sola è certa: fare del movimento fa bene alla salute, e più passi si fanno meglio è. Conteggiare i passi oggi è semplice grazie alla tecnologia. Chi vuole spendere poco può optare per semplici braccialetti che svolgono il solo compito di contare i passi. Ormai, tuttavia, tutti i braccialetti smart e smartwatch offrono questa funzionalità di base. Perché all’algoritmo basta analizzare i dati provenienti dal sensore ‘acceletormetro’, lo stesso presente anche negli smartphone. Ed è proprio per questo che esistono applicazioni per smartphone capaci di stimare i passi che si effettuano, semplicemente tenendo in tasca il dispositivo. Guardando al futuro, poi, sono in arrivo anche gli anelli smart, come il Samsung Galaxy Ring e Amazfit Helio Ring.
Smartphone, fitness tracker, anelli smart, smartwatch… tanti i dispositivi con cui si possono conteggiare i passi: sono affidabili?
Come si può immaginare, a seconda del tipo di dispositivo e della qualità del sensore e dell’algoritmo impiegati per stimare il conteggio dei passi può variare la precisione dell’informazione. Se in casa si dispone di un contapassi da caviglia, di uno smartwatch e di uno smartphone si può fare una prova: utilizzarli tutti e tre contemporaneamente e poi vedere a fine giornata il numero di passi conteggiati da ciascuno. Difficilmente si otterrà lo stesso numero. Un margine di errore minimo, tuttavia, non sarebbe un problema.
Andando per logica si può considerare un contapassi da indossare alla caviglia come il dispositivo che potrebbe fornire una stima dei passi compiuti quanto più realistica possibile. Al contrario, invece, lo smartphone come il dispositivo meno adatto per conteggiare i passi nell’arco di una giornata intera. Per riuscire a stimare un valore quanto più simile alla realtà lo smartphone si dovrebbe tenere sempre in tasca, da quando ci si alza dal letto fino a quando si va a dormire. E’ quasi impossibile: basterebbe solo tenere lo smartphone sopra la scrivania mentre si lavora e dimenticarselo per andare al bagno per ottenere a fine giornata una stima dei passi meno realistica. Altro discorso è il conteggio dei passi solo durante l’attività fisica: se l’obiettivo è correre per almeno 5.000 passi, può andare benissimo tenere lo smartwatch in tasca mentre si corre.
Una via di mezzo dovrebbero essere gli smartwatch e i braccialetti smart, che sono sempre più avanzati. Se poi si acquistano prodotti di fascia alta come Apple Watch o Samsung Galaxy Watch non si dovrebbero avere problemi nell’ottenere stime realistiche dei passi compiuti nell’arco della giornata. Un consiglio, che anche i produttori di wearable condividono nel momento della configurazione iniziale di un dispositivo, è di non indossare l’orologio (o il braccialetto smart) al polso della mano dominante, in quanto i tanti movimenti compiuti con essa potrebbero ingannare poi l’algoritmo. Per esempio, Fitbit informa (support.google.com/fitbit/answer/14236920):
“Quando lavori alla scrivania, cucini o esegui altre attività muovendo le braccia, un dispositivo sul polso potrebbe conteggiare dei passi. Quando esegui attività che implicano il movimento delle braccia, come lavorare o cucinare, spesso fai qualche passo tra un periodo sedentario e l’altro, il dispositivo potrebbe conteggiare questi passi extra. “
Senza dispositivi indossabili basta lo smartphone per stimare i passi
La funzionalità contapassi è disponibile nell’app Salute di Apple su iPhone, nell’app Samsung Health sugli smartphone Samsung Galaxy e nell’app Google Fit per tutti i dispositivi Android con abilitati i Google Mobile Services (GMS). Sugli store di Apple e Google si possono poi trovare delle app di terze parti per conteggiare i passi tramite lo smartphone.
A proposito del conteggio dei passi, l’app Samsung Health informa:
“Puoi monitorare i tuoi passi utilizzando il tuo dispositivo da indossare o lo smartphone Galaxy.
Il numero dei passi è una stima basata su quanto è stato rilevato. I movimenti diversi dai passi, ad esempio il movimento di un veicolo, andare in bicicletta o il movimento delle mani, possono far aumentare il numero dei passi. Anche tenere lo smartphone in una borsa, busta o tasca può influire sul conteggio dei passi. Se ancora non vedi il numero dei passi, continua a camminare. Potrebbero volerci diversi passi prima che il numero venga visualizzato. Le distanze vengono calcolate in base al numero di passi e alla lunghezza stimata della falcata. Quest’ultima, a sua volta, si basa sull’altezza e sul ritmo, ovvero il numero di passi al minuto.“
Cosa ci dicono gli studi scientifici
Sopra abbiamo ragionato quasi per logica, ma cosa dicono gli studi scientifici in merito all’affidabilità della funzione contapassi sui dispositivi smart? Uno studio scientifico del 2021 (www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8272166/) ha dimostrato come l’accuratezza del conteggio dei passi può variare in base all’andatura dell’individuo, non tanto in base alla posizione del tracker rispetto al corpo. Lo studio ha analizzato i dati raccolti dai soggetti mentre indossavano tracker per il conteggio dei passi alla caviglia, al polso e alla vita.
Nella rilevazione con andatura ‘regolare’ il margine di errore del conteggio dei passi tra le tre diverse posizioni si è rivelato alquanto irrisorio. Il margine di errore aumentava, invece, con andature semi-regolari e ancora di più in quelle non regolari. Un’andatura regolare potrebbe essere la velocità mantenuta durante una corsa o una camminata. Un’andatura non regolare, invece, può essere intesa quella dell’attività quotidiana. Tuttavia, un buon algoritmo capace di tenere in considerazione il fattore ‘andatura non regolare’ durante il giorno potrebbe risolvere il problema. In conclusione, non è una risposta dire che i dispositivi contapassi sono o non sono affidabili, è più corretto forse dire ‘dipende dal dispositivo’. Il consiglio è, come gli stessi produttori informano, di prendere i dati come delle stime e non dati reali, giusto per farsi un’idea dei passi effettuati nell’arco della giornata.