L’Accademia delle scienze americane (Pnas) ha descritto nelle sue pagine il ‘filmometro‘, un algoritmo messo a punto dal gruppo di ricerca della Northwestern University di Evanston coordinato da Luis Amaral che è in grado di valutare il valore di un film e misurare in questo modo il successo di una pellicola, attraverso i commenti ricevuti sul web.
L’algoritmo matematico è stato testato su oltre 15mila film contenuti nell’Internet Movie Database (IMdb.com) mettendo a confronto le reazioni dei film (recensioni di esperti, il giudizio del pubblico attraverso i voti, gli incassi al botteghino) che risultano più citati su Internet con la lista di film scelti per essere inseriti nel registro dei film della Biblioteca nazionale degli Stati Uniti (dove sono contenute le pellicole di riconosciuto valore storico o culturale). Il risultato è che il numero di volte in cui un film è citato indica il fatto che la pellicola sarà inserito o meno nel registro nazionale (cosa che in media accade dopo 25 anni la prima uscita della pellicola). E’ quindi possibile prevedere, in una certa misura, il successo di un film nel tempo.
"Internet Movie Database (IMDb) è uno dei più visitati siti web del mondo e la fonte principale di informazioni su film. Simile a Wikipedia, molte delle informazioni di IMDb sono contributi degli utenti" si legge nell’estratto dello studio. "IMDb permette inoltre agli utenti di esprimere la propria opinione sulla qualità dei film attraverso il voto. Indaghiamo se c’è un collegamento tra i dati di voto degli utenti e le caratteristiche economiche del film. Eseguiamo la distribuzione e l’analisi di correlazione su una serie di film scelti per attenuare gli effetti di diversità a causa della lingua e il paese di origine del film".
Secondo quanto ha detto all’Ansa Edoardo Novelli, docente di Sociologia dei media all’università Roma Tre, l’uso, ad esempio, di Twitter per la cosiddetta ‘analisi dei sentimenti’ o vedendo i più citati o letti ad esempio su Google o Amazon "può portare ad un fenomeno di autocitazione, per cui i primi o più visti sono quelli che escono primi nelle ricerche. I primi in classifica finiscono per rimanere i primi sempre".
Il sistema del ‘filmometro’ è simile a quello usato nel mondo delle ricerca scientifica, dove più uno studio è citato e più ha valore.