Lo spettroscopio Nucleare della Nasa era stato progettato per raccogliere immagini di galassie molto distanti cosi come intercettare buchi neri basandosi su analisi indirette, come raggi gamma e segnali termici per catturare cose che nessun occhio umano sarebbe ingrado di individuare.
Ma questo gioiello della tecnologia spaziale, si è rivelato un perfetto strumento per catturare alcune immagini del Sole e soprattutto delle sue temibili esplosioni che di tanto in tanto provocano problemi di interferenze con le famose tempeste solari.
Sfruttando la capacità di interpretare le temperature di questo spettroscopio, i tecnici della Nasa hanno scannerizzato, nel vero e proprio senso del termine, il Sole e le sue continue esplosioni termo nucleari, catturando dettagli a dir poco terrificanti.
Il risultato ottenuto è stato quello di poter ottenere una mappatura quasi completa del Sole e soprattutto delle sue temperature, decisamente inospitali per qualunque forma di vita e qualunque materiale oggi conosciuto.
Confronto tra Terra e Solar Flame
Come indicato dalle fonti ufficiali, queste esplosioni lanciano ondate di plasma a velocità di ben 2000 chilometri al secondo. Sono raggruppate in 3 sistemi in base alla loro dimensione ovvero:
le tempeste di classe X, devastanti e potenzialmente nefaste che avvengono in media ogni 11 anni seguendo il ciclo solare;
le tempetese di Classe M, visibili a occhio nudo e responsabili delle enormi aurore boreali/polari anche nell’esmisfero nord;
le tempeste di Classe C, molto più contenute
Nel video qui sotto, trovate una simulazione di una tempesta solare e uno carta termica del sole, tanto per rendersi conto del tutto.
Simulazione video dei Solar flame
Come possibile vedere dal sito della Nasa, il telescopio a raggi X ha individuato elementi sulla superficie del sole con temperature comprese tra 1 e 3 milioni di gradi.
L’occhio elettronico ha inoltre indagato a fondo sui temibili flame solari, delle violente esplosioni che lanciano nello spazio ondate gigantesce di plasma e raggi cosmici, teoricamente letali.
La Terra, grazie al suo campo magnetico, fornisce uno scudo naturale a questi raggi che potrebbero distruggere l’atmosfera terrestre e rendere il nostro pianeta un cumulo di polvere, come Marte.