Pensionati e dipendenti sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi entro settembre: come avverranno i rimborsi Irpef
Il governo, finalmente, ha definito una data ben precisa per l’erogazione dei rimborsi Irpef (o degli eventuali addebiti), che saranno accreditati direttamente sullo stipendio dei lavoratori nel periodo compreso tra maggio e settembre 2024. La stessa cosa avverrà anche per coloro che riscuotono mensilmente la pensione che si vedranno accreditati i rimborsi direttamente sul cedolino mensile, nei mesi sopraindicati.
Per i pensionati, il conguaglio avverrà a partire da agosto. Il sostituto di imposta, cioè quasi sempre il datore di lavoro, erogherà direttamente il rimborso in busta paga a meno di una rinuncia (che è sempre possibile). In questo caso il contribuente sarà chiamato ad indicare un nuovo sostituto di imposta che può essere l’Inps (per i pensionati) o l’Agenzia delle Entrate.
Annualmente i pensionati e i lavoratori sono tenuti per legge a presentare la dichiarazione dei redditi, in cui rendono noti i loro guadagni realizzati nell’anno precedente, ai fini del prelievo fiscale. Il termine per il 2024 è il 30 settembre, questo vuol dire che entro quella data, il contribuente dovrà presentare il Modello 730 all’Agenzia delle Entrate. Se il modello viene presentato in data successiva, il contribuente dovrà soggiacere al pagamento di sanzioni.
Come avviene ormai da diversi anni a questa parte, il contribuente potrà utilizzare il classico modello precompilato dell’AdE, oppure potrà rivolgersi ad un consulente esperto, un Caf o un patronato per presentare la domanda correttamente. L’attuale normativa prevede che in caso di rimborsi Irpef, la somma venga erogata ai dipendenti già con lo stipendio del mese successivo alla presentazione della dichiarazione dei redditi, mentre per i pensionati, i tempi saranno un po’ più lunghi e procrastinati di un mese.
Le cose andranno diversamente per chi ha presentato il Modello 730 senza sostituto di imposta. In questo caso occorrerà attendere qualche mese in più per avere il rimborso direttamente sul proprio conto. Il rimborso si consegue quando il dichiarante può vantare un credito dopo aver presentato la dichiarazione dei redditi.
Se il rimborso tarda ad arrivare, nella maggior parte dei casi la causa è da attribuire ad eventuali controlli approfonditi da parte della pubblica amministrazione. In alternativa, è sempre possibile contattare direttamente l’Agenzia delle Entrate per avere ragguagli in merito. Se i rimborsi non vengono erogati, il contribuente ha 10 anni di tempo per far valere il proprio credito. Scaduto infruttuosamente questo termine, non potrà più agire per ottenere il rimborso. (Marco A. Tringali)
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