Il regime forfettario Iva potrebbe essere meno conveniente per determinate tipologie di professionisti: i dettagli
Il regime forfettario normalmente è più conveniente rispetto a quello ordinario per chi una partita IVA, anche se vanno tenuti in considerazione determinati parametri prima di decidere per quale regime optare. Coloro che sostengono tantissime spese per la propria attività, col regime forfettario non potranno affatto scaricarle.
I fattori da ponderare
Occorre anche tenere in considerazione la situazione familiare del titolare della partita Iva, anche perchè in regime forfettario non potranno essere dedotte le spese mediche. Sicuramente il regime forfettario prevede una aliquota di tassazione più bassa rispetto a quello ordinario e quindi le imposte da pagare durante l’anno sono più basse. Ma se le spese per la propria attività sono elevate e superano di molto quelle previste dal proprio coefficiente di redditività, occorrerebbe sempre valutare l’ipotesi di un passaggio al regime ordinario.
Tra i punti di forza del regime forfettario vi è la tassazione agevolata del 15% (per i primi 5 anni è solo del 5%). Fra l’altro, il titolare di partita Iva col regime forfettario non pagherà Iva. Anche la contabilità, per chi opta per questo regime, è sicuramente più agevole, perchè non occorre conservare tutte le quietanze degli acquisti effettuati e non occorre fare calcoli complicati per capire quante tasse bisogna pagare perchè sono determinate dal coefficiente di redditività. Valutare la possibile convenienza di uno dei due regimi è fondamentale per risparmiare sulle tasse da pagare a fine anno. Sarebbe sempre opportuno richiedere la consulenza di un esperto in materia fiscale per fare la scelta più corretta.
Va anche ricordato che ai forfettari viene riconosciuto un abbattimento dei ricavi in base al codice attività. Infatti il coefficiente di redditività viene stimato sulla scorta di quanto previsto dal codice ATECO. Pertanto, indipendentemente dalla quantità di acquisti che il titolare di partita Iva farà, l’imponibile su cui si paga l’imposta sostitutiva non cambia.
Gli altri costi da valutare
Non bisogna nemmeno dimenticare che, chi opta per il regime forfettario, dovrà anche sostenere dei costi riguardanti i contributi previdenziali Inps. Il regime forfettario, infatti, esattamente come quello ordinario, è assoggettato alla contribuzione INPS. La contribuzione INPS mediamente ha un importo del 26% per cui soltanto facendo due semplici calcoli, un forfettario che dichiara un reddito tassabile di 60.000€, andrebbe a pagare €15.600 soltanto di INPS a cui poi si aggiungerà la sostitutiva. Ecco perché il forfettario sicuramente conviene, ma non è detto che sia totalmente a costo zero.