Con le nuove regole improntate sulla tax compliance i controlli fiscali sono destinati a ridursi nei prossimi anni
La vita sarà sempre più dura per coloro che sono abituati a barare e a nascondere i propri guadagni al fisco. L’Agenzia delle Entrate è da sempre, e comprensibilmente restia, ad affidarsi al senso civico degli italiani, e per questo motivo ormai da tanti anni sguinzaglia i vari organi dell’Amministrazione Finanziaria, per verificare che le dichiarazioni dei contribuenti non siano mendaci e che rispettino appieno gli obblighi tributari previsti dalla legge.
Le strategie introdotte dal governo
Senza sorveglianza e monitoraggio, il tasso di evasione fiscale in Italia sarebbe ben più elevato di quello attuale, già di per sé significativo. Le stategie che il governo ha adottato negli ultimi anni sono sempre stati sempre più protesi a prevenire gli inadempimenti tributari anziché a sanzionarli. Si tratta ovviamente di un obiettivo ambizioso, ma non irrealistico. Il piano del governo è quello di intensificare sempre di più la cooperazione tra l’Amministrazione finanziaria e i cittadini, basata sulla fiducia reciproca.
La digitalizzazione dei servizi (ad esempio la fattura elettronica) e il sistema delle dichiarazioni precompilate, evitano al fisco di dover eseguire milioni di controlli, riducendo il lavoro di monitoraggio attraverso adeguati sistemi di prevenzione. In futuro verranno promossi ulteriori rimedi per favorire l’adempimento spontaneo del contribuente anche mediante la cosiddetta tax compliance.
Questo meccanismo ha indotto la pubblica amministrazione ad inviare milioni di lettere di comunicazioni di irregolarità nella compilazione delle dichiarazioni, al fine di evitare che si possa ricorrere all’emissione di avvisi di accertamento esecutivo o dell’invio delle cartelle di pagamento. Le lettere di compliance non sono altro che un sistema per avvisare che i contribuenti hanno commesso errori nella compilazione della dichiarazione, invitandoli a mettersi in regola pagando quanto dovuto.
Secondo il PIAO (Piano Integrato di Attività e Organizzazione) per contrastare l’evasione fiscale l’Agenzia delle Entrate ha previsto per il triennio dal 2024 al 2026, un numero complessivo pari a 320.000 controlli su altrettanti contribuenti per verificare il corretto pagamento di imposte dirette, Iva, Irap, imposta di registro e altri balzelli.
Le probabilià di subire un controllo sono relativamente basse
Dal punto di vista operativo, l’ente di riscossione conta di recuperare qualcosa come 11 miliardi di euro ogni anno. Si tratterà di controlli mirati che avranno come obiettivo tutte quelle categorie di soggetti a rischio evasione. Un’attività di monitoraggio ben circoscritta e dettagliata sarà destinata alle grandi imprese e società multinazionali i cui fatturati superano i 750 milioni di euro all’anno. Saranno sostenuti e agevolati meccanismi di adempimento spontaneo da parte del contribuente mediante l’introduzione del concordato preventivo biennale.
Secondo i dati sopra esposti, le probabilità di subire controlli o verifiche fiscali non sono elevati, tenuto conto che i lavoratori dipendenti italiani sono complessivamente 23 milioni sia pubblici che privati. Quasi 23 milioni sono invece i pensionati mentre sono circa 4 milioni e mezzo le partite Iva. In totale la massa dei contribuenti ammonta a 50 milioni di individui.