Da un paio di settimane, il servizio ChatGPT alimentato dall’intelligenza artificiale generativa dell’azienda statunitense OpenAI è stato bloccato in Italia dal Garante per la protezione dei dati personali per tutta una serie di motivi riguardanti il tema di protezione dei dati personali e di cui abbiamo già trattato in maniera approfondita QUI. Con un suo nuovo provvedimento datato 11 aprile 2023, il Garante Privacy italiano (GPDP) ha comunicato che la limitazione provvisoria di ChatGPT in Italia potrà essere sospesa il prossimo 30 aprile 2023 se OpenAI adotterà entro questa data un pacchetto di misure "concrete a tutela dei diritti e delle libertà" degli utilizzatori di ChatGPT e degli utenti i cui dati sono stati trattati, o probabilmente lo sono stati, al fine di addestrare gli algoritmi dietro al funzionamento di ChatGPT.
Sono diverse le misure che il Garante chiede a OpenAI di adottare prima del 30 aprile 2023 per sospendere in tale data la limitazione provvisoria di ChatGPT in Italia, tra cui:
• la predisposizione e la pubblicazione sul proprio sito web di una informativa completa, facilmente accessibile anche prima della registrazione ai servizi di OpenAI, che spieghi come avviene la raccolta dei dati degli utenti con lo scopo di addestrare gli algoritmi di ChatGPT e come tali dati potrebbero essere trattati;
• di rendere disponibile sul proprio sito web uno strumento che permetta agli utenti di ChatGPT che utilizzano il servizio dal territorio italiano di potersi opporre al trattamento dei propri dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi e dell’erogazione del servizio ChatGPT;
• di rendere disponibile sul proprio sito web uno strumento che permetta ai fruitori del servizio ChatGPT dall’Italia di correggere eventuali dati personali trattati non correttamente da ChatGPT nella generazione dei contenuti, o al più di poter cancellare i propri dati personali;
• di aggiungere tra i vari passaggi di registrazione ai propri servizi un collegamento all’informativa rivolta agli utenti;
• di cambiare in ‘consenso’ o ‘legittimo interesse’ la base giuridica del trattamento dei dati personali degli utenti con lo scopo di addestrare gli algoritmi del servizio, togliendo ogni riferimento al contratto;
• di inserire, sia nelle fasi di prima registrazione ai servizi che di ri-attivazione del servizio in Italia in seguito la sospensione dello stesso, uno strumento che chieda all’utente di dichiarare la propria età al fine di escludere dal servizio gli utenti minorenni;
• di presentare al Garante, entro la data del 31 maggio 2023, un piano che preveda l’adozione entro il 30 settembre 2023 di un sistema di verifica dell’età tale da impedire l’accesso al servizio agli utenti infratredicenni e ai minorenni senza consenso dei loro genitori;
• di promuovere in radio, tv, giornali e web una campagna informativa, non a scopo promozionale, per informare le persone del fatto che probabilmente i loro dati sono stati raccolti per addestrare gli algoritmi di ChatGPT; i contenuti di tale campagna dovranno essere concordati con il Garante e la campagna dovrà essere promossa entro la data del 15 maggio 2023.
Le misure sono state stabilite in seguito alla volontà manifestata da OpenAI di collaborare con il Garante per rendere di nuovo accessibile ChatGPT in Italia. A tal proposito, il Garante italiano ha comunicato di aver ricevuto la disponibilità dell’azienda statunitense per un incontro lo scorso 3 aprile e che una riunione con i vertici di OpenAI si è tenuta in teleconferenza lo scorso 5 aprile.
Se OpenAI adotterà nel più breve tempo possibile tutte le misure richieste dal Garante della privacy italiano, ChatGPT tornerà ad essere disponibile in Italia tra un paio di settimane. Nel frattempo, collegandosi nella pagina del servizio ChatGPT, resta visibile la comunicazione di OpenAI che il servizio è al momento sospeso in Italia.
E’ possibile consultare il provvedimento integrale del Garante Privacy italiano dell’11 aprile 2023 nei confronti di OpenAI e della riattivazione di ChatGPT in Italia sul sito web www.garanteprivacy.it
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