Con un provvedimento datato 30 marzo 2023, il Garante italiano per la protezione dei dati personali (GPDP) ha limitato il servizio ChatGPT di OpenAI per ‘raccolta illecita di dati personali’ e per ‘mancanza di sistemi per verificare l’età degli utilizzatori’. ChatGPT è quel servizio che si presenta agli utenti come una sorta di chat in cui si interagisce in modo conversazionale con un computer super-informato su moltissimi argomenti. Questo grazie al pre-addestramento con testi tra cui libri, articoli di giornale, siti web e conversazioni.
OpenAI è una organizzazione di ricerca statunitense fondata nel 2015 da un gruppo di imprenditori e scienziati, tra cui Elon Musk (co-fondatore di Tesla e SpaceX, nonché attuale proprietario di Twitter) e Reid Hoffman (il co-fondatore di LinkedIn) con l’intento di sviluppare modelli di intelligenza artificiale a beneficio dell’umanità.
Utilizzare ChatGPT è gratuito previa registrazione di un account OpenAI, come abbiamo condiviso nella nostra recensione del servizio. OpenAI offre poi accesso alle API di ChatpGPT a pagamento, tramite ChatGPT Plus, per gli sviluppatori di terze parti intenzionati ad integrare le capacità di ChatGPT nelle loro app. Tra queste, ricordiamo Snapchat.
Il Garante della privacy italiano ha preso atto che ChatGPT in data 20 marzo 2023 ha registrato una perdita di dati. Questa ha riguardato sia le chat degli utenti, sia le informazioni dei pagamenti degli utenti abbonati al servizio ChatGPT Plus. Il Garante ha inoltre preso atto che OpenAI non fornisce alcuna informativa agli utenti, nemmeno a coloro i cui dati sono stati raccolti dall’Organizzazione e trattati tramite ChatGPT, e non ha una idonea base giuridica relativa alla raccolta dei dati personali e all’utilizzo di questi per addestrare gli algoritmi dietro a ChatGPT. Come specificato dal GPDP, OpenAI non ha una sede nell’Unione Europea ma solo un suo rappresentante nello Spazio economico europeo.
Inoltre, il Garante ha notato che, nonostante i termini pubblicati dall’Organizzazione indicano che il servizio è rivolto alle persone con almeno 13 anni di età, chiunque ha la possibilità di utilizzare ChatGPT, anche utenti minori di 13 anni. Inoltre, il servizio risponde alle domande che gli vengono poste senza adattare le risposte in base all’età di chi le fa, fornendo così "risposte assolutamente inidonee rispetto al grado di sviluppo e autoconsapevolezza" degli utenti.
Per questi motivi, la limitazione a ChatpGPT stabilita dall’Autorità ha avuto effetto immediato dalla data in cui OpenAI ha ricevuto il provvedimento, con durata prevista fino al momento in cui ChatGPT non rispetterà la disciplina privacy. OpenAI ha 20 giorni di tempo (dal giorno in cui ha ricevuto il provvedimento) per rispondere al Garante condividendo quali siano le iniziative intraprese per attuare le richieste dell’Autorità, altrimenti OpenAI sarà punita con una sanzione amministrativa del valore di fino a 20 milioni di euro o fino al 4 per cento del suo fatturato globale annuo.
Al momento in cui scriviamo, OpenAI ha disabilitato ChatGPT per gli utenti in Italia. Collegandosi al sito web del servizio, chat.openai.com, viene mostrato un messaggio scritto dal team di supporto di OpenAI nel quale si legge: "Siamo spiacenti di informarti che abbiamo disabilitato ChatGPT per gli utenti in Italia su richiesta del Garante italiano". Per gli utenti in Italia abbonati al servizio a pagamento ChatGPT Plus, OpenAI ha previsto il rimborso del mese di marzo e la sospensione dei rinnovi. "Ci impegniamo a proteggere la privacy delle persone e crediamo di offrire ChatGPT in conformità con GDPR e altre leggi sulla privacy." spiega il team di supporto di OpenAI, aggiungendo che l’intenzione è quella di contattare il Garante della privacy italiano per poter ripristinare il servizio in Italia "il prima possibile".
Non è della stessa opinione del Garante della privacy italiano il Lead Data Scientist di Kaspersky, Vladislav Tushkanov, secondo cui "OpenAI è trasparente in merito alle proprie procedure in materia di dati" dal momento che i dati inseriti nelle API commerciali del servizio vengono memorizzati temporaneamente solo per effettuare un monitoraggio di potenziali abusi, con l’opzione di eliminarli. Inoltre, riguardo l’informativa sulla gestione dei dati degli utilizzatori di ChatGPT, Tushkanov aggiunge "l’interfaccia di ChatGPT informa gli utenti che i dati immessi possono essere condivisi con terze parti e controllati da analisti umani per migliorare la qualità del servizio" Dal canto suo, quindi, OpenAI è chiara circa il fatto che gli utenti devono stare attenti a non condividere dati personali e informazioni private, loro o anche di altre persone, mentre chattano con ChatGPT. A tal proposito, Tushkanov consiglia, in generale a tutti gli utilizzatori di chatbot, di considerare i chatbot come degli "estranei incontrati su Internet", facendo quindi molta attenzione.
Il provvedimento completo del Garante della privacy italiano nei confronti di OpenAI può essere consultato sul sito www.garanteprivacy.it
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