Giornata della Terra 2021: doodle speciale Google, Apple annuncia il Restore Fund, Oppo dona 1000 alberi

Il doodle annuale della Giornata della Terra di quest'anno evidenzia come tutti possano piantare il seme per un futuro più luminoso: un alberello alla volta.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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La Giornata della Terra si festeggia ogni anno il 22 aprile per ricordare che tutti possono contribuire ad un pianeta migliore, e quest’anno è giunta alla sua 51a edizione. L’annuale doodle che Google dedica alla Giornata della Terra quest’anno evidenzia come tutti possano piantare il seme per un futuro più luminoso, un alberello alla volta.

"Il pianeta che chiamiamo casa continua a nutrire la vita e ispira meraviglie" scrive Google nel suo doodle. "Il nostro ambiente lavora duramente per sostenerci, il che ci richiede di ricambiare il favore". Più nello specifico, il doodle odierno è un video che mostra una varietà di alberi piantati all’interno di habitat naturali, "uno dei tanti modi in cui possiamo fare la nostra parte per mantenere la nostra Terra sana per le generazioni future" spiega Google.  

Il video doodle del 22 aprile 2021

Come ha spiegato Google nel portale di archivio dei suoi doodle, il video è stato realizzato dall’artista Sophie Diao, che ritiene la Giornata della Terra speciale ogni anno ma quest’anno in particolare perchè ha imparato ad apprezzare l’influenza del radicamento degli alberi "Gran parte della giornata per me è guardare fuori dalla finestra e ammirare la varietà di specie – nespola di bronzo, bouganville, jacaranda, dolce michelia, glicine e altro – che compongono la foresta urbana della strada in cui vivo. Con il passare degli anni, non vedevo l’ora di vederli sbocciare, sfogliare e crescere un po ‘più alti" ha dichiarato Diao, aggiungendo: "D’altro canto, ogni anno viviamo eventi climatici catastrofici che ci ricordano cosa succede quando trascuriamo di prenderci cura del pianeta. La Giornata della Terra è un’opportunità per tutti noi di fare un passo indietro dalla nostra vita quotidiana e guardare il quadro più ampio, per fare un respiro profondo e ricordare che siamo parte della natura."

Riguardo al processo creativo dietro al doodle di Google, Diao ha detto: "Sapevo di voler creare una narrazione sull’importanza degli alberi, quindi ho iniziato ricercando tutto ciò che potevo sulle tecniche di riforestazione e sulle migliori pratiche. Ho preso ispirazione dalle storie di persone che avevano piantato alberi quando erano molto giovani e si sono presi cura di loro per tutta la vita, e di persone – a volte come comunità, altre volte come lavoro individuale – che si sono prefissate l’obiettivo di riforestare un luogo, sia esso essere una delle città più dense del mondo o un deserto arido che era lussureggiante e verde. Una volta che ho avuto l’idea di animare una bambina che invecchia con un albero, il resto della storia del doodle è proseguita in modo molto naturale. Una persona può trasmettere un alberello a qualcun altro e gli alberi possono sostenere molte generazioni di vite umane. Anche se ogni persona pianta solo un albero, se lo condividi con un numero sufficiente di persone, alla fine puoi creare un’intera foresta. "

Il messaggio che Diao spera che le persone che guardano il doodle conservino è che il contributo di ciascuno di noi può fare una grande differenza: "Abbiamo il potere di far crescere un futuro migliore se lavoriamo insieme".

Apple e i suoi partner lanciano il Restore Fund da 200 milioni di dollari

Apple ha annunciato l’iniziativa chiamata Restore Fund volta alla rimozione del carbonio, che investirà in progetti forestali per rimuovere il carbonio dall’atmosfera, generando al contempo un ritorno finanziario per gli investitori. Lanciato in collaborazione con Conservation International e Goldman Sachs, il fondo di 200 milioni di dollari di Apple avrà l’obiettivo di rimuovere almeno un milione di tonnellate di anidride carbonica ogni anno dall’atmosfera, equivalente alla quantità di carburante utilizzato da oltre 200.000 veicoli passeggeri, dimostrando al contempo un modello finanziario praticabile che può aiutare ad aumentare gli investimenti nel ripristino delle foreste.

Questa iniziativa rientra nel più ampio obiettivo di Apple di diventare carbon neutral in tutta la sua catena del valore entro il 2030. Entro quell’anno l’azienda intende infatti eliminare direttamente il 75% delle emissioni dalla catena di fornitura e dai prodotti, mentre il fondo compenserà il restante 25% delle emissioni generate da Apple rimuovendo carbonio dall’atmosfera. Gli alberi assorbono carbonio durante la loro crescita: le ricerche stimano che le foreste tropicali possono trattenere più carbonio di quanto ne abbia emesso il genere umano negli ultimi 30 anni con la combustione di carbone, petrolio e gas naturale, e questo malgrado la continua deforestazione. Questa collaborazione mira a sbloccare il potenziale di questa soluzione naturale ampliandone la portata così da renderla appetibile per le imprese.

Per assicurarsi che il carbonio immagazzinato nelle foreste venga accuratamente quantificato e trattenuto permanentemente fuori dall’atmosfera, il Restore Fund utilizzerà solidi standard internazionali sviluppati da organizzazioni riconosciute come Verra, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici e la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul clima. E darà priorità agli investimenti nelle cosiddette working forest, le foreste in grado di produrre legname in modo sostenibile, che migliorano la biodiversità attraverso la creazione di zone cuscinetto e terreni a riposo. Conservation International è uno degli investitori del fondo e assicura che i progetti soddisfino rigorosi standard ambientali e sociali. Goldman Sachs si occupa della gestione del fondo. I tre attori identificheranno nuovi progetti nel corso dell’anno.

Nel 2018, Apple ha collaborato con Conservation International, il governo locale e organizzazioni impegnate nella conservazione in Colombia per la tutela e il ripristino di una foresta di mangrovie di 27.000 acri. L’obiettivo è di trattenere 1 milione di tonnellate di anidride carbonica per la durata del progetto. Oltre a proteggere le coste e a fornire sostentamento alle comunità locali, le mangrovie sono anche in grado di immagazzinare 10 volte più carbonio rispetto alle piante che crescono sui terreni asciutti. Il progetto è il primo a utilizzare la metodologia “blue carbon” (il carbonio immagazzinato negli ecosistemi costieri e marini) per valutare in modo rigoroso l’intero sistema di mangrovie, sia sopra che sotto il livello dell’acqua, e stimare la conseguente attenuazione dei cambiamenti climatici.

Apple e Conservation International hanno inoltre collaborato con organizzazioni locali per la conservazione in Kenya per il ripristino delle savane degradate nella regione delle Colline Chyulu, un’area racchiusa fra tre parchi nazionali in Kenya e poco oltre il confine del Parco nazionale del Kilimangiaro in Tanzania.

Dal 2017, il 100% della fibra di legno vergine utilizzata nel packaging dei prodotti Apple è ottenuto da fonti sostenibili, proprio come le working forest gestite responsabilmente in cui il Restore Fund intende investire. E’ il primo materiale a "ciclo chiuso" dell’azienda, nell’ambito del suo obiettivo di arrivare un giorno a realizzare prodotti utilizzando solo materiali riciclati o rinnovabili. 

Dopo il lancio del primo iPhone con un packaging composto per la maggior parte da fibre nel 2016, la famiglia iPhone 12 arriva oggi ai clienti in un packaging composto al 93% da materiali a base di fibre, inclusa la cover che protegge il display e che, per la prima volta, sostituisce la tradizionale pellicola di plastica.

Apple ha inoltre intrapreso azioni dirette a sostegno della produzione sostenibile di fibra di legno. Attraverso le partnership con The Conservation Fund e World Wildlife Fund, Apple ha migliorato la gestione di oltre 1 milione di acri di working forest negli Stati Uniti e in Cina a partire dal 2015.

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo web www.apple.com/it/environment/ 

Il Climate Pledge supera i 100 firmatari

Amazon e Global Optimism hanno annunciato che più di 100 aziende hanno firmato il Climate Pledge. I firmatari dell’accordo generano complessivamente oltre 1,4 trilioni di dollari di fatturato all’anno a livello globale, contano più di 5 milioni di dipendenti e operano in 25 settori in 16 Paesi: questo dimostra l’impatto collettivo che il Climate Pledge può avere nell’affrontare il cambiamento climatico.

I firmatari del Climate Pledge si impegnano a:
– misurare e rendicontare regolarmente le proprie emissioni di gas serra;
– attuare strategie di decarbonizzazione in linea con l’Accordo di Parigi attraverso concreti cambiamenti aziendali e innovazioni, tra cui il miglioramento dell’efficienza, l’impiego di energie rinnovabili, la riduzione dei materiali e altre strategie atte ad eliminare le emissioni di CO2;
– neutralizzare qualsiasi emissione residua adottando misure compensative aggiuntive, quantificabili, concrete, permanenti e con impatto sociale positivo, al fine di ottenere zero emissioni nette annue di CO2 entro il 2040 – un decennio prima dell’obiettivo del 2050 stabilito dall’Accordo di Parigi.

Tra i 52 nuovi firmatari che si sono uniti al Climate Pledge ci sono: AECOM, Airmee, Alaska Airlines, Atlantia, Bellrock Group, Blacklane, Colgate-Palmolive, Convoy, Delphis Eco, Direct Healthcare Solutions Limited, Edmonton International Airport, Elisa Corporation, EV Private Equity, FILA Solutions, Graebel, Greencore Group, Heineken, HH Global, IGS Energy, IMI, Inn at Laurel Point, Karma Automotive, LeasePlan, LifeStraw, Lil Packaging Limited, Lime, Mace Group, Morgan Sindall Group, Natural Capital Partners, Optimus Ride, PepsiCo, Pollination, Portland General Electric, Posti, Pregis, Protector Cellars, Quorn Foods, Rail Delivery Group, Royal Philips, Russell Group, Sainsbury’s, SecuriGroup, Sonnedix, Springer Nature Group, Storegga Geotechnologies, STV Group, Telefónica, Teleperformance, The Sustainable City, Urenco, UST, Visa.

Oppo dona 1.000 alberi e si fa sempre piu’ green

Per celebrare la Giornata Mondiale della Terra, il brand Oppo ha annunciato la donazione di 1.000 alberi come contributo all’arricchimento delle foreste di Ecuador e Camerun, in collaborazione con Treedom. Rientra nella campagna #verdeOPPO, con cui Oppo ha l’obiettivo di contribuire a rendere il pianeta più green. Ogni albero donato da Oppo ha una pagina online, viene geolocalizzato e fotografato: si può seguire all’indirizzo www.treedom.net/verdeoppo.

Con l’obiettivo ultimo di ridurre concretamente il carbon footprint, Oppo è sempre più green nell’arco di tutti gli stadi del ciclo di vita dei suoi prodotti, dal design al packaging, fino alla produzione e al trasporto. Nel 2020 Oppo ha ridotto del 25.8% il consumo totale di acqua, elettricità del 12.4%, rifiuti prodotti del 42.7% ed emissioni indirette di gas serra del 20%. Gli imballaggi dei prodotti Oppo sono costituti per il 45% da fibre rinnovabili e i colori per la stampa sono a base di soia, soluzioni rispettose dell’ambiente. Nello sviluppo dei prodotti, invece, Oppo utilizza design modulari che rendono più semplice riparare o sostituire alcuni parti del device. La plastica riciclata a oggi costituisce il 35% nei componenti degli smartphone del brand. Inoltre, Oppo sta lavorando per rendere i suoi smartphone sempre più efficienti dal punto di vista del risparmio energetico.

#verdeOPPO

Samsung per la Giornata della Terra 2021

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