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Facebook vuole testare droni a bassa quota nella Silicon Valley

Il cielo sopra la sede di Facebook nella Silicon Valley potrebbe presto essere invaso dai droni. Infatti, la società prevede di iniziare a far volare una piccola flotta di piccoli droni sopra il suo quartier generale di Menlo Park, nella Silicon Valley, per testare la tecnologia senza fili ad un’altitudine di 400 piedi nei prossimi mesi.

A rivelare questa intenzione di Facebook sono stati dei documenti depositati di recente presso la FCC (la Federal Communication Commission, l’autorità governativa americana che si occupa di telecomunicazioni) che mostrano che la società dietro il social network piu’ popolato al mondo ha chiesto il diritto di usare uno spettro radio nella banda a 2,4 GHz per sperimentare "testare potenziali nuove applicazioni e apparecchiature per le comunicazioni in un ambiente controllato per via aerea, a bassa quota" nel periodo compreso tra ottobre di quest’anno ed aprile 2017.

Un documento separato rivela che il test si svolgerà nella città di Menlo Park, in California, ad un’altitudine massima di volo di 400 piedi, pari a circa 120 metri da terra.

Mike Johnson, Deputy General Counsel di Facebook, viene indicato nei documenti come il contatto a cui fare riferimento per informazioni sul progetto.

Facebook sta costruendo – e testando in Arizona – droni alimentati ad energia solare con il suo progetto "Aquila" per fornire l’accesso a Internet in varie parti del mondo. Questi droni sono pero’ molto grandi, avendo un’apertura alare di un Boeing 737, e sono progettati per volare ad un’altitudine di 60.000 piedi con tre mesi di autonomia.

I droni che Facebook intende far volare nella Silicon Valley saranno molto piu’ piccoli dei droni "Aquila", il che porta a presumere che l’azienda sta sviluppando una nuova generazione di droni forse da immettere sul mercato per i consumatori. Tuttavia, Facebook precisa che intende per il momento sfruttare questi piccoli droni solo per testare la tecnologia wireless, da poter forse poi utilizzare nei suoi droni Aquila.

Con il progetto Internet.org – che comprende i droni Aquila oltre al programma ‘Free Basics’ che da’ accesso ad una serie di servizi online senza far pagare traffico dati  – la società di Mark Zuckerberg vuole riuscire a diffondere l’accesso alla rete agli oltre 1,5 miliardi di persone che vivono in aree non ancora raggiunte, o scarsamente raggiunte, dal web. Facebook, come Google, intende distribuire varie tecnologie presenti nell’aria che possono fornire l’accesso a Internet ai consumatori di tutto il mondo per aumentare l’utilizzo dei rispettivi servizi online.

Il progetto di Facebook è ambizioso, e ha subito un freno lo scorso mese quando il satellite Amos-6 – di proprieta’ dell’israeliana Spacecom e finanziato da Facebook – è stato distrutto nell’esplosione del razzo SpaceX. La Nasa ha riferito che l’esplosione e’ stata provocata da "un’anomalia sulla piattaforma di lancio che ha causato la perdita del razzo e del suo carico". Il valore dell’Amos-6 si è stimato tra i 200 e i 300 milioni di dollari. Il satellite sarebbe servito per trasmettere dallo spazio il segnale Internet verso alcune zone remote europee, africane e mediorientali.

Simone Ziggiotto

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