I politici della California stanno pensando di trasformare in legge il divieto per gli smartphone con i dati crittografati. Se la proposta diventasse una legge, quasi tutti i telefoni Android e gli iPhone diventerebbero proibiti nello stato.
Mountain View, Menlo Park e Cupertino, tanto per fare degli esempi, sono località che ospitano i quartieri generali rispettivamente di Google, Facebook e Apple. Questi colossi informatici hanno in comune la residenza, che manco a dirlo è la California.
Sembra dunque un paradosso che proprio la California, una culla delle più avanzate tecnologie che affonda le sue radici nello sviluppo informatico, intenda rendere illegali la maggior parte dei telefoni e dei tablet. Sia sugli smartphone Android sia su quelli iOS, infatti, gli utenti hanno la possibilità di eseguire la crittografia dei dati. La possibilità è prevista dal software ufficiale, non da versioni modificate da sviluppatori di terze parti.
Secondo quanto riporta Zdnet, il membro dell’assemblea Jim Cooper infatti ha avanzato una proposta di legge (numero 1681) che chiede di rendere possibile la decrittazione e lo sblocco dello smartphone da parte del produttore o dell’operatore telefonico "a partire dal 1 Gennaio del 2017 su tutti i dispositivi venduti in California".
Per ogni smartphone che non potesse essere decrittato su richiesta è prevista una multa per il venditore pari a 2.500 dollari.
E’ l’utente che, attraverso una password, rende illeggibili le informazioni presenti sul proprio dispositivo. Dunque se un telefono può essere decrittato su richiesta esterna anche contro la volontà dell’utente, perderebbe di significato tutto il concetto alla base della criptazione dei dati.
Come anticipato, se la proposta diventasse effettivamente legge, quasi tutti gli iPhone e la maggior parte dei telefoni Android diventerebbero vietati in questo stato a sud della West Coast.