Il Fraunhofer Institute for Integrated Circuits, un’agenzia tedesca che stava dietro la concezione della codifica MP3, ha annunciato ufficialmente di aver terminato la sua licenza di brevetto della tecnologia MP3. Cosa significa? Il supporto per i formati MP3 col tempo svanirà e, mentre i file MP3 continueranno ad essere presenti ancora pr qualche anno, lo saranno sempre meno per lasciare spazio a nuove tecnologie di codifica audio più recenti.
MP3 è il formato di compressione audio di tipo lossy che ha cambiato radicalmente il modo di distribuire la musica nel mondo. Un paio di anni fa, precisamente il 14 luglio 2015, si sono festeggiati i 20 anni dalla nascita del formato.
Sviluppato dal gruppo MPEG e lanciato il 14 luglio 1995, per anni e anni, ma ancora oggi in molteplici realtà, l’Mp3 si è scelto di usare come formato di compressione audio per la sua capacità di ridurre drasticamente la quantità di dati richiesti per memorizzare un suono, offrendo allo stesso tempo una qualità audio discreta e accettabilmente fedele al file originale non compresso.
Ad aver creato l’mp3 un team di lavoro internazionale coordinato da Leonardo Chiariglione, un ingegnere italiano che ha fondato il gruppo MPEG a cui aderiscono trecento esperti, in rappresentanza di venti paesi da tutto il mondo e provenienti da diversi settori dell’audio e video digitali. Al team si deve la creazione del formato standard MPEG-1, MPEG-2 oltre che dell’MP3.
Chiariglione negli anni Novanta è stato inoltre inserito dal Time tra i cinquanta uomini più influenti al mondo nel settore tecnologico.
L’AAC, è il formato erede dell’MP3, rispetto al quale offre una qualità superiore a parità di bit-rate, il sistema metrico per misurare l’efficienza di un algoritmo di compressione. Tra i successori del formato MP3 è importante ricordare anche l’Ogg Vorbis, il formato scelto da Spotify per lo streaming della musica attraverso il suo servizio.
http://www.pianetacellulare.it/Articoli/Apple/38862_Apple-Music-vs-Spotify-quale-scegliere.php
Nella musica vengono utilizzati vari formati, a cominciare dall’ audio senza perdita di qualità (o lossless) usato nei CD originali. Fino a quando esistevano solo i CD poco importava il formato della musica, dato che era sempre fedele all’originale, ma da quando la musica ha iniziato a diffondersi in digitale, via internet, o con le masterizzazioni ‘fatte in casa’ è stato fondamentale trovare un formato che occupasse poco spazio ma allo stesso tempo garantisse un’adeguata qualità sonora. Ed ecco che si è pensato all’mp3. Gli appassionati di masterizzazione di CD Audio sceglievano proprio l’mp3 come formato di compressione dei file audio ‘per far stare più canzoni possibili in un cd’. Con gli anni l’mp3 è stato superato, dai sopra citati formati AAC e OGG VORBIS e altri, ed è su questi che gli attuali servizi di musica in streaming stanno puntando per offrire una qualità superiore dell’audio ai propri clienti.
Giusto pr fare un rapido quadro, ad offrire musica nella bassa qualità dell’mp3 ci sono Deezer e Google Play Music (MP3 a 320kbps), mentre Apple Music già riduce il suo bitrate a 256kbps ma considerato che utilizza il formato AAC offre qualità migliore all’mp3, paragonabile alla qualità offerta da Spotify (OGG Vorbis a 320 kbps). Il migliore fra tutti, oggi, è TIDAL, che offre musica lossless con qualità pari a quella di un CD nel formato FLAC (1411kbps).
Per comprendere le capacità di compressione del formato mp3, basti pensare che una traccia audio lossless da 25 MB (FLAC) circa può essere ridotta a meno di 10MB in mp3. Naturalmente, con la perdita di qualità.
"Per la prima volta l’Mp3 ha consentito che la musica fosse organizzabile dall’utente, ha spostato la capacità di scegliere dal fornitore all’ascoltatore", ha dichiarato all’ANSA Leonardo Chiariglione, nella dichiarazione rilasciata in occasione dei 20 anni compiuto dal formato .mp3. "A suo tempo mi sono solo chiesto come fare a mettere contenuti audio e video in un compact disc mantenendo la qualità audio elevata. A me piace l’idea di aver creato un formato indipendente, contenuti che viaggiano da soli e non un modello di business.".
Anche se l’MP3 è ancora la tecnologia di codifica audio più ampiamente riconosciuta e supportata, i formati alternativi hanno guadagnato nel corso degli anni, poiché alcuni di loro offrono una qualità audio molto migliore pur con una compressione elevata.
Preparaiamoci quindi a salutare l’Mp3.
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