Nanolampadina al grafene accesa con successo, ecco il futuro dei display

Accesa con successo la nanolampadina al grafene, costituita da pochi atomi di grafene, riscaldata fino a 2500 gradi e in grado di emettere una luce visibile all'occhio umano.

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Redazione

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Accesa con successo la nanolampadina al grafene, costituita da pochi atomi di grafene. La particolarità, la capacità di emettere una luce visibile all’occhio umano.

Il filamento nanoscopico, infatti, è stato fatto brillare alla temperatura di ben 2500 gradi, rendendolo addirittura visibile all’occhio umano.

Il grafene, un derivato ultra tecnologico della più comune grafite, costituisce un materiale dalle altissime aspettative in campo tecnologico: si punta a questo straordinario materiale per rivedere in maniera pressoché completa molte tecnologie attuali, dai pannelli fotovoltaici alle batterie ad altissime prestazioni.

Diversamente dai materiali altamente conduttori, come per esempio il tungsteno, utilizzato per oltre 50 anni nella lampadine di vecchia generazione, il filamento di grafene non trasferisce agli elettrodi posti ai lati l’altissima temperatura, che li farebbe fondere.

Le sue applicazioni potrebbero costituire una alternativa agli attuali display led, rendendoli ancora più affidabili, più luminosi e ancora meno energivori oltre che ultrasottili.

Sarebbe possibile realizzare un foglio di grafene spesso anche poche decine di millimetro, per utilizzarlo come display, flessibile, a basso impatto energetico e pressoché indistruttibile.

Lo stesso Edison aveva utilizzato proprio il carbonio durante i suoi primi esperimenti, anche se all’epoca, la tecnologia non era adeguata al suo utilizzo.

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