Piccolo offtopic dal mondo della tecnologia, per contribuire con questo articolo a sensibilizzare i nostri lettori su uno dei grandi mali della nostra epoca.
La FAO, Food and Agriculture Organization, annuncia i dati relativi alla situazione alimentare a livello mondiale, indicando ben 800 milioni di persone che soffrono la fame, con una riduzione del 23% rispetto al 1990.
Parlare di dati positivi, quando esistono ben 800 milioni di persone che soffrono la fame, appare desolante.
I cosiddetti ambiziosi progetti stabiliti dalla FAO nel 2000, centrati da 72 paesi su 129, portano a queste cifre a dir poco drammatiche.
Un pianeta nettamente diviso in due: da una parte economie cosiddette avanzate colpite da problemi di obesità e malattie correlate che causano ogni anno migliaia di morti e costi per la sanità stratosferici, dall’altra ben 800 milioni di persone, soffrono o muoiono di fame. A farne le spese soprattutto i bambini.
Mentre in Italia va in scena l’Expo 2015, intitolato proprio "Nutrire il Pianeta" e costato oltre 10 miliardi di euro, un abitante su 10 della terra soffre la fame.
Una situazione emblematica del mondo occidentale, solitamente più impegnato nell’apparire interessato alle varie problematiche, salvo poi impegnarsi poco o niente nel risolverle.
Dai piccoli ai grandi problemi, l’Occidente si dimostra incapace di agire.
Analizziamo, studiamo, rapportiamo dati e organizziamo convegni e manifestazioni di portata globale sostanzialmente ogni settimana dedicando gran parte delle energie all’auto promozione o all’ego personale, dimenticandoci poi di passare all’azione.
La stessa FAO, organizzazione che fa capo alle Nazioni Unite, dispone di 130 sedi in altrettanti paesi con 3600 dipendenti e la bellezza di 7500 consulenti.
Un esercito di 11.000 persone dovrebbe lavorare per risolvere i problemi della fame a livello mondiale ma nonostante 1 miliardo di budget a disposizione, i risultati non si vedono.
Tanto per fare alcuni esempi, i dipendenti FAO godono di privilegi che i nostri politici, in paragone, sembrano dei poveracci.
Stipendi e parcelle faraoniche, viaggi a 5 stelle, college privati di lusso per i figli dei dipendenti, duty free nella sede romana, quartier generale della FAO, e tante altre cose interessanti, tanto che oltre il 50% del budget viene speso per sostenere le varie strutture.
A questo miliardo vanno aggiunti poi altri 3,7 miliardi spesi dal PAM (Programma Alimentare Mondiale) e l’IFAD (Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo) che dovrebbe intervenire negli investimenti per lo sviluppo delle aree rurali, per la quale non esistono dati ufficiali.
In questi 25 anni, la popolazione malnutrita è calata da circa 1 miliardo di persone alle attuali 800 milioni. Una riduzione che appare più spontanea, garantita dal progresso economico di alcune aree (Asia e Sud America per esempio), piuttosto che a interventi veri e propri.
In questi 25 anni, a valori attualizzati, possiamo ipotizzare che la FAO abbia speso la bellezza di almeno 25 miliardi di euro, per lo più per auto sostenere la propria struttura come spesso riportato praticamente da tutti i mezzi di informazione sul pianeta. Basta andare su Google e cercare informazioni sulla FAO per vedere come la maggior parte delle informazioni online, sono documenti che denunciano gli enormi sprechi. Dal 1982 ad oggi, l’Italia da sola ha contribuito con 740 milioni di dollari.
Quanti di questi soldi arrivano realmente nei paesi con grossi problemi alimentari, sotto forma di investimenti?
Nessuno sa dirlo.
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