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Internet delle cose, Garante Privacy apre le trattative

L’Internet of Things (IoT) fa riferimento ad infrastrutture nelle quali innumerevoli sensori sono progettati per registrare, processare, immagazzinare dati localmente o interagendo tra loro mediante l’utilizzo di tecnologie a radio frequenza (ad esempio bluetooth), sia tramite una rete di comunicazione elettronica.

Il Garante della Privacy italiano ha quindi deciso di avviare una consultazione pubblica per acquisire osservazioni e proposte riguardo agli aspetti di protezione dei dati personali delineati all’Internet of Things, con specifico riguardo alle criticità riscontrabili o anche già sperimentate nel settore di riferimento e, in particolare, alle possibili attività di profilazione di utenti anche inconsapevoli; alla necessità di fornire un’informazione trasparente anche al fine dell’eventuale acquisizione del consenso al trattamento dei dati; all’applicabilità di paradigmi di privacy and data protection by design; al possibile ricorso a tecniche di cifratura e di anonimizzazione dei dati; ai modelli di business utilizzati; agli aspetti di standardizzazione; alla possibile adozione di strumenti di certificazione ovvero di autenticazione tesa al mutuo riconoscimento diretto ovvero intermediato.

Per il Garante della privacy, quindi, gli utenti devono essere bene informati su che cosa è l’Internet of Things (Iot) e quali rischi questo possa comportare, ossia in quali rischi legati alla violazione della propria privacy il cittadino non abbastanza informato potrebbe incombere non sono soltanto utilizzando i tradizionali computer o smartphone, ma anche quelli integrati in oggetti di uso quotidiano ("things"), come dispositivi indossabili (come gli smartwatch), di automazione domestica (domotica) e di georeferenziazione e navigazione assistita.

Rientrano nel concetto di Internet of Things (Internet delle Cose) tutti i dispositivi che si connettono ad internet e sono in grado di raccogliere e gestire i dati relativi a comportamenti, abitudini, preferenze e stato di salute degli utenti spesso inconsapevoli, con l’effetto di consentirne l’identificazione, diretta o indiretta, mediante la creazione di profili anche dettagliati.

Gli scopi della consultazione pubblica

La consultazione pubblica mira ad acquisire osservazioni e proposte riguardo agli aspetti di protezione dei dati personali sopra delineati connessi alle nuove tecnologie classificabili come Internet of Things, con specifico riguardo:

– alle possibili attività di profilazione di utenti anche inconsapevoli;

– alla necessità di fornire un’informazione trasparente anche al fine dell’eventuale acquisizione del consenso al trattamento dei dati;

– ai rischi relativi innanzitutto alla qualità dei dati nonché a possibili monitoraggi o condizionamenti dei comportamenti degli interessati, così come a quelli connessi ad aspetti di sicurezza ed alle relative misure;

– all’applicabilità di paradigmi di privacy and data protection by design;

– al possibile ricorso a tecniche di cifratura e di anonimizzazione dei dati;

– ai modelli di business utilizzati;

– agli aspetti di standardizzazione;

– alla possibile adozione di strumenti di certificazione ovvero di autenticazione tesa al mutuo riconoscimento diretto ovvero intermediato.

Internet of Things

Internet delle Cose

In tale quadro, spiega il Garante in una nota, attenzione particolare deve essere riservata ai rischi relativi alla qualità dei dati che potrebbero essere raccolti e sul come vengono raccolti (con scambi su reti protette o meno), specie considerati gli usi in campo medico-sanitario.

Da qui la decisione di avviare una consultazione pubblica per rendere più chiaro il fenomeno dell’IoT e capire dove migliorare su fronti critici: il Garante mira a capire quali sono i rischi relativi innanzitutto alla qualità dei dati nonché a possibili monitoraggi o condizionamenti dei comportamenti degli interessati, così come a quelli connessi ad aspetti di sicurezza ed alle relative misure.

A tal fine, il Garante invita tutti i soggetti interessati a far pervenire le osservazioni, i commenti, le informazioni, le proposte e tutti gli elementi ritenuti utili. I contributi potete spedirli, entro 180 giorni dalla pubblicazione dell’avviso pubblico di avvio della consultazione sulla Gazzetta Ufficiale, all’indirizzo dell’Autorità di Piazza Monte Citorio n. 121, 00186 – Roma, ovvero all’indirizzo di posta elettronica iot@gpdp.it indicando nell’oggetto il tema di riferimento.

Sullo specifico tema, l’Autorità intende favorire la più ampia partecipazione possibile dei soggetti interessati, sia in adempimento di una logica partecipativa, sia con l’obiettivo di acquisire osservazioni e commenti sul fenomeno oggetto di interesse e sulle relative modalità attuative, nonché eventuali proposte operative.

Simone Ziggiotto

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