Il servizio di car-sharing Uber ha in serbo di lanciare delle novità legate alla sicurezza dei suoi piloti in India.
A partire da Mercoledì, Uber integrerà un "pulsante antipanico" nell’app, una caratteristica che permetterà di chiedere immediatamente aiuto in caso di problemi, entrando direttamente in contatto con le forze dell’ordine locali. E’ quanto il The Guardian riporta oggi, citando conversazioni con dei funzionari della società. Inoltre, Uber svelerà una "rete di sicurezza" che permetterà agli utenti di condividere automaticamente i propri dati delle corse, compresi i piani di intervento e posizione, con un massimo di cinque persone.
Le nuove funzionalità pensate per la sicurezza di piloti e passeggeri di Uber giungono un paio di mesi dopo che una donna di 26 anni pare sia stata aggredita e violentata da un pilota di Uber in territorio indiano, nella capitale Nuova Delhi. Il conducente, Shiv Kumar, è stato successivamente arrestato ed è in attesa di processo. Uber, che ha espresso indignazione per il presunto reato, è stato poi sospeso per un certo periodo in India per avere piloti senza una adeguata licenza.
Al centro degli scandali di presunte violenze sessuali, sequestri e pestaggi non c’è solo Uber, ma anche altri servizi simili compresi i tradizionali taxi e riguarda varie parti del mondo. In reazione a questi incidenti, aziende come AsterRide e Shuddle negli Stati Uniti hanno introdotto nuove caratteristiche di sicurezza nelle loro applicazioni, come ad esempio l’aggiunta di pulsanti antipanico e di monitoraggio dei passeggeri, con la possibilità di consultare il profilo dei piloti e sapere il passato di ciascun autista.
La startup Uber con sede in San Francisco esegue controlli sui propri piloti ed un certo numero di questi hanno affrontato una serie di accuse nel corso degli ultimi mesi, tra cui decine legate ad accuse di violenza sessuale, sequestri di persona e violenza fisica, secondo i media. Pochi giorni dopo che la donna indiana è stata presumibilmente aggredita, un pilota di Uber a Boston è stato chiamato in giudizio con l’accusa di stupro, aggressione allo stupro, rapimento, e aggressione e percosse dopo che una giovane donna ha detto di essere stata maltrattata nella sua auto con cui offrire il servizio di Uber.
Il mese scorso, la presunta donna violentata in India ha denunciato Uber, dicendo che la società non ha fornito protocolli di sicurezza adeguati. La donna, che non è stata identificata nella causa, ha detto che Uber dovrebbe aggiornare i suoi sistemi di sicurezza fornendo una assistenza clienti 24/24 ore oltre che integrare telecamere nelle auto per controllare le corse.
Uber ha riconosciuto che deve migliorare il suo approccio alla sicurezza. Nel mese di dicembre, il capo della sicurezza della società, Phillip Cardenas, ha detto in un post sul blog aziendale che Uber ha "più lavoro da fare" nell’ambito della sicurezza, aggiungendo che la sua azienda "è impegnata nello sviluppo di nuovi strumenti tecnologici per migliorare la sicurezza, rafforzare e aumentare il numero di città e paesi in cui vengono effettuati controlli e migliorare la comunicazione con i funzionari locali e le forze dell’ordine."
Nel mese di novembre, Uber ha iniziato a riesaminare la sicurezza introducendo l’uso di nuove tecnologie, quali la biometria e la verifica della voce, per migliorare i controlli sui suoi piloti. Uber ha anche detto che sta lavorando per rendere più facile per i piloti comunicare con l’azienda e sta costruendo un team della sicurezza in grado di fornire supporto ai clienti durante le emergenze.
Da quando è tornato in India, Uber ha introdotto diversi nuovi protocolli di sicurezza, tra cui la costrizione per tutti piloti di sottoporsi ad un controllo dei precedenti prima di poter tornare in servizio.
Non è chiaro, tuttavia, se alcune delle caratteristiche di sicurezza che saranno attivate a breve in India si faranno strada in altri paesi.
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