In un mondo sempre più connesso e smaterializzato, la quantità di dati da gestire cresce in maniera esponenziale.
Purtroppo, come spesso constatato in attività di consulenza informatica, la stragrande maggioranza delle aziende non è pronta a gestire problematiche relative al danneggiamento di hard disk e server aziendali cosi come problematiche di archiviazione sicura dei dati.
Tra sistemi improvvisati e fai da te, molte aziende lavorano ogni giorno ignare di poter perdere tutta la propria storia, contabilità, fatture, clienti, pagamenti, ordini e tanto altro ancora.
Molto spesso capita che l’intero avviamento sia di fatto depositato in uno o più hard disk, con chiavette Usb e hard disk esterni che vanno e vengono in una naturalezza disarmante.
Al tempo stesso, molte persone credono che una copia su Dvd o chiavetta sia la soluzione ideale per evitare problemi. Ma si tratta semplicemente di modalità altrettanto poco sicure e temporanee, che non mettono al sicuro le informazioni.
Ma quanti soldi bruciano le aziende con i problemi di dati?
Secondo lo studio EMC Global Data Protection Index, ogni anno solo in Italia la perdita di dati costa alle aziende ben 11,2 miliardi di euro.
Il dato a livello mondiale è pari a 1700 miliardi, dato frutto di uno studio condotto su circa 3300 direttori IT di medie e grandi aziende di 24 paesi.
Il conto, piuttosto salato, riguarda i danni diretti e indiretti, come ritardi produttivi, mancati accordi commerciali, perdite di fatturato e ovviamente produttività.
Secondo lo studio, appena 1 azienda su 10 è di fatto protetta da queste problematiche. Il restante 90% delle aziende, è specco colpito da perdite produttive dovute a blocchi dei sistemi informatici, delle reti, perdita o distruzione di dati, attacchi esterni.
Il paese più progredito, a sorpresa, è la Cina con il 30% delle aziende pronte a gestire al meglio un disastro informatico.