Uber contro i giornalisti: Spiamo chi ci critica

Investire un milione di dollari per creare un team con il compito di spiare i giornalisti, e rispettiva famiglia, che criticano Uber. E' l'idea di Emil Michael, Senior Vice President della società che offre il servizio di carsharing, servizio già molto criticato dai tassisti e sotto la lente d'ingrandimenti dei media internazionali per questo.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

Uber, il popolare servizio di car-sharing, è in continua lotta contro l’industria dei taxi, così come nei confronti dei servizi rivali come LYFT. Ora, un altro gruppo va ad aggiungerli alla lista di chi è contro Uber: i giornalisti.

Emil Michael, senior vice president del business della società, ha detto la scorsa settimana che la società dovrebbe prendere in considerazione l’assunzione di un team di ricercatori per "scavare nel passato dei suoi critici nei media", secondo un rapporto di BuzzFeed ripreso da Cnet.com. Michael ha detto che la società potrebbe spendere un milione di dollari per assumere quattro migliori "ricercatori" e quattro giornalisti per approfondire la vita personale dei giornalisti e delle loro famiglie.

I commenti di Michael sono una reazione a ciò che viene detto essere una "copertura mediatica sensazionale" legata a Uber, ha detto Emil in una dichiarazione. Eppure, il suo capo è in disaccordo con le sue osservazioni. "Le osservazioni [di Michael] hanno mostrato una mancanza di leadership, una mancanza di umanità e di una distanza dai nostri valori e ideali", ha detto Travis Kalanick, CEO di Uber, in un tweet. Kalanick ha poi detto che Michael non sarebbe stato licenziato per le sue osservazioni. "Credo che le persone che fanno errori possono imparare da essi – me compreso", ha detto l’Ad. "E questo vale anche per Emil."

Lo sforzo proposto di minare la critica della società attaccando i giornalisti è solo l’ultima mossa di quella che è diventata una serie di ‘giochetti’ per prevalere. La società di ride-sharing con sede a San Francisco, che ha un valore di circa 20 miliardi di dollari, è stata accusata di azioni disoneste nei confronti dei concorrenti e anche dei suoi clienti.

Nel mese di agosto, Uber è stata accusato di prenotazione e annullamento di corse ai servizi concorrenti come LYFT, così come il tentativo di reclutare i suoi piloti. La società ha anche ricevuto critiche per la sua pratica di aumento dei prezzi quando vi è una maggior richiesta di corse in occasione di eventi speciali come tempeste di neve.

L’idea di andare ad attaccare le vite personali dei giornalisti non è nuova. Nel corso degli ultimi mesi, un gruppo di persone su Twitter, Reddit e altri siti di social-media hanno attaccato alcuni giornalisti che coprono l’industria dei videogiochi. Il caso, noto come #GamerGate, è una conseguenza alle accuse che un giornalista ha avuto un rapporto inadeguato con uno sviluppatore di videogiochi, rapporto che avrebbe influenzato (da quanto si apprende sui siti) l’obiettività del giornalista nei pezzi che scriveva sul tema.

Altre aziende hanno preso di mira anche i giornalisti in passato, Uber non è l’unica. Ad esempio, un ex investigatore privato è stato condannato al carcere nel 2012 per il suo coinvolgimento in uno scandalo in cui Hewlett-Packard avrebbe spiato i giornalisti per scoprire le fonti di chi continuava a pubblicare indiscrezioni troppo ‘segrete’.

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