Presentato Rabbit R1, un nuovo dispositivo tascabile con interfaccia utente basata sul linguaggio naturale che permette di portare sempre con sé un assistente virtuale progettato per interagire con le applicazioni sviluppate per smartphone al posto dell’utente, basta chiedere.
Il concetto di ‘smartphone‘ inteso come telefono intelligente alimentato da un sistema operativo con interfaccia utente che permette di fare cose e di fruire di contenuti attraverso l’utilizzo di applicazioni standalone va superato. Meglio un dispositivo intelligente completamente autonomo capace di interagire con l’utente attraverso una interfaccia utente basata sul linguaggio naturale e di percepire ciò che lo circonda.
Un assistente che, praticamente, possa interagire con le applicazioni al posto dell’utente, facendogli risparmiare del tempo. E’ questa l’idea dietro alla creazione di Rabbit R1, un nuovo dispositivo descritto come “un compagno tascabile che sposta l’intelligenza artificiale dalle parole all’azione” e presentato dal fondatore e CEO di Rabbit, Jesse Lyu, in occasione del CES 2024 di Las Vegas.
In apertura del keynote di presentazione di Rabbit R1, visibile nel video qui sotto, Jesse Lyu, ha detto:
“Oggi presentiamo due cose. Un rivoluzionario modello New Foundation e un rivoluzionario dispositivo mobile consumer basato su di esso. La nostra missione è creare il computer più semplice, qualcosa di così intuitivo che non sia necessario imparare a usarlo. Il modo migliore per raggiungere questo obiettivo è staccarsi dal sistema operativo basato sulle app attualmente utilizzato dagli smartphone. Immaginiamo invece un approccio incentrato sul linguaggio naturale. Il computer che stiamo costruendo, che chiamiamo ‘compagno’, dovrebbe essere in grado di parlare per comprendere e, soprattutto, fare le cose per te. il futuro delle interfacce uomo-macchina dovrebbe essere più intuitivo.”
Rabbit R1 viene progettato per fare le cose al posto dell’utente, per fargli risparmiare tempo nello svolgere attività. Il contrario di quanto avviene oggi, secondo Jesse, considerato che gli smartphone, che offrono accesso a milioni di contenuti di intrattenimento, sono diventati più un “dispositivo per ammazzare il tempo” e non un dispositivo per far “risparmiare tempo“.
Secondo Lyu, inoltre, oggi ci sono troppe applicazioni per smartphone, una app per qualsiasi cosa. Questo complica la vita degli utenti anziché semplificarla perché si traduce in un continuo ‘apri e chiudi’ di app per fare questa e quell’altra cosa.
“Il problema con gli smartphone come iPhone e Android non è il fattore hardware del telefono ma è ciò che c’è all’interno del sistema operativo basato sull’app. (…) Ogni volta che vuoi fare qualcosa, armeggi tra più pagine e cartelle per trovare l’app che desideri utilizzare e ci sono sempre infiniti pulsanti su cui devi fare clic. (…) Lo smartphone avrebbe dovuto essere intuitivo, ma oggi centinaia di app sul telefono che non funzionano insieme non lo sono più. Se guardi le app in cima alla classifica negli store, la maggior parte si concentra sull’intrattenimento. I nostri smartphone sono diventati il miglior dispositivo per ammazzare il tempo invece di risparmiarlo.”
Rabbit R1 si presenta come un piccolo dispositivo tascabile, dal fattore di forma che ricorda un quadrato, con rivestimento di colore arancione. Dispone dell’essenziale per offrire un’esperienza di interazione in linguaggio naturale con l’utente e per percepire ciò che lo circonda.
Più nel dettaglio, il dispositivo viene fornito con un display touch a colori, un pulsante push-to-talk, una rotella di scorrimento analogica, un microfono e altoparlanti. Inoltre, R1 integra una telecamera con rotazione a 360 gradi abilitata alla visione artificiale. Non manca la connettività wireless con supporto per Bluetooth e WiFi. Inoltre, si trovano uno slot SIM per la connettività mobile 4G LTE e una porta USB-C per la ricarica della batteria al litio.
Il dispositivo Rabbit R1 si basa sul sistema operativo proprietario Rabbit OS. E’ alimentato dal Large Action Model (LAM), un nuovo tipo di modello che comprende quello che l’utente dice e compie l’azione. L’utente non deve fare altro, solo chiedere dopo aver premuto il pulsante push-to-talk.
Com’è possibile? Come spiega l’azienda nel suo sito web, Rabbit OS, una volta compresa la richiesta dell’utente, gestisce le applicazioni su cloud, quindi non deve occuparsene l’utente. E’ il sistema operativo ad entrare nelle applicazioni e ad utilizzarle per fare quello che ha richiesto l’utente.
Perché questo sia possibile, naturalmente, l’utente deve prima configurare le preferenze e informazioni personali, oltre che collegare a Rabbit OS agli account delle sue applicazioni preferite supportate. Senza questo, l’assistente non potrebbe compiere azioni per conto dell’utente nelle app su cloud.
Rabbit non fornisce un elenco di applicazioni supportate su cloud ma genericamente che supporta le principali app di streaming musicale, rideshare, food, mappe, prenotazione ristoranti, acquisto di biglietti, shopping, IA generativa e prenotazione viaggi. Oltre a gestire applicazioni per conto dell’utente, R1 serve anche da assistente digitale a cui si possono chiedere informazioni ricevendo risposte in tempo reale.
Per esempio, si può chiedere l’andamento delle azioni di una azienda oppure il nome dell’attore che ha interpretato Oppenheimer nel film di Christopher Nolan. La risposta si ricevere sul display non solo testuale ma anche visiva, se disponibile. Si può anche chiedere la riproduzione di musica, basta collegare un’app di streaming musicale supportata, come Spotify.
A questo punto sorge spontanea la domanda: non esistono già gli assistenti virtuali come Google Assistant, Amazon Alexa, Apple Siri e altri? A tal proposito, il CEO di Rabbit dice:
“Molte persone prima di noi hanno provato a costruire computer più semplici e intuitivi con l’intelligenza artificiale anni fa. Aziende come Apple, Microsoft e Amazon hanno realizzato Siri, Cortana e Alexa con questi altoparlanti intelligenti, spesso non sanno di cosa stai parlando o non riescono a svolgere i compiti che chiediamo per i recenti risultati nei modelli linguistici di grandi dimensioni. Tuttavia, gli LLM hanno reso molto più facile per le macchine capirti, la popolarità dei chatbot negli ultimi anni ha dimostrato che l’esperienza basata sul linguaggio naturale è il passato per il futuro.”
Riguardo la gestione della privacy, Jesse ha spiegato che Rabbit non salva i dati di accesso degli account degli utenti. In fase di configurazione di un servizio, l’utente viene indirizzato direttamente alla pagina di login del servizio che desidera collegare:
“Nel modo in cui progettiamo l’infrastruttura per le app con cui interagiamo non creiamo utenti falsi o utenti spam. Non hackeriamo le loro infrastrutture e ovviamente non memorizziamo nessuna delle tue credenziali di terze parti, invece ti reindirizziamo alla loro pagina di accesso. Non salviamo mai il tuo nome utente e la tua password e non tracciamo i tuoi dati. L’autenticazione avviene sulle rispettive app.”
Rabbit R1 è un dispositivo pronto, si può acquistare. Le vendite sono aperte negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito e alcuni paesi dell’Unione Europea (Italia, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Spagna, Svezia), Corea del Sud e Giappone. I prezzi partono da 199 dollari (più tasse) e maggiori informazioni si possono scoprire nel sito web ufficiale www.rabbit.tech.
Ogni ordine include un dispositivo r1, senza accessori. Considerate le poche unità disponibili, almeno per gli ordini fino al 31 marzo 2024 ogni cliente è limitato all’acquisto di un massimo di cinque R1. Per gli ordini effettuati prima del 31 marzo 2024, Rabbit prevede di iniziare le spedizioni di r1 agli indirizzi statunitensi tra marzo e aprile 2024. Le spedizioni internazionali inizieranno più avanti nel 2024. Da notare che, all’11 gennaio 2024, l’azienda ha riferito che il primo lotto di unità disponibili è andato esaurito.
Vi lasciamo al player qui sotto dove è possibile vedere la presentazione ufficiale di Rabbit R1 con dimostrazioni dal vivo di cosa questo dispositivo è in grado di fare.
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