Era marzo quando Netflix aveva annunciato di aver accolto la richiesta della Commissione europea di ridurre il traffico generato dai suoi abbonati sulle infrastrutture di rete in Europa per via del lockdown, che ha portato ad un aumento della domanda dei contenuti in streaming ma anche dell’uso della rete internet per lo smartworking e lo smartlearning. Netflix ma non solo: Apple, Youtube, Disney e Amazon hanno accolto la stessa richiesta, diminuendo la qualità dei propri servizi di streaming riducendo il bitrate massimo dei contenuti. L’emergenza sanitaria c’è ancora oggi ma, a distanza di quasi cinque mesi, le persone possono uscire -quindi il consumo dei contenuti in streaming è diminuito- poi le scuole sono finite -quindi lo smart learning è diminuito- e anche il lavoro da casa è diminuito. A che punto sono le sopra citate aziende con il ripristino della qualità dei loro servizi di streaming? Anche se con un certo ritardo, ora ci sono notizie positive.
Netflix il 21 marzo aveva previsto di limitare la banda per un mese al massimo, poi il 21 aprile ha comunicato di aver iniziato a lavorare con i provider di servizi Internet per aumentare la capacità. Come riferito da Forbes e FlatpanelsHD, in Regno Unito, Germania, Danimarca, Norvegia Netflix ha tolto le limitazioni a fine Giugno, mentre in Italia ancora erano presenti. Ora, a fine Luglio, anche in Italia Netflix ha iniziato a ripristinare la qualità originale, anche se gradualmente – abbiamo notato che alcuni titoli in 1080p sono tornati ad avere un bitrate superiore a 5.50Mbps mentre in 2160p fino agli originali 15.25Mbps; potrebbero servire alcuni giorni prima di un ripristino completo. Stando a quanto riportato da 9to5mac, Apple ha ripristinato la qualità pre-pandemia nel mese di aprile. Disney Plus risultava ancora limitato in tutta l’Europa a fine Giugno, mentre a fine luglio risulta che ha iniziato a ripristinare la qualità originale (anche in Italia, abbiamo verificato alcuni titoli e la risoluzione arriva a 2160p). Youtube ancora sta limitando la qualità ma ha sempre fatto eccezione rispetto agli altri servizi in quanto solo per impostazione predefinita riproduce i contenuti in HD 720p e non alla massima risoluzione disponibile ma questa si può selezionare manualmente tramite le impostazioni del player. Su Amazon Prime Video non dovrebbero più esserci limitazioni (Amazon da un recente aggiornamento non mostra più la risoluzione durante la riproduzione, quindi è difficile da dire).
Cosa intendiamo con limitazioni di banda? Netflix ha contenuti visibili in definizione standard (SD), alta definizione (HD) e Ultra HD (UHD); per ogni titolo il servizio offre anche decine di streaming diversi per ogni risoluzione, cosi’ da garantire la massima qualità video in base alla velocità di internet disponibile. Se prima delle limitazioni un contenuto in FHD 1080p poteva arrivare ad un bitrate di 5/6Mbps mentre un contenuto in 4k arrivava a 15.25Mbps, durante la limitazione di banda in Europa Netflix ha rimosso gli streaming con più alto consumo di larghezza di banda per ogni categoria: un contenuto in 1080p aveva un bitrate variabile tra 1Mbps e 3Mbps, difficilmente è andato oltre; un contenuto in 4k arrivava al massimo a 7.62Mbps, circa il 50% in meno rispetto al bitrate originale di 15.25Mbps. Netflix aveva dichiarato di avere applicato una riduzione della qualità "quasi impercettibile", ma in realtà la differenza si notava. La cosa che maggiormente scontentava gli abbonati, riguardo al ritardo del ripristino della qualità da parte di Netflix, è stata il canone è rimasto invariato. Perchè Netflix non costa poco: la differenza tra il piano Standard (con visione HD) e il piano Premium (con visione in 4k) sono 4 euro (11,99 euro vs 15,99 euro). Netflix vanta un algoritmo di compressione ottimo, che anche a bitrate bassi garantisce una qualità di visione accettabile, ma le differenze tra qualità originale e limitata erano ben visibili.
Riguardo Disney Plus, il servizio ha debuttato a marzo in Italia direttamente con qualità limitata e, mentre la qualità ora sembra non avere limitazioni, l’azienda nella sua assistenza online ancora scrive: "abbiamo istituito misure per ridurre l’utilizzo della larghezza di banda e, in alcune circostanze, il contenuto in streaming nei formati HD e UHD sarà limitato o non disponibile. Grazie per la pazienza e la comprensione. "
Ad oggi, 21 luglio 2020, riassumendo, si può dire che la qualità risulta ripristinata praticamente su tutte le piattaforme di streaming.
Interessante sarebbe scoprire se i clienti Sky WiFi hanno avuto le limitazioni. Anche se l’operatore è ‘appena nato’, durante la conferenza stampa di presentazione dell’offerta Sky WiFi il CEO di Sky Italia Maximo Ibarra ha detto che la tecnologia messa a punto da Comcast sulla ‘Ultra Network’ di Sky ottimizza la richiesta di banda da parte dei clienti finali per garantire sempre la massima velocità e qualità per il video streaming per Sky Q, Sky Go, Netflix, DAZN e altre applicazioni di terze parti con le quali l’azienda ha stretto apposite collaborazioni, per evitare situazioni simili proprio a quelle vissute durante il lockdown.
Articolo del 22 giugno 2020 aggiornato il 21 luglio 2020.
Uno dei più grandi paradossi dei nostri tempi è che con gli smartphone possiamo fotografare…
In tanti aspettavano da tempo l'adeguamento del 5,4% delle rendite Inail: le ultime circolari dell'ente…
Con lo switch-off dello scorso 28 agosto, che ha introdotto il nuovo digitale terrestre, è…
Sapere dove si trova un'altra persona è ora possibile grazie a WhatsApp: in pochi conoscono…
Il cappotto termico interno è una soluzione ottimale per avere ottimi risultati in riferimento all'isolamento…
Basta una mossa semplice e automatica per avere sempre a disposizione tutti i canali del…