Ieri il mondo si è fermato, letteralmente, e tanti hanno acceso il PC ritrovandosi con la schermata blu della morte: ecco cosa è successo.
Chi si è svegliato ieri mattina e ha cercato di accendere il PC con Windows molto probabilmente si è ritrovato improvvisamente a fissare la malefica cosiddetta schermata blu della morte.
Quella schermata che, senza troppe cerimonie e con una emoji fatta alla vecchia maniera con punti e parentesi, informa che qualcosa è andato molto, molto storto mentre si cercava di lanciare il sistema operativo. Un problema che ha trasformato questo venerdì in un altro venerdì nero, qualcuno online lo chiama venerdì blu. Ma che cosa è successo? Quale lezione possiamo trarre da questa situazione di panico globale? E cosa stanno facendo le società responsabili del blocco?
Schermata blu della morte, è colpa di CrowdStrike
Mentre il mondo si svegliava ieri mattina hanno iniziato a circolare sui social gli screenshot e le foto di computer che non avevano nessuna intenzione di muoversi oltre la schermata del boot restituendo la schermata blu della morte. C’è da dire, per prima cosa, che è stato un problema che ha coinvolto solo utenti Windows: chi aveva un PC con sistema operativo Mac o una delle molte distro di Linux non ha subito nessun danno.
Ma data la diffusione di Windows, il che è uno dei punti su cui si potrebbe riflettere, il problema è diventato rapidamente globale: compagnie aeree impossibilitate a fare check-in digitale, banche ferme, addirittura negli Stati Uniti il 911 totalmente fuori servizio. Non è stato un attacco ma un problema dovuto a un aggiornamento del sistema CrowdStrike, un aggiornamento Falcon, che ha provocato la reazione a catena. La causa non è ancora stata individuata, o quantomeno non è stata resa nota a tutti.
Sui social, il CEO di CrowdStrike ha dichiarato che la società sta lavorando per riportare tutti i sistemi coinvolti alla normalità. E sono state, tra le altre cose, proprio le parole usate dal CEO di CrowdStrike a far imbestialire ancora di più tantissimi utenti, che quanto meno si aspettavano un messaggio che cominciasse con una qualche forma di scuse.
George Kurtz, invece, si è limitato a informare il mondo che non si tratta di un problema di sicurezza né di un attacco cyber e che il problema è stato identificato, isolato è che c’è un fix in arrivo. Se il tuo PC non è ancora tornato alla normalità c’è una soluzione che funziona e che può tornarti utile. Vediamola.
Come risolvere il problema manualmente
Trattandosi di un malfunzionamento dovuto a un aggiornamento rilasciato di venerdì mattina (quando tutti gli esperti di informatica sanno che non si fanno aggiornamenti importanti di venerdì mattina), il problema si può risolvere eliminando un file che è stato rilasciato all’interno delle macchine.
Avvia Windows attivando l’ambiente recovery oppure attivando la Safe Mode. In questo modo il PC supera la schermata blu. Cerca poi la directory C:\Windows\System32\drivers\CrowdStrike e all’interno di questa directory devi trovare un file .sys: C-00000291*.sys. Questo è il file che contiene l’aggiornamento che non funziona. Elimina il file ed esegui il riavvio.
Ma perché questo aggiornamento ha portato così tanti danni? Perché, nel bene o nel male, Windows è il sistema operativo di riferimento e fa quindi la parte del leone. Questo però significa anche che se qualcosa nella rete generale che tiene su Windows si blocca il mondo si blocca insieme a lui.
Questo problema, in particolare, non è da attribuire a Windows o a Microsoft ma a CrowdStrike e anche questo è un dettaglio da non sottovalutare. La soluzione per i PC è già in giro e se non hai acceso il PC troppo presto ieri mattina in realtà potresti anche non esserti accorto di nulla. Il caos si è venuto a creare perché tanti sistemi erano già attivi quando l’aggiornamento è stato rilasciato.
Potrebbe succedere ancora? La risposta ovviamente è sì, anche se nessuno lo vorrebbe. Ci sono delle soluzioni a monte che potrebbero evitare il panico globale? Anche in questo caso la risposta è sì. Qualcuno prenderà su di sé l’onere di provare a immaginare un futuro in cui tutti o quasi i computer del mondo non sono più appesi a una manciata di società e a quello che può fisiologicamente andare storto al loro interno? Qua la risposta a nostro avviso è no.