Clima rovente, c’è un dato allarmante che preoccupa: come proteggersi di fronte ad uno scenario mai registrato nel nostro paese. Per difenderci urge una presa di posizione netta da parte delle Istituzioni.
In questi giorni di luglio si stanno registrando delle temperature record su gran parte dell’Italia, con picchi di calore e afa che hanno fatto schizzare il termometro ben al di sopra dei 40° in tante città. Anche il Ministero della Salute ha confermato che la situazione al momento appare critica con vari bollettini rossi ed arancione che hanno evidenziato la difficoltà per la popolazione anche nelle ore notturne. Di questa ondata anomala di calore se ne parla parecchio, anche perché al momento il 2024 è da considerarsi come l’anno più caldo di sempre in Italia.
Con delle conseguenze anche pesanti con 1.47 gradi in più di media a rappresentare una forte anomalia soprattutto per alcune regioni del sud come la Sicilia che sta vivendo una crisi dell’agricoltura senza precedenti e con delle minacce di desertificazione del territorio sempre più pesanti. Purtroppo tutto parte dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento che sta devastando parte dell’Italia, con il rischio concreto che entro il 2030 si possa arrivare a parlare di zone desertiche con sempre maggiore probabilità (qui abbiamo parlato di un problema analogo).
Le criticità maggiori per le regioni italiane
Per tutto quello che abbiamo elencato sopra si richiederebbe un intervento immediato da parte delle istituzioni, con l’innalzamento delle aree verdi nelle città come nelle province che si rende assolutamente necessario per scongiurare un fenomeno che come detto è già in atto da tempo.
Per quel che riguarda lo scenario attuale, le conseguenze maggiori al momento vengono pagate dal sud, con un innalzamento medio delle temperature pari ad 1.64°. Metronomo che scende al centro con 1.63° e ancora al Nord con 1.20° in più di media.
Le piogge ed i temporali estivi rappresentano una grave minaccia, come accaduto una settimana fa in Piemonte, con il paese che si divide e spacca in due tra nubifragi da un lato e siccità dall’alto. Mai come oggi l’Italia appare davvero a due facce che contribuisce ancora di più a creare delle situazioni contrapposte che rischiano di peggiorare senza interventi mirati e diretti. Da tempo associazioni ed enti vari chiedono una risposta, anche con delle politiche di attuazione ai piani comunitari, per tentare di invertire la rotta.
Come uscire dall’emergenza
C’è un solo modo al momento per uscire da questo pantano, insistere con la creazione di nuove aree verdi nelle città, per fare in modo che si possa arrivare ad una desertificazione del territorio che potrebbe (come sta facendo già adesso) mettere in crisi gran parte delle regioni sul nostro territorio. Come detto con minacce diverse ma comunque pesanti. Perché da un lato avremo desertificazione e dall’altra parte tragedie come quella dell’Emilia Romagna che purtroppo diverranno sempre più frequenti.