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Controllo di massa sulle chat, dall’Europa il provvedimento che fa discutere

Controllo di massa sulle chat, dall’Europa il provvedimento che fa discutere e che divide tutti gli utenti che non ci stanno mostrando tutte le perplessità su una strategia che viene vista come una violazione della privacy. Scopriamo tutti i dettagli. 

Unione Europea – PianetaCellulare.it

Sempre più spesso sentiamo parlare di massimo supporto da parte di aziende e autorità competenti nei confronti degli utenti che utilizzano dispositivi per la navigazione sul web in tema di protezione dei dati personali e soprattutto privacy. Si parla di un tema abbastanza scottante, con i confini tra interessi privati e pubblici che spesso si intersecano e finiscono per creare delle dispute anche accese, con la giurisprudenza chiamata ad esprimersi anche con sentenze che finiscono troppo spesso per scontentare tutti proprio perché appare molto sottile il raggio d’azione tra le due sfere.

E la decisione che sembra voler adottare l’Unione Europea in tema di “controllo di massa sulle chat” è proprio uno dei temi che risulta molto districato, un campo minato che rischia di inasprire ancora di più la contesa. Si chiama “Upload Moderation”, ovvero una proposta di legge che sta per essere approvata in ambito comunitario e che rischia di creare un grande caos, con la minaccia di una sorveglianza di massa delle chat che sta già generando ampie ribellioni. Nello specifico si tratta di una moderazione dei dati inviati da qualsiasi app venga effettuata l’operazione (qui abbiamo parlato di tutela della privacy sui social).

Le proteste degli utenti

Prima che tutto ciò possa entrare in vigore sono già forti le critiche verso l’Unione Europea, che secondo alcuni tecnici non sarebbe autorizzare ad entrare nella sfera del privato già prima di inviare un messaggio ad un altro utente. Perché in sintesi così funzionerebbe l’Upload Moderation, che si inserisce secondo i fautori da Bruxelles nell’ampio raggio di una legge antipedofilia. Scopo lodevole e di massima importanza, ma che creerebbe a questo punto scompiglio tra chi difende la propria privacy a tutti i costi.

Chat WhatsApp – Pianetacellulare.it

Nel controllo, in caso di contenuti pedopornografici (come di altri contenenti quelli riconducibili a droga o altri tipi di reati come quelli di critica politica) la chat di messaggistica, per esempio WhatsApp, è obbligata a fare una segnalazione alle forze dell’ordine prima di criptarli. Un metodo che secondo la Ue sarebbe fondamentale in quanto in messaggio sospetto verrebbe segnalato o archiviato e quindi criptato in caso di allarme non confermato. Insomma, un sistema molto complicato che difficilmente riuscirebbe a dare delle soluzioni rapide ed efficaci.

Il tutto avverrebbe direttamente dal dispositivo dell’utente, senza andare a salvare i messaggi su server remoti, quindi così si eviterebbe la violazione della privacy con i contenuti riservati essenzialmente alla forze dell’ordine. Ma questa possibile legge è già bersagliata dalle associazioni sui diritti umani di tutto il mondo che non gradiscono in nessun modo questa operazione, bocciata sul nascere perché non sarebbe in grado di offrire dopo il passaggio del messaggio una corretta crittografia e quindi il rispetto della privacy dell’utente (qui invece abbiamo parlato di tutela della privacy su WhatsApp).

Un problema serio che espone a grandi rischi

Infatti, secondo tutti i detrattori di questa legge l’Upload Moderation, quando inseriamo nelle app di chat un livello di analisi dei dati prima dell’invio non facciamo altro che servire un grande assist a tutti gli hacker informatici esperti, che sarebbero in grado di forzare le app ed impossessarsi dei contenuti dei messaggi.

Pina D'Onofrio

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