Apple è stata in trattativa con Meta per i servizi di intelligenza artificiale ma è saltato tutto e il motivo fa riflettere.
Secondo un report di Bloomberg, Apple avrebbe cambiato rapidamente idea nelle trattative con Meta per integrare il suo sistema di intelligenza artificiale nei di prossimi dispositivi da presentare agli utenti.
Apple, proprio nella corsa all’intelligenza artificiale, si è mostrata un po’ più lenta rispetto ai competitor, qualcosa che non stupisce, ed è quindi normale che ora stia cercando il partner giusto. Dovrebbe averlo trovato ma non sarà la società di Facebook e Instagram. La notizia però non è che l’accordo non si è fatto, la notizia è il motivo per cui l’accordo non si è fatto. Un motivo che dovrebbe farci riflettere tutti su cosa succede quando utilizziamo i social di Meta.
Sappiamo adesso che la società della Mela ha deciso di stringere per una collaborazione con OpenAI e sarà proprio ChatGPT a essere interpellato da Siri quando il nuovo sistema operativo arriverà a tutti gli utenti, esclusi quelli europei per ora. Ma all’inizio, data proprio la tempistica che si era venuta a creare, la società aveva cercato una sponda tra quelli che sembravano papabili partner. Tra questi la società di Facebook e Instagram.
Ma dopo un incontro preliminare che sarebbe avvenuto a marzo, la società della Mela avrebbe poi declinato gentilmente l’offerta di inserire Llama e il suo chatbot nella intelligenza artificiale da offrire agli utenti. Ed è per questo che ora sappiamo che invece la società si è appoggiata proprio a OpenAI con, e lo aveva detto Craig Federighi all’ultimo WWDC, di poter poi accogliere quello che gli utenti vorranno sui loro device.
Ma perché la società è passata da Meta a OpenAI? Secondo le fonti di Bloomberg, il problema che la società della Mela avrebbe riscontrato sarebbe un problema di privacy. Sappiamo come la società ha infatti una sua policy estremamente rigida nei confronti della privacy degli utenti e soprattutto nei confronti della privacy degli utenti nel momento in cui questi lavorano con cose che non fanno parte strettamente dell’ecosistema della Mela.
Le due fonti che sono riuscite a parlare con persone bene informate di come la società avesse iniziato a parlare con Meta per poi lasciar stare danno brandelli di informazione che ci permettono di ricostruire una situazione per cui molto probabilmente, nonostante i contatti preliminari, la società della Mela non avesse realmente intenzione di andare avanti.
Anche perché il motivo sarebbe proprio la mancanza di policy adeguatamente protettive degli utenti per quello che riguarda la privacy, qualcosa di evidente da subito. Che sui social la privacy vada spesso alle ortiche, perché gli utenti scrivono di tutto, è qualcosa che si dà per scontato ma che ci siano differenze a monte nel modo in cui le società trattano i dati degli utenti è invece qualcosa su cui sarebbe bene riflettere.
Nel report di Bloomberg non si va oltre la generica indicazione che Apple non sarebbe stata contenta della privacy del prodotto Meta. Che cosa nello specifico non sia piaciuto rimane un mistero. Ma data la diffusione dei chatbot e dell’intelligenza artificiale sarebbe il caso di fare come Apple e controllare molto da vicino proprio come viene gestita la privacy quando ti interfacci con una IA.
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