Messaggi all’apparenza legittimi inviati da quella che sembrava la figlia. Una donna è così caduta vittima di una truffa da mille euro.
La diffusione di WhatsApp come metodo per comunicare con la famiglia e gli amici è una comodità ma è anche un problema. Perché il servizio diventa pericoloso in mano a criminali senza scrupoli. La dimostrazione? La truffa in cui è incappata una donna di oltre 70 anni che però, per fortuna, si è rapidamente resa conto di quello che stava succedendo e ha allertato le forze dell’ordine. Ma come è stato possibile per il criminale, poi rintracciato, fingersi addirittura la figlia?
Purtroppo sembra che i criminali informatici di ogni tipo diventino sempre più creativi e in questo sempre più cattivi. L’esempio più recente in ordine di tempo è la truffa in cui è caduta una donna di 74 anni residente a Rosignano. Come raccontato da lei stessa ai Carabinieri dove si è recata per fare denuncia, aveva ricevuto un messaggio da un numero di telefono sconosciuto che sarebbe dovuto essere il nuovo numero di cellulare della figlia.
Tale presunta congiunta avrebbe scritto alla madre per chiedere un aiuto economico per ricomprare uno smartphone, a seguito di un non ben specificato problema con il cellulare preesistente. Lo smartphone doveva essere un iPhone e la cifra necessaria intorno ai mille euro. La donna, tratta in inganno dai messaggi, ha consentito a inviare il denaro seguendo le istruzioni che gli venivano fornite. Poco dopo ha però cercato di contattare la figlia al numero che gli era stato dato. Ha così scoperto come era stata raggirata. Dopo la denuncia fatta ai Carabinieri sono scattate le indagini che hanno portato rapidamente alla scoperta del criminale: un diciottenne di origine napoletana. Il ragazzo ora è accusato di truffa aggravata.
Di certo questa è una domanda a cui occorre dare una risposta facile. Ma per difendersi da questo genere di truffe che viaggiano su WhatsApp in realtà basta mantenere la lucidità per pochi minuti. Ammesso che possa effettivamente succedere qualcosa allo smartphone di un figlio o di un nipote perché questa persona in difficoltà dovrebbe limitarsi a inviare un messaggio su WhatsApp e non magari cercare di telefonare?
Se è in possesso di un numero di telefono su cui è abilitato WhatsApp può anche effettuare una telefonata. Soprattutto perché poi molto spesso vengono richiesti soldi e quindi gentilezza vorrebbe di provare a parlare direttamente. La prova che si può fare è quella di non rispondere immediatamente e cercare di contattare il parente che sembra trovarsi in difficoltà utilizzando il numero di telefono che si possiede ancora. Nel momento in cui si riceverà una risposta sarà più facile recarsi dai Carabinieri e fare una denuncia senza dover passare per le procedure di richiesta rimborso o di blocco delle transazioni.
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