La futura IA di Apple esiste anche grazie alla presenza di Copilot e a come Microsoft l’ha resa disponibile. Il retroscena che non ti aspetti.
Siamo tutti in attesa di vedere come sarà la intelligenza artificiale prodotta da Apple. Soprattutto perché la società della Mela sembra essere rimasta leggermente indietro rispetto ai competitor.
Emerge però ora un retroscena, raccontato dal Wall Street Journal, che lega lo sviluppo dei servizi di intelligenza artificiale nei prodotti Apple con una esperienza avuta dal software chief Craig Federighi con il rivale Copilot, prodotto da Microsoft. E questo retroscena ci dice anche molto del modo in cui Apple vuole gestire questo nuovo aspetto della vita dei suoi utenti.
Apple, Federighi affascinato da Copilot dentro GitHub
Siamo abituati a immaginare che l’intelligenza artificiale prodotta da Microsoft si trovi solo e soltanto all’interno dei PC oppure dentro il suo motore di ricerca. Ma in realtà l’universo Microsoft è composto da una vastissima gamma di software, prodotti e servizi in cui la IA è entrata. Tra questi c’è GitHub. Un punto di riferimento per gli sviluppatori indipendenti su cui si trovano software in fase di sviluppo, gruppi di lavoro e da cui è possibile scaricare ciò di cui si ha bisogno. All’interno di GitHub è però stato inserito non molto tempo fa Copilot basato sulla tecnologia di OpenAI.
All’interno di GitHub, quello che Copilot fa è aiutare gli sviluppatori a fare debug del proprio codice. È quindi un servizio tecnico di aiuto molto solido. Secondo il resoconto del Wall Street Journal, nel dicembre 2022 Federighi avrebbe avuto modo proprio di “giocare” con Copilot all’interno di GitHub e ne sarebbe rimasto affascinato al punto tale da diventare poi dentro Apple alfiere dello sviluppo delle funzioni di intelligenza artificiale generativa. È quindi anche merito di Copilot se dentro iOS 18 arriveranno finalmente le funzioni di intelligenza artificiale.
Apple vuole una intelligenza artificiale così
Ci siamo spesso chiesti perché sui device della Mela l’intelligenza artificiale non sia ancora arrivata. Google e Samsung hanno colto la palla al balzo e hanno invaso il pianeta con i loro device intelligenti mentre Apple sembrava rimanere sempre un po’ indietro. Ma se guardiamo a questo retroscena, non si è trattato di un rimanere indietro dovuto alla mancanza di intenzione quanto un rimanere indietro per vedere cosa avrebbero fatto gli altri e cercare quindi di intercettare una reale utilità in ciò che si andava profilando all’orizzonte.
Emblematico che Federighi abbia, sempre secondo il report del Wall Street Journal, deciso di spingere per l’intelligenza artificiale dentro iOS solo dopo averne vista una che eseguiva un compito di assistenza realmente utile all’utente. E sarà probabilmente anche questa la chiave di lettura per le funzioni che comunque arriveranno con il prossimo aggiornamento del sistema operativo. Aggiornamento del sistema operativo che potrebbe costringere molti ad acquistare un nuovo smartphone. Sembra infatti che la retrocompatibilità delle funzioni di intelligenza artificiale sia per ora limitata al modello top di gamma di iPhone 15.