Scopriamo insieme la storia e qualche curiosità sul termine SOS, che è riconosciuto, in via universale, come segnale di soccorso.
Anche se si può pensare diversamente, l’acronimo “SOS” non significa “Save Our Souls“. Scopriamo le origini e la storia dietro tale segnale universale di soccorso, fortemente collegato anche al tragico naufragio del Titanic.
La storia de termine SOS
L’uso del termine “SOS” è diffuso in tutto il mondo, nel corso del tempo, anche se, sempre più spesso, è interpretato in modo errato, riconducendolo solamente ad un appello disperato per salvare le anime, dall’inglese “Save Our Souls“.
In realtà, SOS è una sequenza di codice Morse, composta da tre punti, tre trattini e tre punti ancora, scritti consecutivamente, senza spazi. Tale combinazione è stata scelta per il fatto che è semplice e riconoscibile, perfetta per segnalare situazioni di emergenza come quelle in mare aperto.
La sequenza non ha un significato latente, in quanto è stata adottata – nei primi anni del Novecento – da un’azienda di radiocomunicazioni tedesca. Anche se fosse stato un acronimo, non avrebbe potuto significare “Save Our Souls“, poiché in Germania si sarebbe dovuto tradurre con “Rettet Unsere Seelen“.
Prima dell’introduzione di SOS, diversi Paesi europei usavano codici di soccorso differenti, spesso portando a confusione in situazioni critiche. Per esempio, nel 1904, la compagnia Marconi introdusse il codice “CQD”, che stava per “Ti cerco. Distress!”, mentre negli Stati Uniti era utilizzato il codice “NC” per “Richiesta di aiuto senza indugio”.
Quando nasce il significato di questo segnale condiviso
La necessità di un segnale unificato portò alla proposta di SOS durante la Convenzione radiotelegrafica internazionale del 1906. Il segnale divenne operativo – a livello mondiale – solo dopo alcuni anni: il primo utilizzo, infatti, pare risalga al 1909 dal comandante americano Theodore D. Haubner durante un’emergenza del piroscafo SS Arapahoe.
C’è da dire, però, che fu il naufragio del Titanic il 15 aprile 1912 a rendere il segnale così famoso in tutto il mondo. Durante quella fatidica notte, infatti, l’operatore Jack Phillips inviò prima il segnale “CQD” e successivamente “SOS“, suggeritogli dal collega Harold Bride. Nonostante il tentativo, la comunicazione fu ostacolata da tante interferenze radio e dalla poca serietà di alcune risposte fornite che, nei fatti, aggravarono ancora di più la situazione critica.
Dopo il disastro del Titanic, negli USA fu deciso di rendere operativa la comunicazione radio marittima 24 ore su 24, adottando SOS come segnale di soccorso standard. Nel 1999, con l’avvento del Global Maritime Distress and Safety System basato su satellite, il codice Morse fu abbandonato dalle grandi navi: ad ogni modo, però, “SOS” rimane ancora oggi un simbolo universale per inoltrare richieste di aiuto comprensibili a tutti.