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Una memoria in grado di lavorare a temperature da vulcano, il nuovo materiale per i server di domani

Il problema della temperatura diventerà sempre più pressante: questa nuova memoria costruita con un materiale insolito può essere la svolta.

La temperatura non sarà più un problema (pianetacellulare.it)

Qualunque device possiedi è importante sempre che lavori ad una temperatura né troppo bassa né troppo alta. Ma l’aumento del carico di lavoro di ogni singola componente di smartphone, PC e altri device tecnologici porta a dover affrontare sempre più spesso il problema surriscaldamento.

La riduzione dello spazio e del peso comporta che le componenti hanno sempre meno margine per poter dissipare il calore. Con l’avvento della nuova era dell’intelligenza artificiale la quantità di calcolo diventerà ancora superiore. La temperatura è quindi, è il caso di dirlo, di scottante attualità.

Per questo motivo è interessante parlare di un esperimento che potrebbe aver trovato un nuovo materiale con cui costruire memoria in grado di sopportare fino a 600°C.

Nuove memorie a base di AlScN

La ricerca pubblicata su Nature Electronics è promettente. Un gruppo di esperti della University of Pennsylvania è infatti è riuscita a produrre un prototipo di memoria che è rimasto funzionante fino a 600 °C, raddoppiando il limite massimo che raggiungono ora le memorie più performanti.

Dalla PENNUN una soluzione per le memorie di domani (foto PENNEDU – pianetacellulare.it)

Tutto ruota intorno al AlScN: ovvero nitruro di scandio alluminio ferroelettrico. Come è facile immaginare, lo scopo per cui i ricercatori Deep Jariwala e Roy Olsson hanno lavorato a questo nuovo materiale trasformato in memoria per PC è il futuro a base di intelligenza artificiale.

La memoria costruita con AlScN è stata trasformata in una pennetta ed è così che è stata messa alla prova. Ma perché una pennetta e non un componente interno per PC? Perché proprio nelle memorie esterne il problema della temperatura che si raggiunge è più difficile da gestire.

I PC, gli smartphone, i laptop hanno tutti i modi in cui riescono a raffreddare le componenti più importanti mentre nelle memorie esterne non c’è sistema di raffreddamento e quindi c’è il rischio che i dati, con il calore, semplicemente fondano e si perdono. Le nuove memorie AlScN, se dovessero mai diventare prodotti commerciali, risolverebbero di certo parte dei problemi di temperatura legati alla tecnologia.

Sì, ma nel frattempo che facciamo?

Mentre aspettiamo tutti di poter mettere le mani su queste memorie in grado di lavorare in pratica sulla bocca di un vulcano, ci sono alcune buone abitudini da mantenere e rispettare sempre se non vuoi ritrovarti a scoprire che hai perso le foto delle vacanze o peggio.

Tutti i device elettronici, quindi anche le eventuali memorie esterne, vanno utilizzati entro un range di temperatura che è la temperatura media in cui anche l’essere umano si trova più a proprio agio: non si dovrebbe scendere sotto i 5 °C e non si dovrebbe salire oltre i 40 °C.

È poi indispensabile cercare di mantenere per quanto possibile freschi gli oggetti digitali: quando lavorano elimina custodie e protezioni (a meno che tu non sia effettivamente sulla bocca di un vulcano). E se le memorie sono in viaggio evita di tenere le custodie esposte al sole.

Valeria Poropat

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