Google ha intenzione di infilare Gemini anche dentro Chrome, quali saranno le sue funzioni e il rapporto con gli utenti?
Se ti è capitato di avere voglia di provare a chiacchierare con una intelligenza artificiale è molto probabile che tu ti sia rivolta a ChatGPT. Il modello linguistico di OpenAI è quello più famoso ma anche Google ha presentato di recente la sua IA: si chiama Gemini e ha preso il posto di quello che per un po’ abbiamo chiamato Bard.
Adesso, sembrerebbe che la società della grande G abbia intenzione di infilare Gemini un po’ ovunque e non soltanto dentro gli smartphone. Il prossimo passo è quello di seguire Microsoft e far trovare agli utenti l’assistente con l’avvio di Chrome.
A cominciare a parlare della possibilità che Gemini diventi un succedaneo di altri assistenti nel momento in cui apri Chrome è stato l’utente che sul social che una era dell’uccellino azzurro va sotto il nome di Leopeva 64. L’utente ha pubblicato infatti alcuni screenshot che mostrerebbero la volontà di affidare all’intelligenza artificiale per esempio il lavoro di suggerimento di una nuova password oppure un aiuto quando, ed è una cosa che capita a tutti, non riuscendo a ricordare quella che usavamo ci troveremmo costretti a doverla resettare.
Volendo fare un po’ di esercizio di fantascienza, l’idea che un agente esterno possa suggerirci la password da una parte è di certo comodo per tutti quelli che non hanno fantasia e si trovano ad utilizzare magari la propria data di nascita o il nome del cane a ripetizione. Ma di certo è una di quelle funzioni che Google dovrà studiare molto attentamente e rendere inespugnabile. Immaginate solo per un momento che cosa significherebbe se qualcuno dovesse riuscire ad entrare dentro Gemini e a convincerci a scrivere una password piuttosto che un’altra. Ma, come dicevamo, si tratta di un esercizio di fantascienza. Nei fatti la nuova funzione è ancora nella lista dei suggerimenti.
Anche se sono ancora molti quelli che pensano che l’utilità di un intelligenza artificiale a disposizione sia quella, per esempio, di scrivere al posto dell’essere umano è in effetti proprio nell’implementazione di tutti questi piccoli granelli di intelligenza artificiale che vedremo la reale utilità dei cervelli digitali.
Perché tornando al nostro esempio del cambio password, a volte riuscire a produrre effettivamente una password sicura e che risponda ai requisiti del singolo sito web è complicato. Una vocina digitale che abbia fatto per noi il lavoro di esame dei requisiti e ci dica se ci stiamo avvicinando o meno a una password sicura è un piccolo miglioramento della vita di tutti i giorni che decisamente vorremmo vedere.
Di nuovo però, come per ogni altra implementazione dell’intelligenza artificiale nella nostra vita, occorre sempre mantenere poi un occhio vigile sulla sicurezza dei sistemi e pretendere allo stesso tempo chiarezza sul modo in cui i modelli linguistici sono stati o saranno addestrati ad esaudire le nostre richieste. In questo ultimo aspetto si riscontra ancora il lavoro maggiore da fare.
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