Il licenziamento comunicato tramite WhatsApp è considerato valido? Tutte le norme e le sentenze relative a questo spinoso argomento.
Il licenziamento è già di per sé una notizia molto negativa per un lavoratore che si ritrova, dunque, ad affrontare la mancanza di lavoro e tutte le conseguenze negative che ne derivano. A peggiorare la situazione, per molti, è il fatto di essere allontanati dal proprio impiego attraverso messaggio inviato tramite WhatsApp. A questo punto, in molti si sono chiesti se tale procedura è legale: scopriamo, dunque, insieme cosa prevede la legge in questi casi.
Il licenziamento via WhatsApp è legale?
Sempre più spesso, leggiamo notizie che riguardano vari licenziamenti effettuati tramite WhatsApp. Anche se può sembrare scortese e poco consono, visto che si comunica un qualcosa di molto negativo al lavoratore, una sentenza del 27 giugno 2017, emessa dal Tribunale di Catania, ha stabilito la legittimità di tale forma di comunicazione, in quanto scritta ed adatta per informare la persona dell’avvenuto licenziamento.
Il licenziamento, che rappresenta la decisione unilaterale del datore di lavoro di terminare il rapporto di lavoro, deve essere comunicato per iscritto, come previsto dall’art. 2 L. 604/1966, anche se la legge non specifica un metodo di comunicazione preciso, richiedendo soltanto che l’atto sia reso noto al lavoratore in forma scritta (Sentenze della Corte di Cassazione 24 settembre 2010 n. 20106/2014 e n. 12499/2012).
Il caso della Corte di Catania
La Corte di Catania ha equiparato il messaggio WhatsApp ad un documento elettronico capace di identificare sia il mittente (il datore di lavoro) che il destinatario (il lavoratore), fornendo, inoltre, una prova irrefutabile dell’invio, della ricezione e della lettura del messaggio, paragonabile ad una raccomandata a tutti gli effetti, nonché ad una PEC o ad un telegramma, visto che dispone, come questi documenti, di data e ora di invio, nonché dei dati di ricezione e lettura.
Nel caso della sentenza di Catania, il lavoratore ha contestato il licenziamento considerandolo illegittimo, in quanto ha ricevuto una comunicazione così importante attraverso un mezzo di comunicazione ritenuto “informale“.
La validità delle conferme di lettura del messaggio di WhatsApp
Il Tribunale di Roma, mediante una sentenza del 30 ottobre 2017 n. 8802/2017, ha riconosciuto, inoltre, la validità delle conferme di lettura di WhatsApp, considerandole anche migliori della raccomandata, in quanto immediate. Inoltre, le stesse forniscono la data e dall’ora relative alla consegna del messaggio e alla relativa lettura.
WhatsApp, inoltre, può essere utilizzato dal lavoratore per comunicare con il datore di lavoro, anche in ambito disciplinare.
Per utilizzare un messaggio WhatsApp come prova in un procedimento legale, è necessario presentare gli screenshot, che saranno considerati validi a meno che la loro autenticità non sia contestata. In tale caso, il giudice può ordinare una perizia tecnica per verificare se il messaggio è valido.