Il Registro delle opposizione doveva salvarci dalle chiamate moleste e indesiderate ma sta funzionando? Pare proprio di no.
Le chiamate che arrivano dai call center sarebbero dovute diminuire in maniera drastica grazie alla introduzione del Registro delle opposizioni nella sua versione per cellulari.
Lo strumento del Registro degli opposizioni esiste da oltre 10 anni ma fino a un paio d’anni fa era destinato solo a proteggere le utenze fisse. È stato poi modificato per accogliere anche i numeri di cellulare. Ma a quanto pare, nonostante due anni di lavoro, alcune cose ancora non vanno. E tanti cittadini continuano a ricevere chiamate indesiderate, moleste quando non diventano truffa.
Una domanda più che legittima che però ha una risposta decisamente variegata. Vale la pena per esempio ricordare come a gennaio dell’anno scorso, quindi a circa un anno dalla sua istituzione, il ministro Urso in una audizione alla Camera sottolineò che il sistema funzionava ma che c’erano problemi per quello che riguardava chi si muoveva nell’illegalità.
Ed è proprio il problema dei call center illegali, che formano un piccolo grande ecosistema, che non sembra risolvibile. Gli operatori di telemarketing onesti seguono, questo ci dicono i dati, le regole che impongono il controllo del Registro delle opposizioni per non telefonare a chi non vuole essere contattato. Ma che si muove sotto la soglia della legalità ovviamente non ha nessun interesse a limitare il numero degli eventuali utenti da contattare.
E contro queste società, spesso piccole e difficili quindi da trovare, i cittadini rimangono pressoché inermi. Vittime di telefonate che arrivano ad ogni ora e che a volte rischiano di nascondere pericolose pratiche scorrette. Ci sono quindi soluzioni che si possono adottare? Funzionano i filtri antispam? Cerchiamo di rispondere anche a queste domande.
Per bloccare le chiamate indesiderate si trovano online molte app che promettono di ridurre al minimo i problemi. Ma secondo quanto per esempio riportato in un esposto di diverse associazioni di operatori telefonici insieme a Consumerismo no profit, anche queste app sono un problema.
L’esposto congiunto presentato al Garante per la privacy contiene infatti un dossier secondo cui alcune società che propongono le app antispam sarebbero in realtà una sorta di gigantesco cavallo di Troia per raccogliere dati. Il che ripropone un problema che in realtà non ci poniamo abbastanza spesso: le app gratuite come fanno ad essere gratuite?
Su Internet come nella vita niente è realmente gratis. Moltissime app che non chiedono denaro, come moltissimi servizi tra cui i social, vivono infatti sfruttando la presenza stessa degli utenti che, per usufruire dei servizi gratuiti, sottoscrivono contratti. In questi contratti, tante volte è scritto in piccolo che in pratica la moneta di scambio per l’utilizzo dei servizi sono i dati personali che vengono poi rivenduti altrove. Una situazione che nel caso dei call center selvaggi produce come effetto principale la moltiplicazione delle chiamate scomode.
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