La tecnologia delle batterie di smartphone e tablet oltre che degli EV cambia e potrebbe sfruttare materiali improbabili come il calcio.
Con la moltiplicazione dei veicoli elettrici, insieme ad una altrettanto lievitazione del parco device a livello planetario, il problema relativo alle batterie diventerà sempre più pressante. È per questo motivo che un nuovo esperimento a base di calcio e ossigeno potrebbe aprire una nuova strada per la produzione di accumulatori di energia elettrica senza dover più scavare e inquinare il pianeta in cerca delle cosiddette terre rare.
Il team che ha deciso di provare questa nuova batteria al calcio e ossigeno ha già pubblicato un primo resoconto su Nature. I risultati sono incoraggianti. Cerchiamo quindi di capire meglio come potrebbero funzionare le batterie di domani.
Nelle batterie niente terre rare, solo calcio e ossigeno
Quando la tecnologia era agli inizi, nessuno si sarebbe di certo aspettato che saremmo arrivati ad avere in alcune zone del pianeta più device che persone. E l’arrivo sul mercato globale dei mezzi alimentati ad energia elettrica aumenta il numero di accumulatori in circolazione. Accumulatori che hanno bene o male gli stessi ingredienti di base. Ingredienti problematici sia per il reperimento, sia per la lavorazione, sia per tutte le implicazioni socio-politiche che si portano dietro.
Un team cinese ha però pubblicato su Nature.com il risultato di un esperimento destinato a cambiare la prospettiva anche sulle batterie. Il gruppo ha lavorato a partire dal calcio e, soprattutto, dal materiale che si genera nel momento in cui questo entra in contatto con l’ossigeno. Il perossido di calcio è un elemento estremamente comune e che addirittura si trova nei dentifrici e nelle gomme da masticare. Pone però una serie di problemi se si cerca di utilizzarlo all’interno delle batterie.
Quello che il team cinese è riuscito a fare, secondo quello che si legge nell’abstract del paper pubblicato, è creare una batteria ricaricabile a temperatura ambiente per 700 cicli sfruttando proprio il perossido di calcio. Il team cinese è anche riuscito a produrre un power bank morbido, costituito da nanotubi di carbonio ricoperti di calcio all’interno di una soluzione elettrolita, contenuta a sua volta all’interno di un altro nanotubo, per costruire il catodo della batteria. i risultati sono incoraggianti, dato che il team dichiara di essere riuscito a ricaricare uno smartphone. Resta da risolvere al momento il problema relativo all’efficienza di questo genere di batterie, al momento ancora molto inferiore rispetto alla tecnologia al litio.
C’è bisogno di una soluzione globale
L’esperimento portato avanti da questo team cinese non è solo un passatempo per cervelloni. La questione relativa a fonti diverse per la creazione di accumulatori energetici è una questione globale. Perché anche se non ci sono sul nostro territorio miniere di litio, dove queste si trovano gli incidenti si stanno moltiplicando.
A titolo di esempio ricordiamo quello del 2016 con migliaia di pesci morti oltre a scheletri di yak e vacche trovati a galleggiare sul fiume Niqi, nei pressi della miniera di litio di Ganzizhou Rongda, in Tibet. La nostra voglia di avere un impatto ambientale minore non deve perdere di vista che l’ambiente è globale e come tale va protetto.