Si diffonde, sempre di più, una specifica truffa telefonica alla quale non bisogna mai rispondere sì: come tutelarsi.
Le truffe telefoniche sono diventate una costante nella vita degli utenti che, spesso, si ritrovano ad affrontare chiamate moleste, il cui scopo è quello semplicemente di ottenere specifiche risposte che, in seguito, possono essere utilizzate a fini non propriamente legali. Scopriamo, dunque, insieme quali sono questo tipo di telefonate e come tutelarsi, al fine di proteggersi dai malintenzionati.
Truffa telefonica, non rispondete mai “sì”: la motivazione
Le truffe telefoniche stanno diventando sempre più sofisticate, in quanto i truffatori iniziano a spacciarsi per operatori di servizi al fine di ottenere informazioni personali e, di conseguenza, ingannare le proprie vittime.
“Buongiorno, lei è il signor Mario Rossi?“: questa è una tipica domanda che può sembrare innocua, ma che, nei fatti, fa parte di uno schema ingannevole.
I truffatori, avendo accesso a database contenente i dati degli utenti, possono utilizzare una risposta affermativa registrata per manipolare le circostanze a loro vantaggio, ad esempio, per attestare un consenso fraudolento all’attivazione di nuovi contratti di servizi.
Spesso, le vittime si rendono conto della truffa solo quando ricevono fatture inaspettatamente e, potremmo dire, insolitamente, elevate.
L’allarme di Adoc
L’Adoc, Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, ha lanciato un allarme riguardo queste nuove truffe.
In alcuni casi, i truffatori si fingono operatori di aziende di fornitura energia o gas e informano il consumatore di un presunto aumento dei costi contrattuali, offrendo loro una soluzione – che, nei fatti, si rivela fraudolenta – mediante la quale si richiede la condivisione di codici personali, come il codice POD (per l’energia) o PDR (per il gas).
Questo metodo può avere delle conseguenze importanti per l’utente: tra queste, bollette gonfiate e doppie fatturazioni, come accaduto recentemente a una persona che si è recata agli sportelli Adoc, in quanto si è ritrovata a pagare bollette e debiti insoluti con il precedente gestore, ammontanti a un totale di 700 euro.
Per proteggersi da tali inganni, l’Adoc consiglia di evitare di rispondere – in maniera affermativa – ai call center e di non rivelare mai codici personali, quali possono essere, per l’appunto quelli Pod e/o Pdr relativi alle forniture di luce e gas. La consapevolezza e la cautela, in questi casi, dunque, sono fondamentali al fine di difendersi da queste truffe sempre più diffuse e ben architettate.
Qualora, dunque, riceviate questa tipologia di chiamata sul telefono fisso o, in alternativa, sullo smartphone, vi consigliamo di non rispondere con un semplice “sì” e, in seguito, chiamare il proprio operatore di riferimento, al fine di capire se la proposta che è stata fatta, o la richiesta specifica, siano legittime o meno.