Cosa ci sarà dopo gli smartphone? A questa domanda si potrebbe rispondere con Ai Pin. Ecco che cos’è.
È possibile che laser e intelligenza artificiale possano curare la nostra dipendenza dagli smartphone? Questa è la domanda che si è posto il New York Times in un recente articolo. L’interrogativo emerge in concomitanza con il lancio di un innovativo dispositivo denominato AI Pin, presentato come un’alternativa post-smartphone. Scopriamo insieme cos’è.
Prodotto dalla startup Humane, fondata da Imran Chaudhri e Bethany Bongiorno, ex membri di Apple e finanziata, tra gli altri, da Sam Altman di OpenAI (la società dietro ChatGPT), l’AI Pin ha le sembianze di una minuscola spilla indossabile, capace di eseguire molte delle funzioni di uno smartphone, anche se con differenze significative.
La prima è rappresentata dalla mancanza di uno schermo; la seconda, il controllo quasi esclusivo tramite comandi vocali.
Lanciato il 9 novembre, l’AI Pin rappresenta il primo passo verso un’epoca successiva a quella degli smartphone. Dotato della potente intelligenza artificiale generativa GPT-4 di OpenAI, il dispositivo attiva un microfono con un semplice tocco.
Intrattiene conversazioni, fornisce informazioni (pur con occasionali imprecisioni tipiche delle IA) e rispondendo alle domande degli utenti.
Si possono, inoltre, scattare foto con la fotocamera in dotazione. Non avendo uno schermo, il dispositivo, infatti, proietta informazioni sulla mano dell’utente e si controlla mediante gesti, come il pizzicare, utilizzato per inviare messaggi o passare alla canzone successiva.
Basato sul sistema operativo Android Cosmos, al momento l’AI Pin non supporta l’installazione di app. Le vendite sono iniziate il 16 novembre, al prezzo di 699 dollari negli Stati Uniti.
Le prime recensioni suggeriscono che l’AI Pin sia ancora in fase embrionale, simile al primo iPhone senza app e privo della possibilità di registrare video.
Humane è pioniera in questa direzione, ma altre aziende stanno seguendo. Rewind AI – infatti – ha presentato il Rewind Pendant, una collana digitale che registra audio di conversazioni, alimentando, nei fatti, un’intelligenza artificiale personalizzata.
Anche Meta ha annunciato un chatbot potenziato da IA negli occhiali Ray-Ban Stories. Open AI, con ChatGPT, sta considerando la possibilità di sviluppare un dispositivo dedicato, in collaborazione con Jony Ive, il designer di iPhone, Mac e iPod.
Questo trend, noto come ambient computing, si focalizza su dispositivi, possibilmente indossabili, capaci di interpretare lo spazio fisico in tempo reale, rispondere a domande ed elaborare immagini attraverso l’intelligenza artificiale.
L’obiettivo finale è eliminare la percezione di mediazione: la tecnologia diventa, dunque, un’estensione naturale dell’utente, completamente integrata nell’ambiente circostante.
L’essere umano non basta più a sé stesso, deve necessariamente possedere e utilizzare un’estensione artificiale, scrive Juan Carlos De Martin, sottolineando la crescente integrazione delle estensioni artificiali nello spazio fisico che abitiamo.
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