Una sentenza della Cassazione ha ridotto i termini di tempo per poter notificare la multa al proprietario del mezzo: come presentare ricorso
Il Comune ha un limite temporale entro il quale è obbligato a notificare una multa. Su questa questione, esattamente nel 2017, è intervenuta una sentenza della Cassazione (la numero 7066 del 12 settembre 2017), in cui è stato disposto che, in base all’articolo 201 del Codice della Strada, se la violazione non può essere immediatamente contestata dal proprietario del mezzo, il verbale deve essere notificato “entro 90 giorni dall’accertamento”.
Cosa ha stabilito la Cassazione
Questo articolo, per la verità poco dettagliato e scarsamente circostanziato, ha aperto un ampio contenzioso giuridico. Ecco perchè la Cassazione, dopo le sentenze di primo grado dei Giudici di Pace e di secondo grado, ha inteso sciogliere ogni incognita e ogni ambiguità per evitare il rischio di interpretazioni a macchia di leopardo da parte dei tribunali italiani.
La posizione del Comune di Milano, ha fatto giurisprudenza, come accade spesso, diventando la cartina di tornasole per orientarsi da parte degli altri comuni. Secondo quanto stabilito da Palazzo Marino, i 90 giorni per notificare la multa scatterebbero dal momento in cui i Vigili vedono le foto dell’autovelox. Secondo l’amministrazione meneghina, il termine di tempo più equilibrato per poter notificare sarebbe quello dei 180 giorni, perchè ritenuto “proporzionato alla quantità di violazioni commesse nei luoghi nei quali il Comune ha predisposto il sistema di rilevamento automatico della velocità dei veicoli in transito”.
Una posizione che invece è stata ritenuta non corretta da parte della Cassazione, che ha giudicato sufficienti 90 giorni dalla violazione come termine massimo per la notifica della sanzione presso il domicilio del proprietario del mezzo multato. Gli ermellini hanno anche stabilito che i 90 giorni non debbano valere solo nel caso in cui è difficile individuare il proprietario dell’auto perchè non ha comunicato un cambiamento di residenza o perchè ha trascritto tardivamente la cessione del veicolo o l’acquisizione. Solo in questo caso è ammessa la deroga ai 90 giorni soliti.
Come agire in giudizio
Tutti gli automobilisti che ricevono una multa oltre i 90 giorni canonici, secondo quanto disposto dalla Cassazione, possono fare ricorso al Giudice di Pace, pagando una tassa pari a 43 euro. Una volta accertata la notifica oltre i termini previsti, il verbale viene annullato dal giudice e il cittadino può richiedere al Comune il rimborso dei soldi spesi per la tassa.
La decisione della Cassazione si basa su una precedente sentenza, la 7066/2018, in cui è stato disposto che l’effettività dell’azione dell’amministrazione non può mai realizzarsi attraverso la compressione del diritto di difesa del trasgressore. Se la multa prevede una decurtazione dei punti sulla patente, una volta vinto il ricorso, i punti non potranno essere sottratti in ogni caso.