Microsoft ha acquistato Wand Labs, una startup che sviluppa applicazioni di messaggistica, e in particolare la tecnologia dietro queste app che consente loro di agire in modo più intelligente.
L’acquisizione di Wand Labs da parte di Microsoft arriva dopo la notizia dei giorni scorsi che l’azienda di Redmond si sta comprando LinkedIn per 26,2 miliardi di dollari, questa volta nell’ambito del linguaggio naturale e dell’intelligenza artificiale.
L’accordo tra Microsoft e Wand Labs è parte della più grande strategia della società di "conversation as a platform" ovvero il piano di applicare più tecnologia e esperienza del linguaggio naturale per migliorare come noi umani possiamo "parlare" ai servizi gestiti da macchine (come un’app di messaggistica o anche solo un motore di ricerca).
Come parte dell’accordo, il team di Wand Labs si unirà al team dello sviluppo della piattaforma del motore di ricerca Bing di Microsoft per lavorare su chat bot e come rendere i risultati delle ricerche piu’ intelligenti.
I termini dell’accordo non sono stati resi noti. Wand Labs è stata fondata da Vishal Sharma nel 2013 ed è riuscita a raccogliere meno di 3 milioni di dollari di finanziamenti, secondo quanto riferito da CrunchBase.
In un post sul blog, David Ku del gruppo Information Platform di Microsoft scrive che "la tecnologia e il talento di Wand Labs rafforzeranno la nostra posizione nell’era emergente dell’intelligenza colloquiale".
Google è molto avanti nel campo dell’intelligenza artificiale e linguaggio naturale, avendo annunciato lo scorso maggio il suo Google Assistant, che grazie al machine learning e alla capacità di comprensione del linguaggio naturale, il riconoscimento vocale e la traduzione migliora nel tempo imparando le preferenze di un utente specifico – piu’ si usa, piu’ si adatta alla personalità dell’utente. Ad esempio, chiedendo a Google ‘chi è il presidente degli Stati Uniti’ l’assistente risponde ‘barack obama’ e a quel punto si puo’ chiedere ‘quando è nato’ e ricevere in risposta ‘4 agosto 1961’ senza dover ripetere il soggetto della ricerca, proprio come fosse un colloquio.
Microsoft vuole cercare di portare una simile esperienza colloquiale anche nel suo motore di ricerca Bing e altri suoi servizi.