Difendere il proprio anonimato online richiede l’attuazione di una serie di passaggi e accortezze: ecco cosa fare nello specifico.
Nel panorama digitale, nel quale la privacy sembra una vera e propria chimera, è fondamentale adottare diverse strategie per proteggere la propria identità online. Navigare sul web significa – spesso – deviare tante richieste riguardo ai nostri dati personali (indirizzi email o l’accettazione di cookie per scopi di tracciamento, ad esempio).
Inserzionisti, aziende tecnologiche, motori di ricerca, browser e app si avvalgono di questi strumenti per monitorare le abitudini online degli utenti, allo scopo di personalizzare l’esperienza e indirizzare la pubblicità. Come tutelare il proprio anonimato online? Scopriamolo insieme.
Anonimato online, come proteggerlo? Le strategie da considerare
Mantenere l’anonimato online, ai giorni nostri, è una sfida, ma – di certo – non impossibile da affrontare. Si possono attuare, infatti, diversi accorgimenti che ci permettono di proteggere l’identità personale, nel momento in cui si utilizzano dispositivi e si naviga online.
Questi variano in base all’obiettivo: per attività come il whistleblowing o l’attivismo, è consigliabile un piano di sicurezza personalizzato o piattaforme dedicate all’anonimato, come WiredLeaks.
La prima linea di difesa, però, è il proprio browser. È essenziale bloccare i tracker invisibili e gli annunci con tecnologia di tracciamento.
I metodi più subdoli – quali il fingerprinting – possono utilizzare le impostazioni di browser e del dispositivo per profilare gli utenti. Strumenti come Cover Your Tracks della Electronic Frontier Foundation possono rivelare il modo in cui il browser monitora le attività online. Browser come Chrome, pur essendo popolari, non bloccano il tracciamento degli annunci, i tracker invisibili, né il fingerprinting.
Tor, il browser che protegge la privacy
Tra le soluzioni per l’anonimato, il browser Tor spicca per le sue avanzate misure di privacy, che criptano il traffico attraverso una rete di server.
Ci sono anche altri browser molto utili per proteggere la propria riservatezza in rete, tra i quali possiamo annoverare FireFox, Mullvad e Brave, che offrono maggiore protezione dai tracker e impostazioni personalizzabili sulla privacy. Per chi non desidera cambiare browser, estensioni come Ghostery e Privacy Badger possono bloccare i tracker su Chrome.
Anche le applicazioni mobili incorporano tracker che raccolgono dati. Su dispositivi Android, si consiglia di disabilitare gli annunci personalizzati e cancellare l’ID pubblicità, mentre su iOS è possibile disattivare il tracciamento attività. DuckDuckGo o TrackerControl bloccano i tracker cross-app.
Un’ulteriore soluzione: VPN
Per alcuni utenti, una VPN può essere una valida soluzione al fine di impedire al proprio provider di internet di monitorare il traffico web. Le VPN – però – possono avere accesso all’attività online e, in alcuni casi, conservare i registri. Una VPN affidabile è quella di Mullvad, che è open source e accetta pagamenti anonimi.
Preferire servizi che limitano la raccolta di dati o che utilizzano la crittografia end-to-end può ridurre l’esposizione dei nostri dati sensibili.
Per quanto riguarda la messaggistica, si può optare pere Signal che utilizza la crittografia end-to-end. Per le ricerche web, DuckDuckGo, Brave Search, Kagi, Startpage e Mojeek. Per l’email, Proton e Tuta: OnionShare e Proton Drive – invece – per la condivisione e l’archiviazione di file in modo anonimo.