Dall’inizio della pandemia del COVID-19, i vari team di Google (Ricerca, Youtube, Maps, Play, ecc.) hanno lavorato per fornire informazioni e risorse di qualità per aiutare a mantenere le persone al sicuro e per fornire alla sanità pubblica, agli scienziati e ai professionisti medici strumenti per combattere la pandemia. Sono arrivati oltre 200 tra nuovi prodotti, funzionalità e iniziative, inclusa l’API Exposure Notification per facilitare la tracciabilità dei contatti. Con l’arrivo dei vaccini anti-Covid19, il tipo di informazioni di cui le persone hanno bisogno cambia. Le comunità verranno vaccinate ad un ritmo e ad una scala senza precedenti. Per questo, Google sta già lavorando per poter offrire informazioni utili per educare le persone, affrontando le false notizie che inevitabilmente verranno pubblicate sul web e realizzando una "guida ufficiale" su quando, dove e come le persone possono vaccinarsi. Informazioni sul modo in cui Google sta lavorando per soddisfare queste esigenze, attraverso i suoi prodotti e collaborando con le autorità sanitarie, sono state condivise congiuntamente da Karen DeSalvo, MD, M.P.H. e Chief Health Officer di Google Health e da Kristie Canegallo, VP of Trust & Safety di Google.
A partire dal Regno Unito, Google ha introdotto una nuova funzione in Ricerca che, quando le persone cercano informazioni sui vaccini anti-Covid19, presenta un elenco di luoghi con vaccini autorizzati disponibili nelle vicinanze in base alla posizione, oltre a schede informative riguardanti ogni singolo vaccino. Nel tempo, man mano che altre autorità sanitarie inizieranno ad autorizzare vaccini, Google renderà disponibile questa nuova funzionalità in altri paesi.
Anteprima di risultati di una ricerca in UK su vaccini anti-Covid19
Dall’introduzione a marzo, le schede informative di Google sul COVID-19 su YouTube sono state visualizzate 400 miliardi di volte. Sono diventate una importante fonte di informazioni autorevoli per le persone. Queste schede sono presenti nella home page di YouTube, oltre che nella pagine dei video e dei risultati delle ricerche correlate alla pandemia. Schede che ora saranno aggiornate con informazioni sui vaccini fornite dalle autorità sanitarie globali e locali. Google intende supportare i creator fidati mettendoli in contatto con i principali esperti di salute pubblica per creare contenuti utili e coinvolgenti per il loro pubblico su COVID-19 e vaccini.
Dall’inizio della pandemia, Google ha offerto 250 milioni di dollari per aiutare più di 100 agenzie governative in tutto il mondo a pubblicare annunci di servizio pubblico sul COVID-19. I beneficiari potranno utilizzare questi fondi per tutto il 2021, anche per trasmettere informazioni sui vaccini e creare campagne di sensibilizzazione. Inoltre, Google ha deciso di stanziare ulteriori 15 milioni di dollari all’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per supportare la sua campagna informativa globale.
Il giornalismo svolge un ruolo importante nell’informare le persone sulla pandemia, condividere conoscenze specialistiche sui vaccini e limitare la disinformazione . Ad aprile, Google ha stanziato 6,5 milioni di dollari per supportare le iniziative di verifica dei fatti relativi al COVID-19, fornendo formazione o risorse a quasi 10.000 giornalisti in tutto il mondo. Ora, Google News Initiative ha stanziato ulteriori 1,5 milioni per finanziare la creazione di un "COVID-19 Vaccine Media Hub" a supporto di una nuova ricerca di verifica dei fatti. Guidato dall’Australian Science Media Center e con il supporto della tecnologia no-profit Meedan, l’hub sarà una risorsa per i giornalisti con accesso 24 ore su 24 ad aggiornamenti e pubblicazioni scientifiche da esperti di salute pubblica provenienti da America Latina, Africa, Europa, Nord America e regione Asia-Pacifico, con contenuti disponibili in sette lingue.
Per comprendere meglio quale tipo di verifica dei fatti possa contrastare in maniera efficace la disinformazione sui vaccini anti-Covid19, Google sta finanziando la ricerca di accademici delle università della Columbia, George Washington e dell’Ohio. Questo progetto di ricerca esaminerà i cittadini di dieci paesi per scoprire quali tipi di formati, titoli e fonti sono più efficaci nell’evitare la disinformazione attorno al vaccino e se coloro che si occupano di ‘verificare i fatti’ legati a queste informazioni possano avere una certa influenza a seconda di quello che è il loro pensiero sul farsi vaccinare.
Google nei suoi vari prodotti da tempo verifica la diffusione di contenuti medici o sanitari perchè non siano dannosi e fuorvianti. Dall’inizio della diffusione del Covid19, Google ha lavorato per limitare tentativi di phishing, malware, pericolose teorie di complotto e schemi di frode legati alla pandemia. Google lo stesso ha iniziato a fare nel’ambito dei vaccini. Ad esempio, lo scorso ottobre, Google ha ampliato la sua politica sulla disinformazione medica su YouTube per rimuovere i contenuti sui vaccini che contraddicono il consenso delle autorità sanitarie, come i Centers for Disease Control o l’OMS. I team di Google hanno rimosso più di 700.000 video relativi ad informazioni mediche sul COVID-19 ritenute "pericolose o fuorvianti". Google continua inoltre a rimuovere la disinformazione dannosa COVID-19 su altri prodotti come pubblicità, Google Maps e Play Store.
"La lotta contro la pandemia e lo sviluppo di nuovi vaccini ha richiesto una collaborazione globale tra il settore della sanità pubblica e le comunità scientifiche e mediche" hanno commentato Karen DeSalvo e Kristie Canegallo. "Con l’inizio del lavoro per vaccinare miliardi di persone, sosterremo questi sforzi con prodotti e funzionalità aggiuntivi per garantire che le persone abbiano le informazioni giuste al momento giusto."
Negli ultimi otto mesi, Google ha lavorato con Apple sull’Exposure Notifications System (ENS) per aiutare le autorità sanitarie pubbliche nei loro sforzi per contenere COVID-19. Per lo sviluppo, Google e Apple hanno lavorato con funzionari della sanità pubblica, epidemiologi e sviluppatori di app incaricati. Da maggio, quando questa tecnologia è diventata disponibile, le autorità sanitarie pubbliche hanno lanciato le notifiche di esposizione in più di 50 paesi, stati e regioni. E’ la tecnologia che qui in Italia alimenta la nostrana app ‘Immuni‘. Scaricando e attivando la app del proprio paese – Immuni in Italia – diventa possibile aiutare le autorità sanitarie pubbliche nei loro sforzi per controllare la diffusione del COVID-19. Ci sono molte prove che le persone lo stiano facendo: il 40% della popolazione nel Regno Unito e il 17% della popolazione in Uruguay hanno scaricato l’app del loro paese. Negli Stati Uniti, il 20% degli abitanti del Colorado e il 53% di Washington D.C. hanno abilitato l’app. Da una ricerca condotta, Google ha notato che queste notifiche di esposizione possono salvare vite umane dimostrando che la combinazione di uno staff dedicato a lavorare sul tracciamento dei contatti con il 15% della popolazione che utilizza le notifiche di esposizione potrebbe ridurre le infezioni del 15% e le morti dell’11%.
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