Google e Huawei rimborseranno gli utenti di Nexus 6P per il problema di bootloop negli USA

Gli ex-proprietari di Nexus 6P negli Stati Uniti potrebbero ricevere fino a 400 dollari di risarcimento.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

Google e Huawei hanno raggiunto un accordo preliminare per risolvere un’azione legale collettiva iniziata nell’aprile del 2017 da parte di utenti di Nexus 6P che hanno affermato che i loro dispositivi avevano problemi in fase di avvio (bootloop).

Stando a quanto riportato da The Verge, l’accordo – in attesa dell’approvazione del tribunale – prevederebbe il pagamento da parte delle due società di 9,75 milioni di dollari per chiudere l’azione collettiva, con fino a 400 dollari di rimborso per gli utenti coinvolti.

La causa sostiene che Google – che commissionava a selezionati produttori di smartphone di terze parti di progettare telefoni per il suo marchio Nexus – e Huawei – la società scelta nel 2017 – erano a conoscenza del problema ma non sono intervenute per risolverlo, continuando anche a vendere i dispositivi difettosi pur non riconoscendo il problema.

La prossima udienza del tribunale è in programma il 9 maggio. Se l’accordo preliminare verrà accettato, i proprietari di Nexus 6P negli Stati Uniti che hanno acquistato il dispositivo il o dopo il 25 settembre 2015 potranno richiedere il rimborso. C’è stato un periodo in cui Google aveva scambiato i telefoni Nexus 6P con il problema con un nuovo Pixel XL, e a questi il rimborso massimo previsto sarebbe di 10 dollari, mentre chi non aveva preso parte al programma di scambio potrebbe ricevere un rimborso di fino a 400 dollari.

Non è la prima volta che viene aperta una class action simile contro un produttore di smartphone, ad esempio, come ricordato da The Verge, LG nel gennaio 2018 ha pagati 425 dollari (o 700 dollari tramite rimborso) i proprietari di G4, V10, V20, Nexus 5X, e G5 con problemi di bootloop.

Recensione Huawei Nexus 6P, il miglior Nexus di sempre

Recensione Huawei Nexus 6P, il miglior Nexus di sempre

standard

Impostazioni privacy